
DAGOREPORT - DALLA RIFORMA ELETTORALE AL RIMPASTO DI GOVERNO, IL FUTURO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È…
UN VERO “RE” ORGANIZZA PER TEMPO LA SUA SUCCESSIONE - GIORGIO ARMANI, MORTO OGGI A 91 ANNI, AVEVA PENSATO A OGNI DETTAGLIO PER LA GESTIONE DEL SUO PATRIMONIO DA 13 MILIARDI DI EURO: GIÀ DA ANNI AVEVA PREDISPOSTO DAL NOTAIO UN FUTURO BLINDATO PER LA SUA AZIENDA, DI CUI FINO ALL’ULTIMO HA TENUTO IL 99% DEL CAPITALE - LO STILISTA NON HA EREDI DIRETTI. SECONDO LE SUE VOLONTÀ, DIRITTI E POTERI VENGONO DISTRIBUITI TRA I NIPOTI, IL COMPAGNO LEO DELL’ORCO E L’IMPRENDITORE DIGITALE FEDERICO MARCHETTI, IL FONDATORE DI YOOX COOPTATO NEL 2020 - LO STATUTO FISSA PALETTI STRINGENTI: DIVIETO DI QUOTAZIONE IN BORSA PER ALMENO CINQUE ANNI, DISTRIBUZIONE DEL 50% DEGLI UTILI AGLI AZIONISTI E...
1. L’EREDITÀ DI GIORGIO ARMANI, ECCO COME VERRÀ DIVISO IL PATRIMONIO
Estratto dell’articolo di Mario Gerevini per www.corriere.it
Giorgio Armani se n’è andato giovedì 4 settembre 2025 all’età di 91 anni e ha lasciato in eredità a tutti il suo stile, che è un simbolo unico del made in Italy.
Poi c’è l’altra eredità, quella più «terrena» e tangibile dei brutali numeri che ci dicono quanto vale il patrimonio: il range è tra gli 11 e i 13 miliardi, 11,5 secondo Forbes.
Ma le classifiche lasciano il tempo che trovano perché il gruppo Armani con i suoi 8.700 dipendenti e 2,4 miliardi di fatturato non è quotato in Borsa e dunque non c’è un riscontro diretto di mercato.
giorgio armani al lavoro nel suo primo ufficio a milano, nel 1978
Il fondatore si è preoccupato per tempo del futuro della Giorgio Armani spa, costituita cinquant’anni fa, il 24 luglio del 1975. E ha delineato nello statuto le regole che governeranno l’impero e tuteleranno lo stile: dei prodotti, certo, ma anche imprenditoriale. […]
In due celebri citazioni si racchiude la sua filosofia di vita e di business: «L’eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare», «La moda è quella che viene suggerita e che spesso conviene evitare, lo stile è ciò che ciascuno ha e che deve conservare per tutta la vita».
giorgio armani pantaleo dellorco
Re Giorgio, nato a Piacenza l’11 luglio 1934, non ha eredi diretti, non ci sono quote di legittima da soddisfare, ha tre nipoti e una sorella. Silvana (69 anni) e Roberta (54) sono figlie del fratello Sergio scomparso anni fa e poi la sorella Rosanna (86) e suo figlio, Andrea Camerana (55).
E qui c’è un incrocio tra le famiglie Armani e Agnelli: Andrea Camerana, sposato con Alessia Aquilani, cantante dance di grande successo negli anni ‘90 con il nome di Alexia (Summer Is Crazy, Uh la la la etc), condivide con John Elkann il trisnonno Giovanni Agnelli, tra i fondatori della Fiat.
Giorgio Armani con le nipoti Silvana e Roberta
I parenti di Armani sono tutti in consiglio di amministrazione, dove siede anche il manager (consigliere delegato) e amico Pantaleo Dell’Orco (72) oltre a Federico Marchetti, fondatore di Yoox.
C’è un testamento e a breve, quando sarà aperto, si avrà la risposta alla domanda delle domande sull‘eredità: chi riceverà le quote della Giorgio Armani spa ovvero il 99,9% del fondatore?
Di sicuro la Fondazione Armani (titolare del restante 0,1%) avrà un ruolo centrale ma, come vedremo, sono previste sei categorie di azioni nello statuto post Giorgio, il che conferma l’esistenza di una pianificazione già pensata nel dettaglio.
Il bilancio di gruppo, secondo gli ultimi dati approvati (2024), mostra un fatturato di 2,3 miliardi (-5% sul 2023), un utile ante imposte in calo a 74,5 milioni ma investimenti raddoppiati a 332 milioni. L’Europa ha generato il 49% del giro d’affari mentre le aree America e Asia Pacific ognuna il 21%, con il resto del mondo al 9%.
Nei decenni il gruppo ha ampliato la sua attività con accessori, profumi, trucco e abbigliamento sportivo, oltre a design di interni, immobili, ristoranti e alberghi.
Armani è anche il proprietario del club di basket Olimpia di Milano. In quattro anni dal 2021, cioè dopo il picco della pandemia, sono stati dunque realizzati quasi 600 milioni di utile che in parte è affluito come dividendo all’azionista. E’ questa la più importante fonte di reddito che avranno gli eredi.
«Anche io un giorno - si racconta Armani nel libro autobiografico “Per Amore” uscito nel 2022 - dovrò cedere il comando e concludere il mio percorso di stilista: non avverrà nell’immediato, ma ci penso da tempo, perché voglio che il frutto di tanta fatica, questa azienda alla quale ho dato tutta la mia vita e tutte le mie energie, vada avanti, a lungo, anche senza di me. Il piano di successione l’ho preparato con il mio usuale programmatico pragmatismo e la mia grande discrezione, ma non lo rivelo adesso, perché ci sono ancora».
giorgio armani - foto claudio porcarelli
Nell’ottobre del 2023 il Corriere rivelò lo statuto della futura Giorgio Armani spa che avrebbe governato il gruppo, all’insegna della continuità, alla scomparsa dello stilista. Ora è dunque un documento di grande attualità.
Approvato in un’assemblea straordinaria del 2016 e integrato a settembre 2023 con l’introduzione delle azioni senza voto, lo statuto sarà formalmente adottato - si legge nel verbale di quella riunione - «con effetto dalla data di apertura della successione del signor Giorgio Armani». È l’architrave societario su cui si innesta l’eredità Armani.
Dunque non essendoci quote di legittima da soddisfare, l’imprenditore nel testamento (che ha già fatto) può disporre come crede di tutto il suo patrimonio. Andiamo più nel dettaglio dello statuto. Dalla A alla F sono previste sei categorie di azioni, oltre alle due senza voto introdotte successivamente.
andrea camerana giorgio armani
I soci A avranno il 30% del capitale, quelli F il 10%, tutti gli altri il 15% a testa. Ma ogni azione A darà diritto a 1,33 voti e ogni F a 3 voti. Dunque A+F pur con il 40% del capitale avranno oltre il 53% dei voti nelle assemblee.
Inoltre i soci A hanno diritto di nominare tre consiglieri, tra cui sarà scelto il presidente, e gli F due consiglieri, tra cui verrà tratto l’amministratore delegato, su un board fissato a otto membri.
È assai probabile che in queste due categorie di azioni si collocherà la Fondazione Armani. Tanto più che i consiglieri A e F hanno poteri determinanti in consiglio nelle decisioni strategiche (piani industriali, acquisizioni/cessioni oltre i 100 milioni, marchio, ecc).
Basta invece la maggioranza assoluta dei presenti in cda per l’approvazione del bilancio e «decorso il quinto anno successivo all’entrata in vigore del presente Statuto quotazione delle azioni della società su un mercato regolamentato». Per fusioni, scissioni, modifiche dello statuto, aumenti di capitale occorre il 75% dei voti in assemblea straordinaria.
GIORGIO ARMANI - COPERTINA TIME 1982
Sulle retribuzioni serve «almeno il 51%» altrimenti «agli amministratori non viene attribuito alcun compenso». Ma possono anche essere retribuiti «sotto forma di partecipazione agli utili» o di stock option. Per le scelte dei responsabili Stile Uomo e Stile Donna la procedura coinvolge tutte le categorie ma anche qui, di fatto, A e F hanno un determinante potere di veto.
L’articolo 4 (“Oggetto. Principi fondanti») più di ogni altro indica la strada. Quei principi in parte introdotti anche nella Fondazione ma che qui, in una spa operativa, hanno il valore di un vincolo di continuità morale e industriale.
«Adeguato livello di investimenti», «gestione finanziaria equilibrata», «reinvestimento degli utili»; «diversificazione e segmentazione dei diversi marchi aziendali, mantenendo coerenza nell’attività stilistica, di immagine, di prodotto e di comunicazione»; «attenzione a innovazione, eccellenza, qualità e ricercatezza del prodotto»; «cauto approccio ad acquisizioni» e solo per «sviluppare competenze non esistenti internamente (...)»; «priorità allo sviluppo continuo a livello globale del nome Armani». […]
2. IL PIANO PER LA SUCCESSIONE, LE MIRE FRANCESI E QUEL NO ALLA BORSA
Estratto dell'articolo di Giuseppe Bottero per www.lastampa.it
E adesso che Re Giorgio non c’è più, è l’ora del grande riassetto. Delle mire francesi, delle manovre che possono far restare «in casa» uno dei pochi grandi gruppi del lusso ancora indipendenti in un mercato dominato dai giganti Lvmh e Kering, cresciuti a colpi di acquisizioni.
I dossier sul futuro del gruppo rimbalzano da anni tra gli studi delle grande banche d’affari, ma Armani, negli ultimi tempi della sua vita, ha lavorato per preparare un futuro «blindato», affinché la maison restasse coerente con il suo spirito anche ora, dopo la sua scomparsa.
[...]
Con un giro d’affari da due miliardi e mezzo l’anno, secondo le stime degli analisti la Spa fondata a Milano nel 1975 dallo stilista e dal socio Sergio Galeotti può valere oggi tra i 6 e i 7 miliardi di euro.
Giorgio Armani con la nipote Silvana e Leo Dell’Orco
La valutazione tiene conto non solo dei ricavi e della redditività, ma anche del prestigio del brand e del patrimonio immobiliare: palazzi nel Quadrilatero milanese, sedi iconiche a New York, Parigi, Londra e Hong Kong, boutique, hotel, ristoranti e spazi multifunzionali.
A questo si aggiunge un know-how creativo e produttivo che resta saldamente in Italia, con oltre 9.000 dipendenti nel mondo. […]
Re Giorgio ha posseduto fino all’ultimo il 99% del capitale della sua creatura. Solo lo 0,1% fa capo alla Fondazione Giorgio Armani, creata nel 2016 con una doppia funzione: promuovere progetti di utilità sociale e gestire nel tempo la governance del gruppo.
È in quella cornice che ha preso forma il “piano postumo” del fondatore, un documento articolato, tenuto riservato per anni e svelato dall'agenzia internazionale Bloomberg, che prevedeva sei categorie di azioni, con differenti diritti e poteri, e l’ingresso nel consiglio di amministrazione di figure chiave: le nipoti Silvana e Roberta Armani, Andrea Camerana (figlio della sorella Rosanna), il compagno Leo Dell’Orco e l’imprenditore digitale Federico Marchetti, il fondatore di Yoox cooptato nel 2020. Un’organizzazione pensata per ridurre al minimo i conflitti e preservare la visione originaria.
Giorgio Armani con le nipoti Silvana e Roberta
Lo statuto fissa paletti stringenti: divieto di quotazione in Borsa per almeno cinque anni, distribuzione del 50% degli utili agli azionisti, norme severe per eventuali operazioni di acquisizione, da limitare esclusivamente a rafforzare competenze non presenti all’interno del gruppo. […]
Le tappe del gruppo Armani
Da Milano al mondo, la storia di un impero discreto
• 1975 – Giorgio Armani e Sergio Galeotti fondano la Giorgio Armani S.p.A. a Milano.
• 1981 – Nascono Emporio Armani e Armani Jeans: il marchio si apre ai giovani.
• 1982 – Armani è il primo stilista vivente a finire sulla copertina del Time.
• 1998-2000 – Espansione nei settori beauty, arredamento e accessori.
• 2000 – Inaugurazione della sede di via Bergognone, progettata da Tadao Ando.
• 2005 – Apre l’Armani Hotel di Dubai, seguito da Milano.
• 2016 – Nasce la Fondazione Giorgio Armani, con finalità sociali e di governance.
• 2023 – Pubblicazione dell’autobiografia Per Amore.
• 2024 – Il gruppo conta oltre 9.000 dipendenti, 2,4 miliardi di fatturato e 500 boutique nel mondo.
giorgio armani con alexia e andrea camerana
giorgio armani
giorgio armani foto lapresse 1
giorgio armani
giorgio armani foto lapresse 4
giorgio armani con le sue modelle foto lapresse 7
giorgio armani foto lapresse 3
giorgio armani foto lapresse 2
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