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Luca Fornovo per www.lastampa.it
Ci vogliono vent’anni per costruire una reputazione e cinque minuti per rovinarla». Proprio cinque minuti no, ma cinque giorni sono bastati a scalfire, se non la reputazione, almeno una fetta del patrimonio di Warren Buffett. La settimana più nera dal 2011 per le Borse, con il crollo partito da Shanghai e arrivato fino a Wall Street, è costata cara al terzo uomo più ricco del mondo: esattamente 3,6 miliardi di dollari su un patrimonio che Forbes stima in 63,4 miliardi.
Secondo l’indice Bloomberg dei miliardari è proprio lui, l’oracolo degli investitori, ad aver subito la perdita in dollari più pesante della scorsa settimana, a causa dello scivolone del 5% della sua società, la holding Berkshire Hathaway.
Ma Buffett si trova in buona compagnia. Sono 400 gli uomini più ricchi del mondo, inclusi nell’indice Bloomberg, che nella scorsa settimana hanno perso 182 miliardi (161 miliardi di euro) sotto le raffiche della crisi cinese e il crollo delle materie prime. Solo guardando al venerdì nero del 21 agosto, l’indice ha perso 76 miliardi. La Cina, con la svalutazione dello yuan e la caduta dei mercati, ha toccato da vicino anche gli imprenditori del made in Italy. In particolare tre fra i più ricchi: il patron di Luxottica, Leonardo Del Vecchio, Giovanni Ferrero che guida il colosso della Nutella e Stefano Pessina, a capo della multinazionale di cosmetica e farmaceutica Alliance Boots.
Insieme hanno perso, solo nel venerdì nero delle Borse, oltre un miliardo di dollari: a rimetterci di più è stato Pessina (551 milioni su un patrimonio di 13,8 miliardi), mentre per Del Vecchio la perdita è stata di 362 milioni su una ricchezza valutata 22,7 miliardi, e Ferrero ha sfiorato un rosso di 200 milioni (22,6 miliardi di patrimonio).
Scorrendo l’indice Bloomberg ci si imbatte anche nel Cavaliere e nel re della moda milanese. Ma per Silvio Berlusconi e Giorgio Armani le perdite del «Black friday» sono decisamente più contenute: 38 milioni il primo e 44 milioni il secondo. Ma lo tsunami che ha colpito Shanghai, Hong Kong e le altre Borse ha picchiato duro soprattutto sui miliardari cinesi.
Secondo Bloomberg, i 26 uomini più ricchi hanno perso 18,8 miliardi la scorsa settimana. La batosta peggiore, con una perdita secca di 3,5 miliardi, l’ha patita Wang Jianlin, patron della Dalian Wanda Commercial Properties Co., uno dei più grandi gruppi immobiliari che oltre agli alberghi di lusso ha una delle più importanti industrie cinematografiche cinesi.
Ma nel club dei miliardari almeno undici, a dispetto delle turbolenze finanziarie, sono riusciti a guadagnare di più nella settimana nera dei mercati. Tra questi l’indiano Dilip Shanghvi, 59 anni di Amreli, fondatore e capo indiscusso del Sun Pharmaceutical Industries, il più grande gruppo farmaceutico dell’India. Shanghvi, trentanovesimo uomo più ricco del mondo, la scorsa settimana ha visto il suo patrimonio salire di 467 milioni. Chissà se avrà guadagnato seguendo proprio una delle regole d’oro di Buffett: quando il sangue scorre per le strade di Manhattan è il momento di comprare.
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