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Da "Il Sole 24 Ore"
1-CLESSIDRA PROVA A VESTIRE HARMONT & BLAINE
Dovrebbe essere questa la settimana decisiva per individuare il socio finanziario di minoranza di Harmont & Blaine, la società di abbigliamento nota per il marchio del bassotto. Secondo indiscrezioni raccolte in ambienti finanziari, si dovrebbe infatti riunire il consiglio di amministrazione della società guidata da Domenico Menniti per scegliere il partner a cui affidare un'esclusiva per arrivare all'accordo definitivo.
Chi sarà ? L'advisor Ubs avrebbe selezionato nell'ultimo mese una rosa di 4-5 nomi, tra cui scegliere. Fra questi ci sarebbero private equity italiani e stranieri, ma secondo i rumors il prescelto potrebbe essere Clessidra. Quest'ultimo gruppo finanziario starebbe seguendo da tempo la società napoletana e avrebbe discusso dell'investimento anche in termini di governance. Il nuovo socio entrerà con una quota del 25-30 per cento tramite un aumento di capitale riservato. L'obiettivo finale per Harmont & Blaine sarà la quotazione a Piazza Affari nel giro di qualche anno. (C.Fe.)
2-I FONDI SI SINTONIZZANO SULLE TORRI EI TOWERS
Un affondo in sordina. Una piccola quota, che in tempi non sospetti passerebbe inosservata. Se non fosse che l'ingresso del fondo Threadneedle in Ei Towers (la ex Dmt passata sotto Mediaset), con un lillipuziano 2%, ha un forte valore strategico. Perché? Perchè si sta per aprire una battaglia sulle torri di tlc, infrastruttura cruciale per il Paese. A breve Telecom Italia metterà in vendita le sue torri: 8mila siti disseminati lungo tutto il Paese, per un valore di circa un miliardo di euro.
E tra gli aspiranti compratori ci sarebbe proprio Ei Towers. Che però deve fare i conti col prezzo: un miliardo di esborso, molto per un'azienda, la Ei Towers, che fa circa 250 milioni di fatturato. Non a caso, da tempo nella società stanno cercando un socio finanziario. L'ingresso di Threadneedle è dunque molto tattico: un eventuale blitz su Telecom farebbe diventare Ei Towers un big e gli inglesi si sarebbero piazzati sul titolo in tempi non sospetti. Oppure, chissà che non possano essere proprio loro quel partner finanziario che a Cologno cercano. (S.Fi.)
3-LE PAURE DI ATENE SUGLI AIUTI ALLE BANCHE
La ricapitalizzazione delle banche greche potrebbe essere il nuovo buco nero di Atene? Ã possibile visto che la troika e il governo Samaras devono condividere una strategia prima del prossimo eurogruppo del 10 marzo, ma per ora litigano sulle dimensioni della seconda "ciambella" di salvataggio da lanciare agli istituti che sono andati in crisi a causa dei loro investimenti in bond governativi ellenici, obbligazioni che hanno subito un haircut pari a 100 miliardi di euro.
Evento che ha avuto effetti devastanti sui bilanci delle banche locali. Lo scontro di cifre è riportato dal FT, che spiega come secondo le autorità elleniche il settore bancario nazionale necessiterebbe di meno di 6 miliardi di euro di capitali freschi mentre la troika parla di 20 miliardi. Una bella differenza anche se sul piatto ci sono pronti 50 miliardi per la ricapitalizzazione, di cui 28 già utilizzati la scorsa estate. Le diverse stime di capitale dipendono dal tipo di scenario prescelto: la Troika assume altri due anni di recessione, Atene una ripresa dall'anno prossimo. (V.D.R.)
4-ROTHSCHILD IN POLE PER L'ADVISORY SU ENAV
Rothschild sarebbe in pole position per il ruolo di advisor del ministero per l'Economia nel processo di privatizzazione dell'Enav. Il consulente sarebbe stato individuato dalle strutture tecniche del dicastero e dall'amministratore unico della società , Massimo Garbini. Ma la caduta del governo Letta e l'avvicendamento con il nuovo esecutivo Renzi hanno messo in stand-by la scelta, in attesa che il nuovo ministro per l'Economia riprenda in mano i vari dossier.
Per ora le procedure delle privatizzazioni vanno avanti, anche se per le decisioni specifiche si aspetta il nuovo ministro. Rothschild, come del resto Lazard, che ha già avuto l'incarico analogo per le Poste, sono tra le banche più accreditate per questi ruoli perchè non hanno la struttura di marketing che rende più appetibile (dal punto di vista economico) aggiudicarsi il ruolo di global coordinator in caso di quotazione. E per Enav la strada dell'Ipo era stata individuata dal governo Letta come percorso preferenziale. (L.Ser.)
5- TAGLI SUL COSTO DEL LAVORO - I SINDACATI FRENANO ALITALIA
Da âLa Stampa'
Alitalia chiede altri 40 milioni di risparmi sul costo del lavoro. Ma i sindacati frenano, pretendendo che prima si concretizzi l'arrivo di Etihad: con l'accordo sugli esuberi i lavoratori hanno già garantito sacrifici per oltre 80 milioni e quindi ora, prima di valutare ulteriori interventi, le sigle chiedono certezze e scenari solidi.
à questo l'esito dell'incontro di ieri per avviare il confronto sul costo del lavoro, che è proprio una delle condizioni (insieme alla rimodulazione del debito) chieste da Abu Dhabi per l'investimento. I sindacati sono tornati al tavolo ieri per riprendere la trattativa dopo l'accordo del 14 febbraio scorso sugli esuberi. Intanto con la compagnia degli emirati prosegue il lavoro sulla due diligence, che dovrebbe concludersi entro la metà di marzo. Per la chiusura dell'intera operazione Del Torchio ha indicato l'orizzonte di un paio di mesi.
6- PUBBLICITÃ OCCULTA CON BELEN L'ANTITRUST MULTA MONDADORI
Da âLa Stampa'
L'Antitrust ha multato Mondadori, Unifarm e Philips per una pubblicità occulta inserita in un servizio sulla maternità di Belen Rodriguez pubblicato dal settimanale «Chi». Le sanzioni decise sono pari a 70mila euro ciascuno per Mondadori e Unifarm e a 50mila euro per Philips.
In particolare, spiega l'Autorità , in un servizio intitolato «Belen con il suo Santiago» erano riportate, ingrandite, riquadrate in rosso e isolate dal contesto, le immagini di un latte per neonati, Neolatte1, e di un biberon della Avent.
Nelle didascalie che accompagnavano le foto venivano specificati prezzi e proprietà dei due prodotti: nell'impaginazione, inoltre, mancava qualsiasi accorgimento o indicazione che rendesse evidente ai consumatori la natura promozionale delle immagini. La Federazione nazionale della stampa italiana plaude all'iniziativa dell'Antitrust: «La decisione - spiega in una nota - non può essere che condivisa»
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