DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Mediobanca si prepara al cambio nella governance che prevede un presidente non esecutivo, il taglio da cinque a tre manager nel board, l'ingresso da uno a due rappresentanti della lista minoranza e la diminuzione delle poltrone: saranno 15 quelle del prossimo consiglio di amministrazione, il primo con il nuovo statuto. Una riduzione - attualmente sono 17 i consiglieri dopo le recenti dimissioni di Marina Natale - che vedrà l'uscita, tra gli altri, di Gilberto Benetton e Tarak Ben Ammar. È quanto apprende l'Adnkronos.
Per il primo, trevigiano classe 1941, consigliere di Piazzetta Cuccia dall'ottobre 2002, lo stop sembra d'obbligo: "Non può essere eletto consigliere chi abbia compiuto il settantacinquesimo anno di età", recita l'articolo 15 dello statuto. I francesi, invece, potrebbero privarsi dell'imprenditore franco-tunisino: scendono a due i rappresentanti del gruppo Bolloré nel board e appaiono scontate le conferme di Vanessa Labérenne e Marie Bolloré. La 29enne figlia del finanziere bretone, con altri nove incarichi in Francia, non sarebbe idonea a sedere nel cda, secondo i nuovi vincoli della Bce in termini di onorabilità e professionalità.
Restano al loro posto il presidente Renato Pagliaro, l'amministratore delegato Alberto Nagel e il direttore generale Francesco Saverio Vinci. Confermati i vicepresidenti: Marco Tronchetti Provera e Maurizia Angelo Comneno, rappresentante di Unicredit insieme a Elisabetta Magistretti. Con le dimissioni della Natale, la rinuncia a una poltrona per l'istituto guidato da Mustier è già realtà.
Verso l'addio Mauro Bini, indicato da Assogestioni, Gian Luca Sichel e Alexandra Young. Un'uscita, quest'ultima, che imporrebbe una nomina femminile: da statuto le donne devono essere "almeno un terzo" dei componenti del board. Le liste dei candidati per il prossimo cda, in carica per tre anni, verranno rese note dopo la riunione del patto di sindacato in agenda il 19 settembre prossimo.
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