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DAGOREPORT - GIORGIA MELONI SOGNA IL FILOTTO ELETTORALE PORTANDO IL PAESE A ELEZIONI ANTICIPATE?…
1.BORSA: SEDUTA FIACCA PER L'EUROPA, MA CINA E WAL-MART NON SPAVENTANO
Radiocor - Seduta fiacca per le Borse europee, che tuttavia non pagano piu' di tanto il nuovo tonfo di Shanghai (-6,1%) e l'allarme utili lanciato dal big americano Wal-Mart. In chiusura, i principali listini continentali sono leggermente sotto la parita' con l'Ftse Mib che a Milano cede lo 0,08%. A Piazza Affari acquisti sulle banche con il Banco Popolare e Intesa Sanpaolo in progresso di circa l'1%, mentre Mediaset recupera lo 0,7% con la campagna abbonamenti di Premium che entra nel vivo.
Tornano le vendite invece sul settore petrolifero (il Wti, volatile, a New York recupera ora lo 0,6% a 42,1 dollari al barile) con Saipem (-1,4%) ai minimi da gennaio. La peggiore e' Cnh (-2,2%) sui timori di un calo dei prezzi delle materie prime. Sul resto del listino balza Prelios (+20%) sulle voci di interesse di investitori internazionali a entrare nel capitale. Sul mercato valutario l'euro/dollaro arretra a 1,102 (da 1,107 di ieri ser a) mentre l'euro/yen si attesta a 137,1 (da 137,8). Dollaro/yen stabile invece a 124,3.
2.BPER: ACCORDO CON SINDACATI, 1081 ESUBERI MA SOLO 581 USCITE AL 2017
Radiocor - Bper e le organizzazioni sindacali hanno raggiunto un accordo per la riduzione del personale cosi' come previsto dal piano industriale presentato l'11 febbraio scorso. A fronte delle 1.081 eccedenze di personale individuate, le uscite sono state ridotte a 581 al 2017. Il ricorso a pensionamenti e pre-pensionamenti, unito all'ottimizzazione del turn over, determinera' 781 uscite a cui si accompagneranno 200 assunzioni di profili specializzati nel business digitale e del cosiddetto omnichannel.
Altri 507 dipendenti saranno riqualificati. Bper, in una nota, sottolinea come il piano di riduzione dell'organico generera' un costo una tantum di 62 milioni di euro per il 2015, ma garantira' a regime nel 2017 un risparmio di 56 milioni. L'accordo con i sindacati prevede un ampio ricorso a pensionamenti incentivati a partire dal primo gennaio 2017 e l'accesso al fondo di solidarieta' del settore, sempre a partire dal ge nnaio 2017, per coloro che matureranno i requisiti pensionistici fra 2018 e 2020.
3.WAL-MART: TAGLIA LE STIME SUGLI UTILI ANNUALI, TRIMESTRALE DELUDENTE
Radiocor - Wal Mart, il piu' grande retailer al mondo in termini di vendite, ha tagliato le stime sugli utili dell'intero anno fiscale sulla scia di consumatori americani restii a spendere, di un dollaro forte e di maggiori investimenti in Usa. Il gruppo ora si aspetta di registrare profitti annuali per 4,40-4,70 dollari per azione, meno dei 4,70-5,05 dollari per azione calcolati in precedenza.
Il profit warning e' arrivato congiuntamente ai conti deludenti del secondo trimestre: i ricavi sono saliti dello 0,1% a 120,2 miliardi di dollari, meglio del declino dello 0,3% a 119,7 miliardi atteso dagli analisti. Tuttavia gli utili netti sono scesi piu' delle previsioni a 3,63 miliardi, o 1,08 dollari per azione contro attese per 1,28 dollari. Il titolo, che da inizio anno ha perso oltre il 16%, nel pre-mercato lascia sul terreno il 2,77% a 69,92 dollari.
4.DAGONG EUROPE: ANCHE 2014 IN ROSSO PER 3,4 MLN, IL RATING CINESE FA FLOP
Radiocor - Doveva rappresentare l'alternativa cinese al monopolio del rating delle tre big, ma Dagong Europe - che ha sede in Italia - fino ad oggi ha accumulato soltanto perdite. Il bilancio 2014 (approvato a luglio), secondo quanto ricostruito da Radiocor, evidenza infatti un rosso di 3,46 milioni che gli amministratori motivano con la necessita' di 'un lungo periodo per raggiungere la visibilita' e il consenso degli investitori sui mercati mondiali' e con 'le barriere imposte al mercato del rating dalle istituzioni europee', con atti definiti 'discriminatori'.
Il buco del 2014 si somma ai 2,41 milioni gia' persi nel 2013 e ai -181mila euro del 2012, anno di lancio di Dagong Europe. In meno di tre anni, la societa' ha dunque bruciato 6 milioni e nel primo trimestre 2015 ha perso altri 691mila euro costringendo il socio unico, la casa madre cinese Dagong Global Credit Rating (che lo scorso marzo ha comprato il 40% del fondo Ma ndarin per 3 milioni di euro), a un aumento di capitale da 1,4 milioni; Pechino ha anche dato disponibilita' a immettere, soltanto quest'anno, altri 2 milioni.
Guan Jianzhong presidente Dagong
Al lancio di Dagong Europe, nel maggio 2012, gli obiettivi erano ben diversi: si stimavano di raggiungere in pochi anni ricavi di 9 milioni e un mol di 2,5 milioni. Un piano piu' volte rivisto, anche perche' il 2014 si e' chiuso con un fatturato pari a 258mila euro e un mol negativo per 3,4 milioni. Nel bilancio 2014, gli amministratori ipotizzano un break even operativo nel 2016 ma sottolineano 'significative incertezze connesse alla crescita dei ricavi in linea con le attese del piano e al rischio di mancato ottenimento della liquidita' necessaria a fronteggiare il deficit finanziario previsto nel prevedibile futuro'.
5.GRECIA: GOVERNO, CEDUTI 14 AEROPORTI REGIONALI A TEDESCA FRAPORT PER 1,23 MLD
Radiocor - Il governo greco ha approvato la vendita di 14 aeroporti regionali al gestore aeroportuale tedesco Fraport per 1,23 miliardi di euro. La decisione e' stata confermata ufficialmente oggi nella Gazzetta ufficiale e porta le firme di diversi ministri, tra cui il vice primo ministro e il ministro dell'Economia Yannis Dragasakis e Giorgos Stathakis. Prima del blocco delle privatizzazioni, Fraport nel novembre 2014 era gia' stato scelto come 'investitore privilegiato' per concessioni di 40 anni su 14 scali greci, da Creta a Santorini, da Mykonos a Salonicco. La cessione alla societa' tedesca era quindi gia' stata approvata dal precedente governo poi congelato con le elezioni in gennaio del premier della sinista radicale Alexis Tsipras. Si tratta della prima privatizzazione del governo Tsipras.
6.FCA:VESCOVO MELFI A MARCHIONNE,MEGLIO NON LAVORO DI DOMENICA
(ANSA) - Alla riapertura dello stabilimento dopo le ferie estive, sarebbe auspicabile che "tutti i lavoratori impegnati nella catena di montaggio" di Jeep Renegade e 500X nello stabilimento di Melfi (Potenza) di Fiat Chrysler Automobiles "possano trascorrere l'intera giornata di riposo festivo assieme ai loro familiari". E' l'augurio espresso dal vescovo di Melfi, monsignor Gianfranco Todisco, in una lettera al direttore della fabbrica e all'amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne.
A Melfi, dopo la ristrutturazione delle linee e l'avvio della produzione dei due nuovi modelli, un accordo ha previsto che si lavori anche parte della domenica per far fronte alle richieste. Il vescovo, esprimendo l'auspicio che il "'miracolo Melfi'" duri il più a lungo possibile", ha detto che sospendere la produzione per tutta la giornata di domenica porterebbe solo alla consegna della nuova auto "con un giorno di ritardo", il che "non sconvolge il piano di produzione, che in questo momento va a gonfie vele.
renzi elkann marchionne a melfi
Oltretutto - ha aggiunto - si tratta di un prodotto non deperibile come i prodotti alimentari". Al contrario, secondo il presule, l'auto acquisterebbe "un valore aggiunto, perché mette al primo posto la dignità della persona umana". Infine, monsignor Todisco ha sottolineato che la sua richiesta "non fa alcun riferimento alle motivazioni di fede" perché "anche chi non crede o non pratica la fede può sperimentare gli effetti benefici del lavoro domenicale, che non sono venuti dal Cielo".
7.BORSE CINESI CROLLANO SU FUGA CAPITALI, EUROPA TIENE
Alfonso Neri per l'ANSA
Se non ci sei mi preoccupo, se ci sei mi preoccupo ancora di più. E' in questa contraddizione che sembrano essere cadute le Borse cinesi, che hanno ceduto oltre il 6% guardando alla presenza o meno del governo sul mercato. E gli operatori hanno clamorosamente bocciato le scelte di Pechino, con un calo finale sia del listino di Shanghai sia di Shenzhen di oltre il 6%.
Secondo gli analisti internazionali il 'panic selling' scattato sul finale di seduta è nato soprattutto da un elemento: con le vendite che si stavano registrando nella prima parte della giornata in genere si assisteva a un intervento diretto di sostegno al mercato da parte del governo. Invece nulla. I ribassi così si ampliavano e quando si è mossa la Banca centrale di Pechino con la maggiore iniezione di liquidità degli ultimi tempi per quasi 17 miliardi di euro si è scatenato l'effetto contrario: l'intervento era talmente elevato che gli operatori hanno avvalorato l'ipotesi che i problemi fossero davvero seri. E quindi hanno venduto con ancora maggiore intensità.
BOLLA FINANZIARIA ALLA BORSA DI SHANGHAI
Ma anche il clima generale ha molto favorito il crollo: da metà giugno, quando le Borse cinesi hanno toccato ampiamente i massimi post crisi, i listini del gigante asiatico hanno ceduto il 27%, con molti investitori che stanno concretizzando i guadagni. E' il tema della fuga dei capitali dai cosiddetti Paesi emergenti: negli ultimi due mesi si sta registrando la maggiore uscita degli ultimi sette anni di fondi da questi mercati e le Borse cinesi sembrano soffrire particolarmente, con l'intervento in 'pronti contro termine' della People's Bank che ha rafforzato l'idea che il flusso non si stia fermando, anzi.
E le ragioni di questa fuga appaiono chiare: i mercati emergenti sono sotto pressione anche per il rafforzamento del dollaro, che porta a scarse remunerazioni degli asset finanziari e dei bond dei Paesi emergenti, oltre che delle loro valute. Il rublo precipita da mesi, il ringgit della Malesia (una delle nazioni maggiormente sotto l'attacco della speculazione) anche e Pechino in questo quadro ha dovuto svalutare lo yuan per mantenere competitive le proprie esportazioni.
Gli analisti si aspettano che le sorprese dalla moneta cinese non siano finite, ma per ora il crollo delle Borse ha influito poco sugli altri mercati asiatici ed europei. Bangkok ha infatti chiuso in calo del 2% dopo l'attentato nel centro della capitale, Sidney di oltre un punto percentuale ma ancora sulla debolezza delle materie prime, Tokyo ha tenuto insieme agli altri principali listini dell'area. In Europa le Borse hanno registrato cali frazionali mentre Wall Street aspetta segnali della Federal Reserve sui tassi.
In Cina la volatilità è invece attesa ancora alta, con una seconda contraddizione: il mercato immobiliare migliore delle previsioni fa temere che il governo possa allentare gli stimoli all'economia. Anche in vista del piano quinquennale che dovrebbe arrivare nel 2016, mentre i mercati chiedono una cosa sola: la dose giornaliera di capitale fresco.
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