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Francesco Spini per “La Stampa”
All'elenco delle occasioni (per ora) mancate, Unicredit ne aggiunge un'altra, peraltro non nuova: Commerzbank. Le programmate trattative per una possibile aggregazione sono saltate con la guerra. Nel mentre si infittiscono le indiscrezioni su un dossier che potrebbe riaprirsi: il Monte dei Paschi di Siena.
Procediamo con ordine. Secondo quanto riportato dal Financial Times l'ad di Unicredit Andrea Orcel, a inizio anno, avrebbe programmato colloqui informali con il suo omologo in Commerzbank, Manfred Knof, proprio per parlare di una possibile combinazione che avrebbe coinvolto la controllata tedesca di Unicredit, Hvb: l'idea era progettare la seconda banca in Germania con attivi per 785 miliardi, mille sportelli e 48 mila dipendenti, scrive il quotidiano della City.
Poi è scoppiata la guerra in Ucraina e per Orcel la priorità è divenuta un'altra: sistemare la grana in Russia dove l'esposizione è già stata ridotta - con effetto sui conti del primo trimestre - di 2 miliardi e per cui si studiano le diverse opzioni. Queste, spiega Orcel in un'intervista a Bloomberg Tv, «sono molto influenzate dalla prossima ondata di sanzioni, da chi sono le controparti, da cosa possiamo fare, da cosa non possiamo fare».
La liaison con Commerzbank, banca reduce da una lunga fase di ristrutturazione, sembra finita lì. Però piace al mercato, che spinge tanto Unicredit (+2,05% a 9,96 euro) quanto i titoli tedeschi, in rialzo del 3,08%, a 7,02 euro.
L'opzione resta possibile, anche se complessa. Come è difficile si possa ripercorrere la strada preferita di Orcel, quella che porta al Banco Bpm: l'ipotesi, bruciata da una fuga di notizie quando sembrava essere arrivato il momento giusto, oggi è fuori portata per ragioni di mercato, senza contare il presidio francese del Crédit Agricole entrato con un pesante 9,2%.
Andrea Orcel giuseppe castagna
Raccontano che Orcel stia ora valutando di riaprire un dossier che pareva archiviato: quello sul Monte dei Paschi. «Capitolo chiuso», ha detto il manager a inizio mese. Più fonti - senza che alcuna conferma giunga dalla banca - sostengono che nelle ultime settimane, esaminati i parametri, l'interesse per Siena sia tornato d'attualità.
C'è chi ipotizza un coinvolgimento per una parte minoritaria degli sportelli tanto di Bper (sebbene oggi impegnata con Carige e il grande socio Cimbri abbia messo in guardia dal fare «passi più lunghi della gamba») quanto, al Sud, di Mcc. Va però convinta la politica che ha bocciato ogni soluzione-spezzatino, e pure il Mef che appare deciso a portare avanti l'aumento e il piano di Siena e vedere il da farsi più avanti.
Per ora Unicredit muove sottotraccia e Orcel declina la sua filosofia: «Se troveremo acquisizioni che abbiano senso dal punto di vista strategico, che rafforzino la nostra posizione, che accelerino il piano che abbiamo nel singolo Paese o nei segmenti di clientela che abbiamo, e che possano essere fatte a condizioni interessanti, le faremo».
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