DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
Giuseppe Bottero per “la Stampa”
«Usciremo dallo scandalo solo attraverso un percorso doloroso». Matthias Mueller, nuovo capo di Volkswagen, non si nasconde. Per la prima volta dopo la sua nomina, l’amministratore delegato parla davanti a 20 mila dipendenti riuniti in assemblea straordinaria nel quartier generale di Wolfsburg, e annuncia un piano lacrime e sangue. «Saremo costretti a risparmi massicci», scandisce il manager alla platea, arrivata in fabbrica con le magliette bianche, il logo aziendale stampato sopra e una scritta orgogliosa «Una squadra, una famiglia».
Mueller spiega che ci sarà da far fronte «a multe significative» e i 6 miliardi e mezzo già accantonati «non basteranno. Stiamo riconsiderando tutti gli investimenti previsti. Quelli che non sono urgenti saranno cancellati o posticipati». Il manager non parla di tagli ai posti di lavoro, ma ammette che gli effetti della grande truffa - i veicoli truccati, è emerso ieri non sarebbero gli 11 milioni temuti ma 9,5 milioni - sono imprevedibili. «Le soluzioni tecniche sono in vista - dice -. Tuttavia le conseguenze finanziarie non sono ancora chiare».
Poi promette pulizia: «Gireremo ogni pietra e ci andremo a guardare sotto». Per lanciarsi in stime sul costo del bagno di sangue - dalle multe alla crisi di credibilità - è presto, ma il quotidiano «Süddeutsche Zeitung» evoca il rischio della vendita di alcuni marchi. Prima, però, potrebbero essere congelati modelli di alto segmento e le laute sponsorizzazioni, a partire dalla squadra del Wolfsburg.
Al fianco di Mueller, durante l’incontro con gli operai, c’è Bernd Osterloh, capo del consiglio di fabbrica. Tocca a lui tentare di rassicurare gli animi: «Al momento non ci sono ancora conseguenze sui posti di lavoro e questo vale sia per il personale assunto, che per i lavoratori interinali. C’è la ferma intenzione di fare di tutto per salvaguardare l’occupazione».
Più complesso, invece, mettere al riparo le buste paga. «Lo scandalo avrà riflessi negativi sugli utili dell’azienda e quindi sui bonus», spiega Osterloh.
La road map di Volkswagen, in ogni caso, è pronta: già in questa settimana, gli ingegneri di Wolfsburg sottoporranno all’ufficio automobilistico federale tedesco (Bka) alcune soluzioni tecniche. Se verranno approvate l’operazione di richiamo partirà a gennaio e i lavori potrebbero terminare entro il dicembre 2016.
Una schiarita che ha l’effetto di invertire il crollo in Borsa di Vw: le azioni, che nelle ultime settimane hanno perso oltre il 40%, ieri sono balzate del 3,8 per cento.
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