
DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA…
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Vincent Bollorè suda freddo. Sta perdendo amici un po’ ovunque, a partire dalla Francia. Il cda di Vivendi lo sta pesantemente criticando per la sua “Campagna d’Italia” e, soprattutto, ha perso un suo importante alleato a Milano. Quel Tarak Ben Ammar da lui piazzato nel board di Mediobanca.
VINCENT BOLLORE TARAK BEN AMMAR
Tra Bollorè e Berlusconi, Ben Ammar si sarebbe schierato con il vecchio amico Silvio; e Vincent avrebbe perso un forte alleato anche nel suo feudo di Mediobanca. A preoccuparsi, pertanto, è anche Alberto Nagel che guarda con forte apprensione la campagna elettorale francese.
Se vincesse Macron per Bollorè (e, quindi, per Nagel) l’aria si farebbe ulteriormente pesante. Per non parlare se dalle urne uscisse la Le Pen.
Dalle parti di Piazzetta Cuccia qualcuno osserva che l’indebolimento di Vincent in Mediobanca viene seguito da vicino (e con grande interesse) dall’altro grande azionista della banca d’affari. Un altro francese, Jean Pierre Mustier. Chissà perché? Mica sarà perché non ha mai nascosto le perplessità sulla mission di Mediobanca impostata da Nagel?
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