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Drammatico colloquio tra Massimo Tononi e Fabrizio Viola. "E' ora che lasci", avrebbe detto il presidente del Montepaschi all'amministratore delegato. E così è stato.
Da chi avrebbe ricevuto l'indicazione Tononi a stimolare le dimissioni di Viola? Sembra che l'ispirazione gli sia arrivata da Claudio Costamagna, presidente di Cassa depositi e prestiti. I due hanno lavorato insieme in Goldman Sachse sono molto legati. E proprio la banca d'affari ha elaborato un documento che prevede la vittoria dei "no" al referendum. Forse anche per questo si è chiamata fuori dall'operazione Mps.
Ma c'è dell'altro. Ai tempi della sua presidenza di Borsa Italiana, Massimo Tononi, ex sottosegretario di Prodi, ha stretto buoni rapporti con Giuseppe Guzzetti che in Cassa depositi rappresenta l'azionista di minoranza.
Al di là delle relazioni, però, Viola non poteva restare ancora a lungo alla guida del Montepaschi. Almeno per due motivi.
Il primo: non era un mistero più per nessuno che l'ex amministratore delegato fosse scettico (per non dire contrario) all'aumento di capitale messo in piedi da Jp Morgan e da Mediobanca. "Senza l'intervento dello Stato la banca non si salva", avrebbe detto a Tononi.
fabio gallia claudio costamagna piercarlo padoan
Il secondo. Costamagna e, di riflesso Tononi (sembra che fra loro la sintonia sia al diapason), sta preparando il terreno per un "recupero" del Piano elaborato da Corrado Passera per salvare il Monte. A respingere lo schema, però, era stato lo stesso Viola che non lo volle portare nemmeno all'esame del consiglio d'amministrazione.
Ne consegue che anche per queste ragioni non poteva restare sulla poltrona.
L'attivismo del tandem Costamagna-Tononi a sostegno di Passera rischia però di entrare in collisione con lo schema di aumento di capitale di Grilli (Jp Morgan) - Nagel (Mediobanca).
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