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COME DAGO-ANTICIPATO, MICHELE SANTORO ESCE DALL’AZIONARIATO DEL “FATTO QUOTIDIANO” - FINISCE ANCHE L’INCROCIO DI PARTECIPAZIONI TRA LA SOCIETA’ DEL TELE-TRIBUNO, “ZEROSTUDIO’S”, E IL GRUPPO CHE CONTROLLA IL QUOTIDIANO - IL COMUNICATO AZIENDALE

Da “il Fatto Quotidiano”

 

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La Società Editoriale il Fatto nell' Assemblea degli azionisti odierna ha deliberato l'operazione di permuta con la Zerostudio's , società di Michele Santoro azionista per il 7% del Fatto Quotidiano e a sua volta partecipata al 46,48 % dalla Società Editoriale il Fatto, dando mandato all'amministratore delegato Cinzia Monteverdi di chiudere in sede notarile e sempre in data odierna l'operazione che nella sostanza sancisce lo scioglimento delle partecipazioni incrociate tra le due società.

 

MARCO TRAVAGLIO MICHELE SANTORO MARCO TRAVAGLIO MICHELE SANTORO

L'operazione è funzionale al già avvenuto trasferimento del progetto televisivo all' interno della Società Editoriale Il Fatto. Michele Santoro, a seguito delle delibere assembleari sopradescritte, con spirito di amicizia e d' intesa reciproca, ha rassegnato le dimissioni dal Comitato dei garanti del Fatto Quotidiano.

 

 

 

 

 

2. DIVORZIO SANTORO-TRAVAGLIO

Cinzia Monteverdi con Sally Cinzia Monteverdi con Sally

 

Marcello Zacchè per il Giornale

 

L o scambio azionario che un anno fa aveva sancito il legame societario tra Michele Santoro e il Fatto Quotidiano si è sciolto ieri sera. Dopo una giornata di consigli d' amministrazione e carte notarili, il divorzio tra Zerostudio' s, la società di produzione tv del giornalista oggi alla Rai e l' editrice del quotidiano diretto da Marco Travaglio è stato messo nero su bianco: Santoro e Travaglio proseguiranno ognuno per la propria strada.

L' operazione era nell' aria, anticipata dal blog di Gianni Dragoni, giornalista del Sole 24 Ore.

E confermata al Giornale dall' ad del Editoriale il Fatto, Cinzia Monteverdi: «Abbiamo chiuso oggi». A che prezzo? «La permuta delle due partecipazioni incrociate è avvenuta senza esborso economico». In pratica il Fatto ha riacquistato da Santoro il 7% del proprio capitale e in cambio ha dato il 46,48% di Zerostudio' s che deteneva. Quindi, sulla base dei dati del bilancio dove la quota di Zerostudio' s è in carico a 1,48 milioni, la corrispondente valutazione del 7% del Fatto equivale a una valorizzazione dell' intero capitale dell' Editoriale di 21,2 milioni.

 

«Abbiamo verificato la correttezza e la trasparenza dei valori - continua Monteverdi - considerando corretta la stima effettuata qualche tempo fa da Banca Profilo, nell' ordine dei 20-21 milioni. Anzi, da allora il risultato è solo migliorato». In realtà lo scambio era avvenuto a valori diversi: una stima «interna» al Fatto aveva fissato in 12,5 milioni il valore di riferimento per scambi azionari tra «amici».

marco travagliomarco travaglio

 

Per cui Santoro aveva fatto un affare. Ma le cose - in ballo c' era soprattutto il progetto tv - non sono andate. «È venuta meno la condivisione della linea editoriale - dice Monteverdi - e si è verificata la necessità di sciogliere i legami azionari per evitare ogni futuro conflitto». Ma perché Santoro e Travaglio, dopo anni di collaborazione in Anno Zero, non sono andati più d' accordo?

 

In realtà il progetto, annunciato nel maggio 2016, è naufragato quasi subito. E galeotto fu il referendum del 4 dicembre, affrontato dal Fatto sul fronte del no in piena sintonia con il movimento più schierato in questa direzione: i 5 Stelle. Così, in un' intervista al Foglio a fine novembre, Santoro parla dell' esigenza di maggiore «distinzione tra la descrizione della realtà e le posizioni politiche, comprese quelle vicine al Movimento 5 Stelle», aggiungendo, su Travaglio, che «c' è di sicuro una corrispondenza tra lui e il Movimento. Non so quanto organica, ma c' è». E ancora: «Non trovo strano che Travaglio abbia schierato il Fatto per il no. Ma trovo imbarazzante che tutto il giornale lo sia, fin dentro ai necrologi.

 

Ed è imbarazzante possedere quote in un giornale senza sfumature, che non ha dubbi».

Il Fatto andrà comunque avanti sul progetto tv, facendoselo in casa: il lancio, che sarà un' Apptv e su Facebook, è in rampa di lancio per il 3 ottobre.

 

E dal risultato dipenderanno anche le mosse future: ora l' Editoriale ha in pancia il 16% di azioni proprie. «Pensiamo - dice Monteverdi - che possano interessare a un futuro partner strategico». Magari proprio in ambito televisivo. Per poi riprendere il percorso verso la Borsa? «È la nostra idea. Lo vorremo pianificare nell' autunno del 2018».

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Nel frattempo i conti 2016 si sono chiusi con più ricavi (26,2 milioni, +4%), e utile quasi raddoppiato (440mila euro). Tanto che per ai soci spetterà un dividendo di 220 mila euro.