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Vittorio Malagutti per L’Espresso
Kering, la multinazionale della moda che controlla, tra l'altro, il marchio Gucci, ha pagato meno di 2 milioni di tasse su quasi un miliardo di profitti realizzati in Lussemburgo. Com'è stato possibile? Semplice, il gruppo francese ha concentrato le proprie attività di logistica e distribuzione in Svizzera, che concede forti sconti sulle tasse alle aziende straniere che trasferiscono sedi e impianti nella Confederazione. Gli utili realizzati dalla holding elvetica, pari ai due terzi di quelli dell'intero gruppo, sono poi stati trasferiti sotto forma di dividendi in Lussemburgo, noto paradiso fiscale.
Questo è quanto rivela l'Espresso nel numero in edicola da venerdì 12 febbraio (e già online su E+) che pubblica un'inchiesta sulle grandi imprese della moda che negli anni scorsi sono emigrate in Svizzera, per la precisione in Canton Ticino, per pagare meno tasse. Oltre a Kering con il marchio Gucci, anche Abercrombie & Fitch e VF corporation, che possiede, tra gli altri, Timberland, NorthFace, Napapijri.
Ogni giorno, i tir con la merce griffata Gucci partono dalla Toscana per approdare pochi chilometri oltre il confine, nel grande centro logistico aperto da Kering vicino a Bellinzona, in Canton Ticino. Una parte di quei prodotti, una volta confezionati, riprendono la via dell'Italia, dove vengono finalmente messi in commercio.
In pratica, la Gucci logistica con sede a Firenze vende a un'azienda di distribuzione elvetica, la Luxury Goods International, anche questa controllata da Kering. Ed è la società svizzera a distribuire i prodotti Gucci anche nel nostro Paese. Grazie a questo gioco di sponda, la multinazionale riesce a incassare profitti supplementari per decine di milioni, perché la sua controllata in Canton Ticino paga imposte inferiori della metà, o anche di meno, rispetto a quelle correnti in Italia.
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