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Luca Fornovo per "La Stampa"
Spunta una nuova ipotesi di accordo per risolvere la controversa disputa su chi deve pagare i 500 milioni di euro di costi extra per ampliare il Canale di Panama. Secondo fonti finanziarie, il consorzio dei costruttori, guidato dall'italiana Impregilo e dalla spagnola Sacyr, potrebbe accettare, con l'aiuto della Bei, di farsi carico di 400 milioni, mentre all'Autorità del Canale toccherebbe versare gli altri 100 milioni. Questa soluzione potrebbe divenire concreta a patto però che l'Autorità del Canale non richieda più la restituzione dei 750 milioni già pagati fino alla fine dei lavori prevista per la prima metà del 2015.
Nel frattempo sarà il collegio arbitrale Dab a cercare di dipanare l'intrigo internazionale, decidendo chi e in che misura dovrà pagare le spese in più causate da problemi idrogeologici che hanno fatto lievitare i costi del calcestruzzo, materiale indispensabile per realizzare la maxi-opera che collegherà l'Oceano Atlantico al Pacifico.
Ma come farà la cordata di costruttori a sborsare i 400 milioni?
L'Unione europea sta svolgendo un ruolo cruciale con la convocazione a Bruxelles di un vertice che ha coinvolto imprese, governi di Italia e Spagna, la Bei.
La stessa Banca europea degli investimenti è pronta a valutare un prestito ponte per rispettare i tempi del contratto. Anche a Panama il clima è più disteso, dopo le feroci polemiche dei giorni scorsi. Nello Stato centroamericano è stata trovata un'intesa su un protocollo di negoziazione «come primo passo verso un accordo globale per il completamento del progetto».
Il protocollo d'intesa per proseguire la trattativa è valido almeno fino al primo febbraio e individua un percorso, che comprende una proposta di cofinanziamento che può coinvolgere l'Autorità del Canale, il consorzio e il gruppo assicurativo Zurich, che in questi giorni ha svolto un cruciale ruolo di mediazione. Ma molto sta facendo anche il vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani, che ha convocato un incontro con Bei, imprese e gli stati Ue coinvolti (Italia, Spagna e anche Belgio per la presenza nel consorzio della Jan De Nul).
La questione non è da poco: i lavori per il nuovo Canale valgono oltre 5 miliardi di dollari ma a regime dovrebbe fornire a Panama ricavi per circa 6 l'anno. Ma contano appunto anche i tempi: le compagnie mondiali di trasporto marittimo disegnano le loro rotte con anni di anticipo e la possibilità di far passare navi da oltre 350 metri di lunghezza tra Pacifico e Atlantico è cruciale.
BERLUSCONI CON RICCARDO MARTINELLI E VALTER LAVITOLA jpeg
MARTINELLI LAVITOLA BERLUSCONI VARELA
BERLUSCONI COL PRESIDENTE DI PANANA. NEL CERCHIO LAVITOLA
IL CANTIERE DEL CANALE DI PANAMA
IL CANALE DI PANAMA
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