DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
Eugenio Cau per www.ilfoglio.it
L’Amministrazione Trump ha raggiunto un accordo con l’azienda di telecomunicazioni cinese Zte per porre fine al bando delle forniture che aveva provocato la sospensione della produzione del colosso industriale. Il segretario del Commercio, Wilbur Ross, ha detto che l’accordo prevede il pagamento di una multa da un miliardo di dollari e la presenza di funzionari del governo americano all’interno dell’azienda, per controllare che gli estremi dell’accordo siano rispettati da parte cinese. L’azienda, ha detto Ross, dovrà inoltre fare dei cambiamenti nel management e depositare 400 milioni di dollari come garanzia in caso di future violazioni.
L’Amministrazione aveva imposto lo scorso aprile a Zte sanzioni durissime, che impedivano ai fornitori americani di Zte di continuare a lavorare con l’azienda e che, nel giro di una decina di giorni, avevano completamente bloccato la produzione del gigante cinese, evidenziando uno stato di dipendenza dalla tecnologia americana che aveva allarmato tutto il sistema cinese, fino al presidente Xi Jinping.
Le sanzioni erano state imposte perché, secondo Washington, Zte non aveva rispettato i termini di un accordo precedente in cui aveva acconsentito di pagare una multa di un altro miliardo di dollari per aver venduto prodotti contenti tecnologia americana ai regimi iraniano e nordcoreano.
Nelle scorse settimane, dopo che Donald Trump aveva annunciato con un tweet la sua volontà di trovare un accordo con Zte che permettesse di evitare la “perdita di posti di lavoro cinesi”, molti membri del Congresso americano, guidati dal repubblicano Marco Rubio, avevano promesso che avrebbero bloccato il deal.
L’Amministrazione americana ha deciso di trattare separatamente la questione di Zte e quella dei negoziati sulla trade war in corso tra Washington e Pechino, che si protraggono da settimane senza trovare soluzione. Nell’ultimo round di negoziati, che si è tenuto lo scorso fine settimana a Pechino, i cinesi si sarebbero offerti di comprare beni americani per 70 miliardi di dollari con l’obiettivo di ridurre il deficit commerciale, ma si sarebbero rifiutati di fare promesse sui temi della difesa della proprietà intellettuale e dei trasferimenti tecnologici.
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