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Gabriele Carrer per “Libero Quotidiano”
Il colosso indiano della siderurgia Tata Steel ha comunicato la volontà di vendere le sue attività nel Regno Unito. Secondo le stime del think tank laburista IPPR, sarebbero a rischio oltre 40 mila posti di lavoro, di cui 15 mila dipendenti diretti e 25 mila impiegati nella filiera produttiva. Il gruppo Tata ha ritenuto «insostenibile» la ristrutturazione anche dell' impianto principale a Port Talbot, in Galles, lamentando difficoltà causate dalle importazioni cinesi a basso costo.
Anna Soubry, ministro all' industria ha escluso la nazionalizzazione, lasciando aperte altre strade tra cui prestiti in attesa di un nuovo acquirente. Al tavolo indiano non ha trovato posto nessun rappresentante del governo britannico, accusato dal leader laburista Jeremy Corbyn di essere allo sbando.
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