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ITALIA, INDIETRO TUTTA – SECONDO CONFCOMMERCIO I CONSUMI DEGLI ITALIANI SONO CROLLATI DEL 47,6% AD APRILE – A MAGGIO IL PIL DOVREBBE FARE UN RIMBALZO DEL 10%, MA NONOSTANTE QUESTO A FINE ANNO RIMARREMO SOTTO DEL 16% PER COLPA DEL LOCKDOWN – SANGALLI: “RISCHIO DI DANNI PERMANENTI, OGGI ANCORA NON C’È UN PIANO DI RICOSTRUZIONE DEL PAESE”
Da www.ansa.it
Ad aprile i consumi degli italiani sono crollati del 47,6% e nonostante un rimbalzo del pil del 10% stimato a maggio il prodotto interno lordo rimarrà sempre a un -16% rispetto all'anno precedente. E' quanto sul legge in una nota dell'ufficio studi di Confcommercio.
"Ad aprile, i consumi sono crollati del 47 per cento col rischio di danni permanenti all'economia". E' quanto afferma il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, a proposito dei dati diffusi dall'Ufficio Studi di Confcommercio chiedendo "un piano di ricostruzione complessiva del Paese che oggi ancora non c'è", "indennizzi più robusti e liquidità vera".
i cartelli nei negozi del centro di roma che rischiano di chiudere 5
chiuso per virus
Ampliando lo sguardo a cosa è accaduto nel periodo di lockdown si rileva nel complesso del secondo bimestre, nel confronto con lo stesso periodo dello scorso anno, un calo del 38,9% dei consumi, dato che si riuscirà a recuperare solo in parte nei prossimi mesi, spiega ancora Confcommercio. I più penalizzati continuano a risultare i servizi e in particolare quelli relativi al tempo libero Il completo lockdown di aprile "ha avuto conseguenze che il sistema economico italiano non ha mai sperimentato dopo la seconda guerra mondiale" sottolinea Confcommercio che ricorda come siano stati pochissimi i segmenti che sono riusciti a registrare un segno positivo (alimentazione domestica, comunicazioni ed energia), per molti altri, invece, soprattutto quelli legati alle attività complementari alla fruizione del tempo libero, la domanda è stata praticamente nulla.
fabbrica coronavirus 4
chiuso per virus
"Cifre quasi inverosimili che, purtroppo, testimoniano gli effetti derivanti dalla sospensione, non solo di gran parte delle attività produttive, ma anche di quelle sociali e relazionali dirette". "La questione più grave è la concentrazione delle perdite su pochi importanti settori, come il turismo e l'intrattenimento, che sono anche quelli più soggetti a forme di distanziamento e rigidi protocolli di sicurezza, ma anche la mobilità e l'abbigliamento". Pertanto, la fine del lockdown non sarà uguale per tutti - sostengono i commercianti". "Ma soprattutto, dopo la riapertura si avvertiranno anche dolorosi effetti su reddito e ricchezza che si protrarranno ben oltre l'anno in corso".
disoccupazione crisi
fabbrica coronavirus 1
RECESSIONE
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