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DAGOREPORT - DA IERI SERA, CON LA VITTORIA IN GERMANIA DELL’ANTI-TRUMPIANO MERZ E IL CONTENIMENTO…
1. GRILLO FRENA LA RIVOLTA “SE CADE IL DIRETTORIO ALLORA SALTA TUTTO”
Annalisa Cuzzocrea per “La Repubblica”
«Se salta il direttorio salta tutto. Ragazzi, non possiamo permetterci tutti questi veleni. Non voglio ricevere i senatori. Non voglio vedere nessuno». Beppe Grillo è andato via da Roma rifiutandosi di incontrare coloro che - nei giorni del disastro - hanno pensato che fosse il momento di cambiare le cose.
A Palazzo Madama, Nicola Morra, Barbara Lezzi, Elisa Bulgarelli avevano chiesto chiaramente un riequilibrio all’interno del Movimento. Meno potere ai «cerchietti magici» (copyright Bulgarelli) e più decisioni condivise.
Appoggiati da una Paola Taverna ancora furente per lo scontro con Virginia Raggi e con Luigi Di Maio. («Sono devastata psicologicamente e umanamente », ha confidato agli amici la parlamentare romana dopo aver sancito la fine del minidirettorio che avrebbe dovuto controllare la giunta della capitale).
I senatori 5 stelle torneranno a vedersi e a parlarne lunedì, quando ci saranno tutti. E lo stesso dovrebbero fare i deputati, prima che ricomincino i lavori parlamentari. Quel che è certo, è che il Movimento non è mai stato così diviso.
La prima faglia - profondissima - si è aperta al vertice. Con la lite furibonda tra Roberto Fico e Luigi Di Maio il giorno in cui si è scoperta la bugia su quel che il vicepresidente della Camera sapeva riguardo all’indagine di Paola Muraro. Con le parole pesantissime di Carlo Sibilia e Carla Ruocco (che sul palco della finta pace di Nettuno non ha neanche voluto dir nulla), sempre rivolte al candidato premier in pectore del Movimento.
L’unico a non infierire ancora una volta - è stato l’amico Alessandro Di Battista, che però fa intravedere delusione e scoramento e sulla pagina Facebook costantemente aggiornata annuncia: «Stacco per due giorni, ne ho davvero bisogno».
Le continue sfide di Virginia Raggi sono così riuscite a spaccare il Movimento più di quanto Beppe Grillo non avesse mai immaginato. E hanno costretto colui che voleva mollare tutto a rivestire panni che non gli appartengono. «Beppe è stato straordinario - racconta chi ha partecipato alle riunioni degli ultimi due giorni - ha rassicurato tutti, ha frenato gli sciacalli, sembrava quasi si fosse trasformato in Gianroberto. Ci fosse stato Casaleggio, questa cosa non sarebbe mai successa. E Virginia non avrebbe mai osato tanto».
La sindaca di Roma è arrivata a dire al fondatore che le decisioni sono sue: «Ho preso il 65 per cento. Non potete dirmi cosa fare, altrimenti siete voi a tradire i valori del Movimento. Solo io posso decidere di chi fidarmi e con chi voglio lavorare per far funzionare la città».
Parole che sono state uno schiaffo per Grillo, che ha però mantenuto la calma. Da qui, il rifiuto di invitarla sul palco di Nettuno. La frase a denti stretti all’Adnkronos: «Virginia ha la mia fiducia». E la fuga da Roma senza incrociarne lo sguardo, facendo invece uscire sul blog un post che dice un secco no alle Olimpiadi. «Sul programma non facciamo sconti», è il messaggio.
Quanto alle persone, il pressing sull’alemanniano Raffaele Marra (il cui spostamento a capo del personale è considerato una beffa) e l’assessora ai Rifiuti Paola Muraro, è destinato a continuare. Sull’ex consulente Ama, i parlamentari M5S hanno ora una nuova preoccupazione: «E se le arrivasse un avviso di custodia cautelare? Se la arrestassero perché nella sua posizione potrebbe inquinare le prove su Ama? Come ne usciremmo?».
A prendere le distanze dalla sindaca è ormai anche Luigi Di Maio. Le cui truppe in Parlamento sono spaesate: se il fedelissimo e cattolicissimo senatore Sergio Puglia si spinge a fare un post in sua difesa, molti dei deputati a lui vicini (come Manlio Di Stefano e Giorgio Sorial) hanno taciuto sull’intera vicenda. Mentre il fronte ortodosso si allarga: con Fico ci sono Carla Ruocco e Carlo Sibilia, la “nemica” di Virginia Raggi Roberta Lombardi
(che tace, ma sceglie un’immagine significativa per il profilo WhatsApp: una vignetta che dipinge un canuto Gianroberto Casaleggio, con tanto di cappellino, mentre si affaccia da una nuovola e dice: «Ehi voi laggiù, se avete finito di cazzeggiare è il momento di ricominciare a lavorare per i romani! »). Un fronte ortodosso cui - a sorpresa - si unisce proprio Davide Casaleggio attraverso un suo fedelissimo.
Max Bugani, il capogruppo M5S al comune di Bologna che con il figlio del cofondatore e con David Borrelli presiede l’Associazione Rousseau, diceva ieri: «Guardiamo in faccia la realtà, su Roma qualcosa non sta funzionando ». E poi: «Spero proprio che non si arrivi a togliere il simbolo del Movimento alla giunta Raggi e che ci siano i margini per fare bene ciò che fino a oggi non è stato fatto bene». Facendo intravedere, per la prima volta ufficialmente, la minaccia della scomunica.
2. NON SIAMO PERFETTI MA NON CI ARRENDIAMO
Lettera di Beppe Grillo al “Corriere della Sera”
DI MAIO DI BATTISTA GRILLO FICO
Dopo giornate di fila di dibattiti sul nulla, ma che pagliuzza e che trave? Qui è un acaro contro un autotreno! Eppure non sono soddisfatto… l' inconsistenza assoluta delle stupidaggini che vengono discusse da trombatissimi pantaloni, appena tornati da ferie guadagnate ossequiando questo e quello, mette a pensare… Mentre stiamo spiegando quello che sarebbe immaginariamente successo e tentando di portarlo sul piano della realtà io non so… mi sfugge l' audience di questo nulla.
Straparlano come nelle puntate di Vespa con i plastici? Tutta quella meticolosa stupidità, tutto quel feticismo dei dettagli minuto per minuto, che cerca alibi a tutti i costi, impedisce la visione d' insieme e distrae dalla verità dei fatti. È come pretendere di voler capire un quadro impressionista o puntinista da un centimetro di distanza: la figura non la vedremo mai. La donna nel campo di papaveri non la troveremo mai!
Ebbene io alibi per voi non ne cerco cari cittadini! Non ce ne è bisogno, anzi, spero capiate la differenza fra spiegare fatti e costruire alibi… Ma esiste una audience di queste illazioni trasformate in bufere, uragani e trombe d' aria? Davvero ci sono delle persone libere che perdono la giornata nel gossip-mannaro di questi «signori»? C' è chi ribadisce che io sono un criminale per un reato colposo: mi fa male, mi ferisce sempre, tutte le volte.
GRILLO - DI BATTISTA - DI MAIO
Ma interessa il mio incidente stradale di anni fa? Interessano finte ricostruzioni di discussioni fra me e Di Battista e fra lui e Raggi ecc. ecc.? Di Maio sapeva… ma cosa??? Allora mi è venuto un sospetto: molta gente vuole la perfezione. In Italia, in Europa, nel mondo vogliono la perfezione. In fondo, se qualcuno sta li a vedere i dibattiti su di noi senza parlare della paura che hanno di noi i corrotti e gli inciucioni però discutono solo di imperfezioni nostre….
perché questi spettacoli tristi hanno audience…. cosa ci sta chiedendo la gente (almeno quella che non cambia canale guardando queste imbecillità)? Temo la perfezione… Perché temo la perfezione? Semplice… è una proprietà che può essere soltanto inventata o sognata.
La perfezione capita per alcuni istanti, non di più, se la chiedi significa che vuoi la dittatura. È una forma di nuovo benpensantismo autoassolutorio: «Non stiamo lasciando ai figli un mondo di merda, infatti è un mondo che solo persone perfette possono correggere… è l' Italia bellezze», dicono guardando figli buttati in una società che hanno lasciato svuotare di morale e beni, di senso e di virtù.
«Ti lascio in un mondo di cui è impossibile essere orgogliosi, in cui è impossibile trovare un senso... infatti neppure quei perfettoni dei grillini ce lo trovano, anzi lo vedi? Anche loro sono così… come gli altri». Ebbene io a questa gente dico: state tradendo la fiducia dei vostri figli, perché avete una morale migliore per noi? Cosa vi rende abili nel giudicarci?
Ripeto, c' è solo una spiegazione: camuffati da tetri pantaloni ci sono dei frustrati che cercano l' uomo forte! questo è il senso estremo del benpensantismo di oggi… qualcosa che, nella mia mente, non trova perdono e giustificazioni, solo nauseato fastidio.
In questo caso mi dispiace tanto, ma il movimento avrebbe solo ritardato l' arrivo di nazisti, fascisti e leghisti! Ma ritardare una involuzione senza cambiare nulla nel frattempo non serve!
Se potessi farei io un referendum: volete una dittatura?
Sì o No. E se la volete chi volete a comandare? Perché non la Merkel o direttamente la Lagarde?
Se non siamo neppure capaci di affrontare insieme uno scrollare fra i tanti che i peggiori romani stanno rivolgendo alla Raggi allora mi scuso, e se fosse possibile vi restituirei i voti. Ma non si può: le cose devono fare il loro corso e noi non ci arrendiamo!
Anche imperfetti siamo forti della nostra umanità, della nostra determinazione e non regaleremo ai pavidi, agli ignavi, un uomo forte acchiappato di sponda proprio attraverso di noi! Solo i dittatori e i loro portapalle credono all' umano perfetto: non è roba per noi.
E neppure questo nuovo di essere benpensanti ci interessa! Votate Verdini, votate il Pd, votate chi vi tiene due piccole paure vostre, non dei vostri figli, lontane… Votate per il nulla, ma scegliete!
PAOLO BECCHI: GRILLO HAI ROTTO I COGLIONI, NON SE NE PUÒ PIÙ.
Testo di Paolo Becchi pubblicato da “Libero Quotidiano”
I Sì, non c' è altro modo di dirlo, proprio non lo trovo: Grillo hai rotto i coglioni, non se ne può più. Non se ne può più di questo «balletto» - faccio «un passo indietro», poi uno di lato, poi un po' avanti, ora un po' più a destra, ora un po' più a sinistra [..]
Ma ecco che ora, con il caso Raggi, Grillo ritorna prepotentemente sulla scena: decide di nuovo lui, si incazza e tuona come ai vecchi tempi. Perché tutto ciò? La risposta è evidente, perché il M5S sta tentando, in tutti i modi, di sfuggire ad un principio che, volenti o no, ancora esiste e costituisce un caposaldo di ogni democrazia: la responsabilità politica.
Se esiste un' organizzazione, un movimento, un partito, dev' essere sempre possibile individuare chiaramente chi, in esso, prende le decisioni politiche e se ne assume, di conseguenza, tutta la responsabilità. Perché è solo in questo modo che i cittadini potranno valutare l' operato di quel partito o di quel movimento. Questo deve valere anche per i 5 Stelle. Se c' è un Direttorio, e se è esso che è responsabile, è solo lui che deve decidere. Se è Grillo a decidere, allora deve assumersi lui in persona la responsabilità politica delle sue scelte, e non fare «passi indietro».
La domanda è: visto il totale fallimento del Direttorio, ha Grillo il coraggio di assumersi questa responsabilità? Pare di no. Lui è il «garante». Risultato: nessuno è responsabile delle decisioni che il Movimento prende. Ecco perché è venuto il momento che qualcosa cambi definitivamente. Se Grillo vuole guidare il M5S, allora deve smetterla di «gestire» le cose a distanza, senza comparire mai se non per mettere le «pezze» quando la situazione, come a Roma, precipita. È lui che ha fondato il Movimento, che ha trascinato i cittadini nelle piazze: si assuma allora, ora che Casaleggio non c' è più, la leadership di questo nuovo partito.
E non dica che questa parola non esiste nel Movimento. Leadership significa, nelle democrazie odierne, anzitutto visibilità. Significa anche smetterla di fingere di non impegnarsi mai nelle decisioni, salvo poi intervenire dando degli imbecilli a quelli che sbagliano. Significa guidare davvero il movimento come fanno tutti gli altri capi politici, significa non solo fare campagna elettorale e organizzare gli attivisti, ma darsi un programma politico preciso e regole interne, significa soprattutto assumersi tutta la responsabilità per ciò che i dirigenti del partito fanno e per come gli amministratori del partito si comportano.
Grillo avrà il coraggio per fare tutto questo? O continuerà a rompere di tanto in tanto i coglioni, come se fosse ancora il comico che sbraitava contro le multinazionali e le compagnie telefoniche? Ma è uno spettacolo già visto, e non fa più ridere.
4. BASTA FARE CABARET
Vittorio Feltri per “Libero Quotidiano”
Ha ragione da vendere il professor Paolo Becchi. È ora che Beppe Grillo scenda dal palcoscenico, dove pur si guadagna molto, per dedicarsi alla politica. Occuparsene a mezzo servizio è una forma di opportunismo intollerabile in un uomo che, con tutti i suoi difetti, ha fondato un movimento cresciuto a dismisura in pochi anni. Cessi di fare quello che c' è quando si tratta di prendere applausi e che non c' è quando si tratta di prendere i fischi. Basta con il direttorio, le espulsioni dittatoriali, le scomuniche piovute dall' alto e inappellabili.
Se i pentastellati accettano il gioco (a volte turpe) della democrazia si diano una organizzazione seria e non solo telematica in modo che, nel bene e nel male, si sappia chi comanda e chi debba rispondere di eventuali errori. Grillo è il leader oltre che il fondatore? Pare di sì. E allora non si nasconda dietro le quinte e assuma direttamente la responsabilità della sua politica, ora delegata a qualche spaventapasseri in balia degli umori di un uomo, lui, che un giorno dice di voler fare un passo indietro e l' altro interviene a piedi giunti per spaccare le gambe ai propri scherani.
Caro Beppe non ce l' abbiamo con lei né con la banda ai suoi ordini, ma proprio per questo le chiediamo - per usare un luogo comune berlusconiano - di scendere in campo e di smetterla di stare negli spogliatoi.
Non ci venga a dire che, essendo stato condannato per un incidente stradale, non può disputare in prima persona la partita. Balle. Fesserie.
I suoi precedenti penali non sono infamanti.
Può capitare a tutti di andare a sbattere con l' automobile. Il Parlamento e le istituzioni sono pieni di malviventi, mentre lei può anche stare sul gozzo a molti ma non è un criminale, pertanto sia coerente con le sue idee e si ponga a capo delle truppe grilline.
Almeno sapremo con chi prendercela qualora il movimento sbagli, come spesso ha sbagliato, castigando ora Tizio ora Caio, mentre lei, Grillo, l' ha sempre fatta franca.
Nossignori, così non va.
È un condottiero? Conduca, perdio. E che sia finita questa pantomima per cui in alcune circostanze il pirla è Di Maio, in altre Di Battista e in altre ancora la Raggi. Serve un leader, lo faccia lei che ha creato questo casino e sia morta lì.
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