philippe donnet francesco gaetano caltagirone generali

GENERALI, DIETRO LA COLLINA – CALTAGIRONE SI È DIMESSO DAL CDA PER AVERE LE MANI LIBERE CONTRO DONNET E NAGEL: ORA NON SARÀ PIÙ TENUTO A COMUNICARE EVENTUALI E ULTERIORI ACQUISTI DI AZIONI FINO AL RAGGIUNGIMENTO DEL 10% - COSÌ I PATTISTI POTRANNO PAREGGIARE (E SUPERARE MEDIOBANCA) SENZA RENDERE CONTO PUBBLICAMENTE – LA CONSOB SEGUE “CON ATTENZIONE” LA VICENDA

Generali: Consob segue con attenzione ultimi sviluppi

francesco gaetano caltagirone

(ANSA) - MILANO, 14 GEN - La vicenda Generali-Mediobanca "è all'attenzione degli uffici della Consob anche nei suoi ultimi sviluppi".

 

E' quanto si apprende da fonti della Commissione all'indomani delle dimissioni dal Cda della compagnia di Francesco Gaetano Caltagirone.

 

Date le accuse rivolte dall'imprenditore contro il board, riportate in parte nel comunicato con il quale Generali ha reso noto il passo indietro di Caltagirone con la risposta del presidente Gabriele Galateri, non è escluso che la Consob possa chiedere di acquisire la lettera di dimissioni e di valutare se eventuali contenuti price sensitive siano da rendere noti al mercato.

    In campo resta inoltre l'Ivass. L'istituto di vigilanza sulle assicurazioni "segue con grande attenzione questa fase, interessata al buon funzionamento della compagnia e del mercato"

francesco gaetano caltagirone philippe donnet

 

SENZA CARICA IN CDA CALTAGIRONE ORA HA LE MANI LIBERE CONTRO GENERALI

Camilla Conti per “La Verità”

 

Francesco Gaetano Caltagirone si libera le mani per avviare la battaglia di Trieste sulle Generali insieme a Leonardo Del Vecchio e Fondazione Crt contro Mediobanca. Giovedì sera il consigliere di amministrazione, vicepresidente vicario, consigliere non indipendente nonché membro di vari Comitati (tra cui quello sulle nomine e sulla corporate governance e sulle operazioni strategiche) ha comunicato al gruppo assicurativo le sue dimissioni dal cda.

 

PHILIPPE DONNET ALBERTO NAGEL

Una decisione che è stata motivata, si legge nella nota stampa diffusa alle 23.30 di giovedì dalla compagnia triestina - «richiamando un quadro nel quale la sua persona sarebbe palesemente osteggiata, impedita dal dare il proprio contributo critico e ad assicurare un controllo adeguato facendo riferimento alle modalità di lavoro del cda». E in particolare: «Alla presentazione e approvazione del piano strategico; alla procedura per la presentazione di una lista da parte del Consiglio; alle modalità di applicazione della normativa sulle informazioni privilegiate; all'informativa sui rapporti con i media (ricordiamo che Caltagirone è l'editore del Messaggero, del Mattino e del Gazzettino, ndr) e con i soci significativi, ancorché titolari di partecipazioni inferiori alle soglie di rilevanza».

 

La nota del Leone spiega anche che a oggi Caltagirone detiene direttamente o attraverso società a lui riconducibili una quota del capitale sociale di Assicurazioni Generali Spa. pari all'8,04 per cento.Il presidente della compagnia, Gabriele Galateri, ha espresso «vivo rammarico e sorpresa per la decisione» di Caltagirone.

Generali Assicurazione

 

Sottolineando che «le motivazioni addotte non possono che essere categoricamente respinte avendo la società sempre condotto la sua attività secondo criteri di assoluta trasparenza e rigorosa correttezza, anche relativamente ai lavori per la presentazione di una lista per il rinnovo del consiglio, di cui ha costantemente informato le autorità di vigilanza» e «ai suddetti principi ci si è attenuti nei rapporti con tutti i consiglieri, senza eccezione alcuna e in ogni occasione».

 

LEONARDO DEL VECCHIO NAGEL

Di certo però, Caltagirone non sarà più tenuto a comunicare eventuali e ulteriori acquisti di azioni Generali fino al raggiungimento, ormai probabile, del 10% della compagnia. Il patto potrà così pareggiare o superare Mediobanca senza doverne rendere conto pubblicamente. Le sue dimissioni dal board lo svincolano infatti dagli obblighi di comunicazione dei cosiddetti internal dealing.

 

Donnet Caltagirone Del Vecchio

Obblighi ai quali, invece, dovrà continuare a sottostare Del Vecchio (che possiede il 6,618%), legato a un patto di consultazione con Fondazione Crt (1,538%) e con lo stesso Caltagirone che raccoglie, a oggi, il 16,133% e punta a ottenere un cambio della governance, a cominciare dall'amministratore delegato, Philippe Donnet, nell'assemblea di fine aprile. Il patto potrà pareggiare o superare Mediobanca senza doverne rendere conto pubblicamente ma dovrà comunicare l'incremento della propria quota in due casi: se uno dei suoi attuali componenti superasse una soglia rilevante ai fini Consob (cioè il 3%, il 5% o il 10%) o se il patto stesso andasse oltre il 20%. Oppure se altri soggetti si aggiungeranno all'accordo di consultazione. In quest' ultimo caso gli occhi sono puntati sulla holding dei Benetton Edizione, che detiene quasi il 4% del Leone.

 

ASSICURAZIONI GENERALI

Sia a Ponzano Veneto, sia sul mercato, si attende la prossima presentazione da parte dei pattisti della loro proposta di piano industriale e di nuovo management per il Leone. Piani che, al netto delle critiche mosse contro Donnet e contro l'altro azionista Mediobanca (che detiene il 13% del capitale e il 17% dei diritti di voto ed è a favore della riconferma dell'ad), sono ancora assai oscuri.

 

Mentre all'investor day di metà dicembre il manager francese al timone del Leone dal 2016 ha assicurato che le Generali distribuiranno ai soci fino a 5,6 miliardi di dividendi entro il 2024. E presentato un business plan passato con i voti favorevoli di 11 membri su 13 visto il voto contrario dell'imprenditore romano e l'assenza di Romolo Bardin, consigliere espressione di Del Vecchio.

 

Di certo, la lista dei candidati per il rinnovo del board stilata dall'attuale Consiglio deve essere presentata entro il 28 marzo, mentre quella del patto Caltagirone-Del Vecchio-Crt dovrà arrivare entro il 2 aprile con dentro anche il nome del candidato alternativo a Donnet.

LEONARDO DEL VECCHIO NAGEL

 

Va inoltre ricordato che anche il mercato avrà un ruolo importante nell'assemblea di primavera perché le azioni della compagnia per il 34,98% sono in mano a fondi e assicurazioni e per il 7,98% ad altri istituzionali come le fondazioni, con il 22,74% controllato dal retail. In Piazza Affari ieri il titolo delle Generali ha lasciato sul terreno l'1,5%, mentre l'azionista Mediobanca ha ceduto l'1,1 per cento. I riflettori della Vigilanza restano accesi. Il tema è da mesi all'attenzione degli uffici della Consob e anche l'Ivass, l'autorità del mercato assicurativo, segue con grande attenzione questa fase.