DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell’articolo di Daniele Autieri per “la Repubblica - cronaca di Roma”
« Rimetti a noi i nostri debiti » recita il Padre Nostro. E nel Giubileo di Papa Francesco che promette di ritagliare uno spazio e una preghiera anche per gli indebitati, i cittadini romani che le Scale sante hanno salito e sceso più e più volte, cullano una sottile speranza.
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Alla fine del 2023 – secondo quanto calcolato dalla Banca d’Italia – i debiti accumulati dalle famiglie romane hanno raggiunto i 93 miliardi di euro. In media ogni romano si porta sulle spalle un fardello finanziario di 20mila euro ( più alto della media nazionale di 17.500 euro) che prima o poi dovrà restituire ai suoi creditori. E non è un caso forse che proprio in seno alla Santa Sede il tema del debito e degli indebitati sia tornato in primo piano […]
Il problema primario, per molte di esse, è il credito al consumo: automobili, letti, divani, cellulari, lavatrici, anche nella capitale tutto si compra a rate. Banca d’Italia segnala che tra il marzo del 2023 e il marzo del 2024 i prestiti per i mutui sono diminuiti dello 0,2%, mentre il credito al consumo è cresciuto del 5%, con tassi di interesse che hanno raggiunto anche l’8,8%.
Soldi richiesti per spese minime, con i due terzi dei contratti stipulati nell’ultimo anno che non supera i 5mila euro e la metà dei nuovi contratti firmati da soggetti appartenenti alle classi a maggior rischio. È proprio nella fragilità economica e sociale che il credito al consumo diventa strumento di sopravvivenza per una fascia di popolazione cittadina sempre più ampia e trasversale.
L’Ufficio Statistica del Campidoglio conferma che il debito si annida tra le fasce più deboli e calcola che il 3,5% dei romani manifesta una grande difficoltà ad arrivare a fine mese, il 17,7% della popolazione urbana è esposto al rischio di povertà o esclusione sociale, il 6,3% subisce il sovraccarico del costo dell’abitazione, mentre il 30,8% ha assistito nel 2023 a un peggioramento della propria condizione economica rispetto al 2022.
Preoccupano quindi i tassi di interesse, cresciuti proprio nel 2022 e trasformati in un sovraccarico per i cittadini, ma anche per le imprese. Sul fronte delle aziende il debito contratto – soprattutto con le banche – ha raggiunto gli 81 miliardi di euro, ovvero in media il 36% del fatturato complessivo delle imprese romane.
Anche per le aziende il problema è quello del tasso variabile: appena il 35% di esse ha stipulato prestiti a tasso fisso, quindi i due terzi sono chiamate a fare i conti con un aumento dei costi che in molti casi pesa sui bilanci.
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Con l’inizio dell’anno santo è previsto anche un passo storico del debito che riguarda Roma Capitale. Il 31 gennaio del 2025 chiuderà la gestione commissariale di Roma, istituita nel 2008 per maneggiare un debito accumulato negli anni di oltre 12 miliardi di euro. Il provvedimento, inserito nel decreto Milleproroghe del governo, prevede che i debiti del comune non richiesti entro quella data saranno cancellati arrivando non solo a una quantificazione chiara del debito complessivo, ma anche a una sua definitiva razionalizzazione. Ma per questo – anche se incombe l’Anno Santo – ci vorrà un miracolo.
poverta in italiaCAMPIDOGLIO AULA GIULIO CESARE CONSIGLIERI COMUNALI
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