CAPITALISTI SENZA CAPITALE - I SOCI DEL PATTO RCS, SENZA UN EURO IN TASCA, LASCIANO IN SOSPESO L'AUMENTO DI CAPITALE - SPERANO ARDENTEMENTE NEL NUOVO PIANO INDUSTRIALE DELL’AD SCOTT JOVANE - FUORI DAL PATTO DEI DINOSAURI, ROTELLI E LO SCARPARO AFFILANO I COLTELLI CONTRO IL DUPLEX ELKANN-NAGEL…

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

L. G. per il Sole24 Ore

I soci del patto Rcs MediaGroup lasciano in sospeso il delicato tema dell'aumento di capitale. La riunione tra gli azionisti sindacati, tenuta nella mattinata di ieri, si è svolta - secondo ambienti finanziari - in «un'atmosfera serena». L'occasione ha permesso un primo faccia a faccia con il nuovo amministratore delegato, Pietro Scott Jovane, che ha ben impressionato i soci del gruppo editoriale, sicuri che il manager abbia «preso in mano la situazione».

Tuttavia, non è ancora stata sciolta la riserva sull'opportunità o meno di ricorrere a un'iniezione di liquidità. Prima i soci vogliono poter vedere ed esaminare il nuovo piano industriale sul quale Jovane si sta applicando. Un piano che, come sottolineato dai pattisti, non dovrà dare per scontata la necessità di una richiesta di mezzi freschi.

L'amministratore delegato dovrà dunque valutare, in piena autonomia, se esistono strade alternative che non impongano, considerate le cessioni effettuate e quelle future, un ricorso al mercato dei capitali. Una «linea guida» condivisa da tutti i soci del patto. Il che ha consentito, come riferito da Radiocor, che l'incontro si svolgesse in un clima positivo.

Certamente i soci sono perfettamente consapevoli del quadro in cui opera Rcs e nello specifico dei numeri del gruppo editoriale. Tuttavia, la decisione finale su come supportare l'azienda verrà presa solo a valle della definizione del piano che in ogni caso dovrà prima passare il vaglio del consiglio di amministrazione.

Il progetto, peraltro, arriverà certamente dopo l'assemblea per la riduzione del capitale per perdite che si terrà il prossimo 16 ottobre. «L'assemblea sarà l'occasione per fare un po' i conti e decidere», ha riferito una fonte a Radiocor che ha poi aggiunto: «Ciò in considerazione anche dei 240 milioni di euro di liquidità entrati in cassa con la cessione di Flammarion» che ha ridotto «di circa il 20% l'indebitamento».

Sui tempi del piano, qualcuno ipotizza però una finestra più lunga e immagina che il progetto sarà pronto per la fine dell'anno. Magari, per quella data, saranno sciolti un paio di nodi chiave circa l'assetto azionario di Rcs. Il primo è il ruolo futuro che giocherà Unipol nella partita, in qualità di azionista di controllo di Fondiaria Sai. Bologna ha ereditato una quota del 5,257% della società e dovrà decidere se restare socio stabile o se dismettere il pacchetto.

Sullo sfondo, poi, sono da capire i movimenti dei soci fuori patto. Diego Della Valle ha recentemente comunicato di essere salito all'8,7% ma voci di mercato lo danno a un passo dal 10%. Giuseppe Rotelli ha invece smentito categoricamente di essere salito oltre il 16%. Entrambi, però, ritengono necessaria, e in tempi stretti, una ripatrimonializzazione.

Una posizione che, allo stato, non sembra preoccupare i soci sindacati. Tanto che anche la recente ascesa di Della Valle è stata commentata con toni composti dalla riunione del patto. Un summit al quale erano presenti tutti i soci, da John Elkann, presidente della Fiat, - arrivato di prima mattina e poi intrattenutosi in una colazione di lavoro con l'amministratore delegato e il presidente di Rcs Mediagroup - a Renato Pagliaro per Mediobanca, Giovanni Bazoli per Mittel, fino a Bruno Lescoeur per Edison.

 

scott jovineELKANN DELLA VALLE PERRONE LUCA CALLEGARI E PIETRO SCOTT JOVANE