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Carmelo Lopapa per âLa Repubblica'
La più attesa delle tegole piomba sul beauty center di Riva del Garda e getta comunque nello sconforto un Silvio Berlusconi ancora intento a specchiarsi compiaciuto nei panni del "riformatore". L'apertura del Ruby-ter gli era stata preannunciata dagli avvocati (coinvolti) Ghedini e Longo, ma la coincidenza di tempi con l'exploit di sabato scorso al Nazareno al fianco di Renzi la giudica «più che sospetta».
Giovanni Toti che lo accompagna nella settimana in spa, lascia il Garda per 36 ore, il Cavaliere riceve decine di telefonate dei suoi, l'umore è nero. C'è il timore che vengano ravvisate «esigenze cautelari », ora che è rimasto privo dello scudo dell'immunità , nonostante abbia fatto sapere di aver interrotto gli emolumenti (2.500 al mese) alle olgettine. à lo spettro dei domiciliari.
Unito all'avvilimento per quell'udienza sull'affidamento ai servizi sociali (per la sentenza Mediaset) già fissata per il 10 aprile, giusto ad apertura della campagna elettorale per le Europee. E puntuale, con la notizia arrivata ieri dalla Procura di Milano, monta la rabbia di queste occasioni. «à un gioco che va avanti da 20 anni - è stato lo sfogo - Non appena sto per chiudere un accordo epocale, che fa saltare tutti gli schemi, tentano puntualmente di farmi fuori, di colpirmi per bloccare le riforme». Nientemeno che un complotto per farle saltare.
Dalla prossima settimana il ritorno in tv, perché, sostiene al telefono, «dopo la decadenza non ho mai parlato in pubblico e voglio spiegare agli italiani cosa sta accadendo e perché sediamo al tavolo delle riforme». Anche per ribadire il concetto inviato per iscritto ieri al convegno promosso dal senatore Domenico Scilipoti: «Non ho alcuna intenzione di farmi da parte. Resto in campo, più convinto che mai di dover combattere fino alla fine per veder prevalere quello in cui credo profondamente».
Messaggio concluso col consueto affondo contro la magistratura che «da venti anni ha commissariato la politica», cambiando «per quattro volte» l'esito delle urne. Nei commenti coi più fidati, il leader forzista non manca di chiamare in causa il capo dello Stato, la speranza ormai ridotta al lumicino che Napolitano voglia «finalmente pacificare il Paese», come sogna il Cavaliere: «Ho fatto nascere il governo che voleva lui, sto facendo le riforme che chiedeva lui, nessuno è stato più responsabile di me...».
Dal partito una sfilza di solidarietà mista ad attacchi alla magistratura, in coro. «Proprio mentre Berlusconi si rende protagonista di un ambizioso tentativo riformatore, arriva una risposta giudiziaria che ha il carattere di una bomba su quel percorso» dice il capo dei lealisti Raffaele Fitto.
E la portavoce Deborah Bergamini: «Indagine dalle finalità politiche». La voglia di rimarcare il successo politico al tavolo delle riforme e di tornare a farsi sentire potrebbe indurre Berlusconi ad accettare l'invito di Fitto - col quale si è sentito in queste ore nonostante le critiche rivoltegli - che per domenica a Bari ha organizzato una kermesse per il ventennale della "discesa in campo".
Avrebbero aderito già oltre cinquemila militanti, le truppe del big pugliese. Anche se il ventennale "ufficiale" è in cantiere per il 27 marzo, anniversario della prima vittoria elettorale. Nel fine settimana comunque il Cavaliere scioglierà il nodo delle cariche di vertice, quello legato al ruolo di Giovanni Toti in primis. La prossima settimana le nomine.
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