DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
1- BORSE EUROPEE: CONTRASTATE, SALE MADRID MILANO PIATTA
(AGI) - Le borse europee sono contrastate, con Madrid in rialzo e Milano piatta, dopo che ieri Draghi ha detto che e' legittimo per la Bce comprare bond con scadenze fino a tre anni. I mercati sono in attesa che la Bce, giovedi' annunci e spieghi le misure che intende prendere per contrastare la crisi e favorire l'efficacia della sua politica monetaria. Londra cede lo 0,1%. A Milano l'indice Ftse Mib segna un -0,05%. A Francoforte il Dax perde lo 0,53% e a Parigi il Cac 40 arretra dello 0,7%. Madrid avanza dell'1% .
2- SPREAD BTP-BUND IN CALO. SNOBBATE LE INDICAZIONI DI MOODY'S
Alberto Susic per Trend Online -Prosegue l'allentamento delle tensioni sul fronte obbligazionario, con una progressiva riduzione dello spread BTP-Bund. Questa mattina il differenziale tra il decennale tedesco e quello italiano ha cercato di riportarsi al di sotto dei 430 punti base, salvo poi risalire sopra questa soglia. Negli ultimi minuti lo spread viene fotografato a 432,34 punti base, in flessione di circa un punto e mezzo rispetto al close di ieri.
Il mercato continua a guardare con favore alle dichiarazioni rilasciate ieri dal presidente della BCE, il quale ha affermato che l'acquisto da parte dell'Eurotower, di titoli di Stato con scadenza fino a 3 anni, non può essere considerato un aiuto finanziario. Gli investitori strizzano così l'occhio a queste parole, ignorando del tutte le indicazioni arrivate da Moody's che ha tratteggiato prospettive nere per l'Unione europea. L'agenzia di rating ha rivisto al ribasso le prospettive su rating di lungo termine dell'UE, declassando il giudizio da "stabile" a "negativo". Moody's però non è intervenuta sulla tripla A assegnata all'Unione europea, dal momento che le motivazioni alla base di questo rating più elevato sono rimaste sostanzialmente invariate.
3- L'EURO SI RAFFORZA NONOSTANTE MOODY'S
Bluerating -Euro che risale a 1,261 contro dollaro nonostante il peggioramento dell'outlook sul rating a lungo termine della Ue da parte di Moody's ieri sera, in attesa di vedere che deciderà di fare la Bce in materia di tassi e di ulteriori misure straordinarie per ridurre gli spread sui titoli di stato dei paesi periferici europei giovedì prossimo. La divisa unica è indicata a 98,85 contro yen e sfiora quota 0,73 contro sterlina mentre resta come sempre poco sopra 1,20 franchi svizzeri. (l.s.)
4- EFSF VENDE BOND 3 MESI DI NUOVO A TASSO NEGATIVO
(ANSA) - Il fondo salva-Stati Efsf ha venduto titoli a tre mesi per la seconda volta a un tasso negativo. Lo ha annunciato la Bundesbank, che gestisce le operazioni. Il fondo ha collocato bond per 1,997 miliardi di euro al tasso di -0,0454%, dopo aver ricevuto richieste per oltre sei miliardi. Il mese scorso l'Efsf aveva venduto bond trimestrali per la prima volta ad un tasso negativo e pari a -0,0217%.
5- FONSAI: COLLOCATI TUTTO L'INOPTATO DELL'AUMENTO DI CAPITALE
Radiocor - L'asta sull'inoptato dell'aumento di capitale di Fonsai si e' conclusa con il collocamento odierno di 1.153.386 diritti. Ieri l'asta era partit a in sordina, con soli 975 diritti collocati. I diritti offerti (complessivamente erano 1.154.361) sono validi per la sottoscrizione di azioni ordinarie della compagnia pari al 31,7% delle azioni offerte nell'ambito dell'aumento di capitale.
6- SU BENZINA E GASOLIO ABBIAMO LE TASSE PIÃ ALTE D'EUROPA
Pierpaolo Molinengo per Trend Online - Sulla benzina e anche sul gasolio abbiamo le tasse più alte d'Europa. L'allarme giunge dall'Ufficio studi della CGIA di Mestre che ha messo a confronto il prezzo alla pompa e il peso della tassazione della benzina e del gasolio per autotrazione dei Paesi appartenenti all'area dell'euro. Risultato ? Quando gli italiani si recano a fare il pieno alla propria auto pagano il prezzo più alto d'Europa ed a farci registrare questo insopportabile record è il peso delle accise e dell'imposta sul valore aggiunto.
"E' vero - esordisce il segretario della CGIA di Mestre Giuseppe Bortolussi - che abbiamo ancora un sistema distributivo troppo parcellizzato ed un numero di stazioni di servizio self service al di sotto della media europea, tuttavia è indubbio che registriamo il prezzo del carburante più caro d'Europa perché il peso delle tasse ha raggiunto in Italia un livello record non riscontrabile altrove. In buona sostanza, quando facciamo il pieno alla nostra autovettura a guadagnarci di più non sono le compagnie petrolifere o i gestori delle aree di servizio, bensì lo Stato".
I dati emersi dalla comparazione effettuata dalla CGIA di Mestre, riferiti alla fine di luglio di quest'anno, sono incontrovertibili. Su ogni litro di benzina verde, il peso delle tasse raggiunto in Italia è di 1,033 euro, pari al 58,1% del prezzo alla pompa. In termini assoluti, vengono dopo l'Italia l'Olanda, con 1,016 euro di imposte su ogni litro, e la Grecia, con 1,008 euro/litro. Per quanto concerne il gasolio per autotrazione è sempre il nostro Paese a guidare la graduatoria, con 0,905 euro/litro di tasse, pari al 53,8% del prezzo alla pompa. Subito dopo segue l'Irlanda, con 0,791 euro/litro e sull'ultimo gradino del podio troviamo la Finlandia, dove su ogni litro di gasolio le tasse pesano per 0,749 euro.
, "Tenuto conto che il 90% delle nostre merci viaggia su strada - prosegue Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre - non è da escludere che nel prossimo autunno ci ritroveremo con un aumento significativo dei prezzi dei principali beni di consumo. Inoltre - conclude Bortolussi - l' aumento del gasolio avvenuto in queste ultime settimane è un vero e proprio salasso che sta mettendo in ginocchio tantissimi autotrasportatori italiani. Se a questa situazione si aggiunge il rincaro delle polizze assicurative registrato in questi ultimi anni, la concorrenza sleale praticata dai vettori provenienti dall'Est Europa e il ritardo con cui vengono pagati i trasportatori italiani, con tempi medi che oscillano tra i 180 e i 240 giorni, lo scenario per i nostri camionisti si fa sempre più preoccupante".
7- FT,PMI ITALIA E SPAGNA PENALIZZATE RISPETTO A TASSI GERMANIA
(AGI) - I tassi di interesse che pagano in Italia e Spagna le piccole imprese sono saliti e sono nettamente piu' alti che in Germania. Lo rivela il Financial Times, citando alcuni dati della Bce, che dimostrano la fondatezza di quanto detto ieri da Mario Draghi, a porte chiuse, al Parlamento di Bruxelles. Il presidente della Bce ha infatti sostenuto che l'azione della Bce "e' in linea con il nostro mandato", quello di "garantire la stabilita' dei prezzi", anche quando non si limita a intervenire sui tassi di interesse, poiche' "non possiamo perseguire la stabilita' dei prezzi ora, in un'Eurozona frammentata".
Il FT spiega in cosa consiste questa frammentazione e rivela che, secondo la Bce, il tasso di interesse che le banche chiedono in Spagna per i prestiti alle imprese fimo a un milione di euro della durata tra 1 e 5 anni, tipicamente considerato un prestito per le piccole4 imprese, a giugno e' del 6,5%, il massimo da almeno 4 anni. In Italia un prestito simile e' del 6,4% e in Germania soltanto del 4,04, il minimo dal 2003 .
8- AUTO: GERMANIA, VENDITE GIU' DEL 4,7% IN AGOSTO
(AGI) - Le vendite di auto nuove calano del 4,7% in agosto in Germania a 226.500 unita'. Lo fa sapere la VDIK, l'associazione che riunisce i marci di importazione. Nei primi 8 mesi dell'anno le immatricolazioni sono scese dello 0,6% annuale a 2,1 milioni di unita' .
9- MERCK, TAGLIO DI 1.100 POSTI DI LAVORO IN GERMANIA
Finanza.com - Merck KGaA, il gruppo chimico-farmaceutico tedesco, ha annunciato oggi la soppressione di 1.100 posti di lavoro in Germania entro il 2015. La misura rientra nel piano di trasformazione al fine di garantire la competitività di lungo termine. Secondo quanto annunciato, il gruppo ha raggiunto un accordo con i rappresentanti sindacali sulla riduzione della forza lavoro, che avverrà soprattutto attraverso pre-pensionamenti e su base volontaria.
10- TENSIONE TRA BERLINO E CREDIT SUISSE...
A.F.D per il "Sole 24 Ore" - «Assolutamente infondate». Così il numero uno di Credit Suisse Urs Rohner ha definito le notizie, riportate nelle scorse settimane da diversi media tedeschi, secondo cui le banche svizzere avrebbero consigliato i propri clienti tedeschi di trasferire i propri fondi a Singapore per evitare la tassazione in base all'accordo fiscale Berna-Berlino. La Svizzera ha concluso accordi (i cosiddetti patti di Rubik) per tassare, mantenendo però il segreto bancario, i conti correnti dei cittadini tedeschi.
Lo ha fatto anche con la Gran Bretagna e l'Austria e ci sono trattative in questo senso anche con il governo italiano e greco. Nonostante il patto però i rapporti tra le autorità tedesche e le banche della Confederazione restano tesi. A luglio i clienti tedeschi di Credit Suisse sono stati oggetto di perquisizioni e l'anno scorso la società è stata costretta a pagare 150 milioni di euro per chiudere un'inchiesta che ha visto la banca e diversi suoi dipendenti accusati di aver aiutato i clienti tedeschi ad evadere il fisco.
11- LA CINA VOLTA LE SPALLE A BLACKROCK...
Ma.Fe. per il "Sole 24 Ore" - A tre anni dall'acquisto della sua quota, il fondo sovrano di Pechino China Investment Corporation ha deciso di uscire dal capitale di Blackrock, il più grande asset manager del mondo, con partecipazioni sparse per tutto il pianeta (Italia compresa). Un po' alla volta, a quanto si apprende, il fondo si è disfatto del 3% che aveva acquistato nel 2009. Guai, però, a dare una lettura politica del disinvestimento.
Secondo fonti bene informate, infatti, il fondo ha colto la possibilità di raccogliere una pesante plusvalenza: tre anni fa la quota era stata pagata circa un miliardo di dollari, quando il titolo americano viaggiava intorno ai 178,5 dollari, ma negli ultimi mesi ha ampiamente superato la soglia dei 200 dollari. Considerato che i cinesi hanno abbracciato una strategia di lungo periodo che li porterà ad alleggerire le quote nei grandi investitori istituzionali, nel caso di Blackrock era arrivato il momento di vendere. In ogni caso, il peso della Cina sullo scacchiere si misura in altri modi.
12- LA SAAB SI SDOPPIA DOPO IL FALLIMENTO...
A.Mal. per il "Sole 24 Ore" - La Saab si fa in due, ma la sua prima auto non arriverà prima del 2014 - e non avrà il marchio Saab. Le attività dell'azienda svedese, fallita a fine 2011, sono state rilevate dalla National Electric Vehicle Sweden (Nevs), controllata dall'imprenditore sino-svedese Kai Johan Jiang, con un socio di minoranza nipponico; il loro obiettivo - hanno confermato ieri - è di lanciare entro il 2014 una linea di auto elettriche destinate anche al mercato cinese.
Il marchio Saab è però rimasto alla Spyker (proprietaria di Saab prima del fallimento) e alla sua alleata cinese Zhejiang Youngman. Spyker (che ha fatto causa a General Motors, da cui aveva rilevato la Saab) punta a produrre auto di fascia alta basate sulla tecnologia svedese. Chi arriverà prima sul mercato, la Saab vecchio stile a benzina o quella futuribile a batterie? Una cosa è certa: l'azienda svedese fa parlare di sé quasi più dopo il fallimento che quando era ancora in attività .
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