LA CADUTA DELL’ANGELONE - RIZZOLI E’ ACCUSATO DI UNA BANCAROTTA FRAUDOLENTA DA 30 MILIONI DI EURO - AVREBBE FATTO FALLIRE QUATTRO CONTROLLATE DIROTTANDO GLI UTILI NELLA “CASSAFORTE” IMMOBILIARE DI FAMIGLIA E ACCUMULANDO DEBITI CON L’ERARIO - INDAGATA ANCHE LA MOGLIE, LA PARLAMENTARE DEL PDL MELANIA DE NICHILO - SEQUESTRATI IMMOBILI E SOCIETA’ PER 7 MILIONI: SIGILLI ALLA RESIDENZA DI 21 VANI AI PARIOLI…

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Da Repubblica.it

L'imprenditore cinematografico Angelo Rizzoli è stato arrestato questa mattina a Roma. E' accusato di bancarotta fraudolenta. La Procura capitolina contesta a Rizzoli un crac finanziario da 30 milioni di euro. Sequestrate società e immobili per un valore di 7 milioni. L'ordine di custodia cautelare è stato eseguito dalla Guardia di Finanza su disposizione della Procura di Roma. Nella stessa inchiesta è indagata anche la moglie di Rizzoli, deputato del Pdl, Melania De Nichilo. Concorso in bancarotta il reato ipotizzato nei confronti della parlamentare.

Rizzoli è malato, e la procura di Roma ha chiesto al gip di modificare l'ordinanza di custodia cautelare in carcere in un provvedimento di ricovero provvisorio in una struttura idonea. Sarà trasferito nel reparto protetto dell'ospedale Sandro Pertini. Il gip Aldo Morgigni si è riservato di decidere sulla richiesta di applicare gli arresti domiciliari per motivi di salute presso una struttura ospedaliera. Scioglierà la riserva lunedì dopo l'interrogatorio di garanzia.

Il noto produttore televisivo e cinematografico, nonché ex editore, è stato arrestato oggi in qualità di amministratore unico della 'Rizzoli audiovisivi srl (oggi Tevere audiovisivi srl.) società holding in liquidazione, con l'accusa di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale per aver cagionato con dolo il fallimento di 4 delle società controllate (Produzioni internazionale srl, Ottobre film srl, Delta produzioni srl e Nuove produzioni srl).

Contemporaneamente sono stati sequestrati beni del valore stimato di circa 7 milioni di euro, compresi la residenza della famiglia Rizzoli ai Parioli in via Pietro Paolo Rubens (composta da 21 vani), la tenuta 'Cà de dogi' e diversi terreni a Capalbio (Grosseto) oltre ad alcune quote societarie.

L'operazione rappresenta l'epilogo di complesse indagini del nucleo polizia tributaria di Roma, coordinate dalla procura della capitale (procuratore aggiunto Nello Rossi e i sostituti procuratori Francesco Ciardi e Giorgio Orano), avviate a seguito dell'istanza di concordato preventivo presentata il 30 aprile 2012 dalla Tevere audiovisivi (già Rizzoli audiovisivi spa e poi srl), storica casa di produzione televisiva e cinematografica costituita e diretta da Angelo Rizzoli, capogruppo di una holding composta da altre società operanti nel medesimo settore, tutte fallite tra gennaio 2011 e marzo 2012.

Le indagini hanno accertato che Rizzoli fosse il dominus assoluto delle società mentre gli amministratori si limitavano unicamente a svolgere una funzione di "prestanome", privi di qualsiasi potere decisionale e percependo per il loro ruolo solo saltuarie remunerazioni da Rizzoli stesso, che invece incamerava tutti gli utili. In pratica Rizzoli utilizzava le società controllate (poi dichiarate fallite) per la produzione in subappalto dalla controllante Rizzoli Audiovisivi di prodotti cinematografici e televisivi, i cui proventi venivano poi incamerati interamente dalla controllante stessa. Quest'ultima ometteva di pagare le fatture delle controllate operative, rendendo le stesse non in grado di far fronte ai debiti assunti nei confronti dei propri fornitori e soprattutto dell'Erario (per oltre 14,5 milioni di euro) e degli Istituti Previdenziali (Inps ed Enpals), per oltre 6 milioni di euro. Da qui l'istanza di fallimento presentata dall'Agente della riscossione Equitalia.

Tra le produzioni televisive realizzate dalle società poi fallite si citano le note fiction tv "Capri", "Il Generale della Rovere", "Ferrari", "Cuore", "Marcinelle" e l'opera cinematografica "Si può fare". Di fatto le indagini del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma hanno evidenziato come Rizzoli abbia fatto fallire le società del suo gruppo non per salvaguardare l'equilibrio patrimoniale della holding (peraltro anch'essa in stato di insolvenza), ma per il profitto personale proprio e della sua famiglia. A prescindere dei risultati economici dell'attività produttiva, infatti, le risorse economiche della Rizzoli Audiovisivi sono state sistematicamente distratte e dissipate nel corso degli anni a favore della costituzione di un notevole patrimonio immobiliare (oggi sequestrato), concentrato in un'altra società partecipata, la Gedia srl, amministrata dalla moglie di Angelo Rizzoli.

Tale ultima società ha beneficato di continui finanziamenti - per oltre 6,7 milioni di euro - provenienti dalla Rizzoli Audiovisivi per sostenere le spese per l'acquisizione, la ristrutturazione, la gestione ed il mantenimento delle possidenze immobiliari in uso ai coniugi Rizzoli, tra cui la residenza ai Parioli e la tenuta di Capalbio. Successivamente, con atto di scissione, la società Gedia srl (una vera e propria cassaforte di famiglia), usciva dal gruppo Rizzoli, in modo da sottrarre ai creditori in sede di concordato il patrimonio immobiliare che avrebbe ben potuto garantire l'ingente buco del gruppo, pari ad oltre 30 milioni di euro.

Figlio di Andrea Rizzoli, presidente dell'omonima casa editrice, 'Angelone' Rizzoli è stato chiamato in giudizio sei volte dalla magistratura italiana, per 26 anni consecutivi. Arrestato nel 1983 per bancarotta fraudolenta in amministrazione controllata, con l'accusa di aver fatto sparire i fondi destinati all'aumento di capitale del 1981, era stato condannato, con pena condonata, a tre anni e quattro mesi di reclusione. In un processo successivo la Cassazione aveva sentenziato (1992) che l'imprenditore non aveva trattenuto una parte dei fondi pagati da "La Centrale" di Roberto Calvi. Quei fondi erano scomparsi per opera di Tassan Din, Gelli e Ortolani. Nel 2006 il reato per cui fu arrestato nel 1983 è stato depenalizzato, Rizzoli ne ha chiesto l'archiviazione.

 

ANGELO E MELANIA RIZZOLI Melania e angelo Rizzoli MELANIA E ANGELO RIZZOLI ANGELO E MELANIA RIZZOLI Roberto Calvi RIZZOLI E BRUNO TASSAN DINLicio Gelli