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DAGOREPORT - SERVIZI E SERVIZIETTI: IL CASO ALMASRI E' UN “ATTACCO POLITICO” ALLA TRUMPIANA MELONI?…
1 - COSÃ GLI ZINGARI CONTROLLAVANO LA SERIE A...
Giuliano Foschini Marco Mensurati per "la Repubblica"
Quarantuno numeri di telefono, da Roma all'Ungheria, dalla Serie A italiana alla seconda serie svizzera, una ragnatela di contatti, un mondo di informazioni, un grande business. Un migliaio di telefonate, il centro dello scandalo. L'inchiesta della procura di Cremona sul calcioscommesse italiano non è finita. E per ripartire punta proprio dal centro internazionale del suo scandalo: Hrystian Ilievski, il latitante macedone, il capo degli Zingari che nel 2010 e nel 2011 ha girato per i ritiri e per gli stadi della A e della B a comprare informazioni, minacciare giocatori, appattare partite.
Quella ragnatela è stata ricostruita ora, anche graficamente, dagli uomini del Servizio centrale operativo della Polizia, i migliori investigatori italiani che da due anni stanno indagando sul giro di scommesse attorno al nostro calcio. Ci sono le telefonate con Zamperini, l'uomo che secondo gli investigatori è stato il passepartout di Ilievski per la Serie A. Ci sono le chiamate con Carobbio, oggi pentito, ieri uomo del gruppo in Serie B.
A interessare molto gli investigatori sono poi i contatti con gli altri gruppi internazionali di scommettitori, a partire dagli asiatici. Ilievski (la sua utenza era intestata a un fantomatico Viktor Kondic) era in contatto diretto con il gruppo di Singapore, guidato da Tan Seet Eng, ma nello stesso tempo aveva stretto un patto con gli ungheresi: soci d'affari tanto da stringere, in tribuna d'onore a San Siro durante Inter-Barcellona di Champions League, un patto, una sorta di joint venture internazionale per lavorare insieme, senza farsi troppa concorrenza, sulle partite dei campionati italiani. Per esempio Lecce-Lazio, ultima giornata della stagione 2010-2011, che secondo gli investigatori fu gestita da Zingari, asiatici e ungheresi.
E proprio nell'ambito della transnazionalità dell'inchiesta, lungo l'asse Zingari-Bulgaria- Italia, nelle carte di Cremona sono finiti anche alcuni fatti di cronaca. Nera. «Vi informiamo - scrive l'Interpol alla Polizia italiana - che le autorità di Sofia stanno indagando su un omicidio collegato alle scommesse illegali nel mondo del calcio (...) il 4 aprile scorso a Sofia è stato ucciso il cittadino bulgaro Yordan Petrov Dinov, nato il 24.08.1972, titolare e legale rappresentante di due agenzie di gioco d'azzardo in Internet: scommesse su eventi sportivi (incontri di calcio, eccetera).
Secondo le informazioni disponibili - continua - Dinov ha inviato un rapporto alla sede della Uefa in Svizzera nel quale indicava che a causa della corruzione nella lega calcio bulgara alcuni incontri del campionato bulgaro erano stati predeterminati ». In particolare Dinov, che lavorava per l'agenzia di scommesse Skysport 365, la stessa che collabora con le procure di Bari e Cremona, aveva denunciato la combine tra Cherno More e Lokomotiv Sofia, terminata 3-0, lo scorso primo aprile. Tre giorni dopo è stato ammazzato.
Il ruolo della criminalità organizzata continua a essere al centro anche dell'indagine
della procura di Bari che ha in piedi un fascicolo per 416 bis (associazione mafiosa): gli investigatori - che stanno per chiudere il filone che riguarda le partite truccate dal Bari nel campionato 2010-2011, filone nel quale sono coinvolti giocatori di Serie A e i vecchi dirigenti del Lecce - sono convinti che la criminalità organizzata abbia avuto un ruolo diretto nella raccolta delle scommesse e nello svolgimento di alcuni incontri. Per questo il procuratore Antonio Laudati e il pm Ciro Angelillis, oltre che per frode sportiva, indagano per riciclaggio.
2 - PROCURA, IL GIORNO DEL NAPOLI GIANELLO ACCUSA: IL CLUB TREMA...
Matteo Pinci per "la Repubblica"
Il giorno del Napoli. La Procura federale apre le porte al filone partenopeo delle indagini sul calcioscommesse. Davanti agli uomini di Palazzi sfileranno il tecnico Mazzarri, il capitano Paolo Cannavaro, il difensore Grava, l'ex azzurro Mascara. Ma a catalizzare l'attenzione sarà soprattutto Matteo Gianello, ex terzo portiere del Napoli, l'uomo intorno a cui ruota l'indagine.
Inevitabile che, alla sua posizione, sia legata anche quella del club azzurro: la Disciplinare ha certificato nel corso del recente processo sportivo (oggi sono attese le sentenze della Corte di Giustizia sui ricorsi in appello) come davanti al patteggiamento collaborativo dei tesserati coinvolti anche il club possa chiedere di patteggiare la propria pena.
Da escludere che Gianello possa ritrattare quanto ammesso davanti al pm di Napoli il 15 giugno 2011, quando confessò di aver ricevuto da Silvio Giusti (che ieri in Procura Federale si è avvalso della facoltà di non rispondere) la richiesta di «contattare qualcuno dei compagni di squadra per rendere maggiormente sicuro il risultato della partita» Sampdoria-Napoli del 16 maggio 2010, poi finita 1-0. Aggiungendo di avere avanzato la proposta per «aggiustare la partita» a Paolo Cannavaro e a Grava.
I due, che davanti ai magistrati hanno negato la circostanza, secondo il portiere «diedero immediatamente risposta negativa». Da capire se Gianello confermerà l'episodio o se le sue parole potranno configurare uno scenario diverso dall'omessa denuncia per i suoi ex compagni. Ma il pool di Palazzi approfondirà anche Lecce-Napoli 2-1 (8 maggio 2011) per la quale è già stato ascoltato De Sanctis, e Napoli-Inter 1-1 (15 maggio 2011), quella dei «9 su 11» disposti ad accontentarsi. Un pareggio che Mazzarri definì il «frutto di una legge non scritta».
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