snapchat gli occhiali

CONTRORDINE, NERD: LA PAROLA D'ORDINE È HARDWARE - I GIGANTI DELLA SILICON VALLEY TORNANO A INVESTIRE SULLE ''COSE'', VISTO CHE IL SOFTWARE NON RENDE PIÙ: MICROSOFT SI METTE A FARE COMPUTER (GAJARDI, FINALMENTE), FACEBOOK VENDE VISORI PER LA REALTÀ VIRTUALE, SNAPCHAT FA OCCHIALI, AMAZON PUNTA SU 'ALEXA', IL SUO CILINDRO PIENO DI INTELLIGENZA ARTIFICIALE, GOOGLE SMERCIA LO SMARTPHONE PIXEL

Maria Teresa Cometto per il ''CorrierEconomia - Corriere della Sera''

 

occhiali snapchatocchiali snapchat

Vicino al negozio Apple sulla Quinta avenue all' angolo con la 59esima strada a Manhattan, si può vedere una lunghissima coda di persone disposte ad aspettare anche 18 ore per accaparrarsi il gadget più cool del momento. Che non è un iPhone o un altro prodotto targato Mela. Sono gli Spectacles, gli occhiali da sole prodotti da Snapchat per creare video di dieci secondi e mostrarli sulla sua app. La startup di messaggi effimeri li ha messi in vendita in un pop-up store che resterà aperto fino alla fine dell' anno. Il numero di occhiali disponibili (venduti da distributori automatici anche in altre città americane) è limitato, il che ha scatenato la caccia all' acquisto: su eBay il prezzo per un paio di Spectacles è già arrivato a 5 mila dollari.

 

Ma l' obbiettivo di Snapchat non è far soldi con gli occhiali. Il suo 26enne fondatore e ceo (amministratore delegato) Evan Spiegel vuole piuttosto ribadire che la sua piattaforma social è la più di moda fra i giovani e giovanissimi ovvero che, nonostante gli sforzi di Facebook per copiarla, è la preferita dal pubblico più corteggiato dagli inserzionisti pubblicitari, quello dei teenager e del Millennial.

 

microsoft surface studiomicrosoft surface studio

Cambio di passo Lanciare un prodotto «fisico» per attirare l' attenzione sui servizi «immateriali» è la nuova strategia adottata non solo da Snapchat, ma dai principali grandi protagonisti del software e di Internet. Da Microsoft a Google, da Amazon a Facebook, tutti hanno recentemente messo sul mercato degli apparecchi high-tech che servono da vetrina per il loro business.

 

E così se resta vero il principio generale che «il software si mangia il mondo» - come aveva dichiarato cinque anni fa il famoso venture capitalist della Silicon Valley Marc Andreessen -, oggi però la tendenza è che l' hardware is back , è tornato in primo piano.

Ogni azienda, se non vuole essere annichilita da una Uber o Airbnb del suo settore, deve diventare digitale. Ma le aziende digitali, per continuare ad essere vincenti in un mercato sempre più competitivo e in veloce trasformazione, devono tenere alta l' eccitazione sulle loro tecnologie e lo possono fare proprio mostrando come funzionano su «un pezzo» di hardware .

 

Microsoft aveva iniziato con l' ibrido tablet-laptop Surface e ora ha raddoppiato la scommessa con il suo primo personal computer, il Surface Studio, che può essere comandato anche con il «tocco» ( touch screen ). Lo scopo del ceo Satya Nadella non è fare concorrenza ai partner che installano il suo software Windows su tablet, laptop e pc. Il core business di Microsoft resta il software, ma per diffondere il suo uso ha bisogno che la gente compri i tablet, laptop e pc.

google pixelgoogle pixel

 

Il Surface è servito a dare la sveglia ai partner che fino ad allora avevano sfornato prodotti noiosi e brutti in confronto a quelli di Apple. E ora il Surface Studio è riuscito addirittura a creare più buzz (interesse, eccitazione) del nuovo laptop Mac della Mela.

 

Stessa logica è quella di Larry Page che ha appena lanciato Pixel e Pixel XL, i nuovi smartphone Made by Google . Il problema della società nota per il suo motore di ricerca è che il suo sistema operativo Android resta sì dominante sugli smartphone di tutto il mondo, ma viene adottato in modo non omogeneo e non ottimale secondo i suoi sviluppatori originali.

 

Sui Pixel la novità principale è Google assistant, l' assistente virtuale animato con la tecnologia dell' intelligenza artificiale, la quale è «il futuro del mondo digitale», come ha detto Sundar Pichai, il ceo di Google, presentando gli smartphone. Se i Pixel riescono ad attirare l' interesse del pubblico, e' un incentivo agli altri produttori di Android a installare la versione più avanzata del sistema operativo, rafforzando così il dominio di Google e garantendo che il fatturato pubblicitario generato dal suo motore di ricerca continui ad affluire abbondante nelle sue casse.

 

L' assistenza Uno dei virtual assistant concorrenti di Google - oltre a Siri di Apple e Cortana di Microsoft - è Alexa di Amazon.com, che l' ha incorporato nello speaker «intelligente» Echo.

 

amazon echo con alexaamazon echo con alexa

Lanciato l' anno scorso in America, Echo è da poco disponibile anche in Gran Bretagna e Germania e nel 2017 dovrebbe arrivare in Italia: trasmette musica - compreso il nuovo servizio in streaming di Amazon.com -, sa rispondere a domande di tutti i tipi e permette di ordinare con la voce acquisti sia di prodotti della stessa Amazon sia di altri partner commerciali. Echo è insomma un potente strumento nelle mani di Jeff Bezos per allargare la base dei suoi fedeli clienti.

 

Facebook per ora ha in portafoglio solo l' apparecchio di virtual reality Rift di Oculus: disponibile dallo scorso marzo negli Usa, di pochi giorni fa è l' annuncio che adesso può funzionare collegato a computer meno potenti e meno cari di prima, facendo così scendere il prezzo complessivo da 1.600 dollari a 1.100.

ZUCKERBERG REALTA' VIRTUALEZUCKERBERG REALTA' VIRTUALE

 

Oculus l' aveva comprata due anni fa per 2 miliardi di dollari Mark Zuckerberg con un fiuto da talent scout: i suoi fondatori Palmer Freeman Luckey, 24 anni e Brendan Iribe, 37 sono infatti perfetti esponenti della nuova generazione di hardware hipster , i giovani che hanno fatto dire a Joi Ito, il direttore del leggendario Mit Media Lab, che «l' hardware è il nuovo software». I campo dove l' innovazione è oggi più vivace.

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