RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Umberto Mancini per “il Messaggero”
L'idea è quella di arrivare in tempi rapidi ad un Patto europeo per mettere in sicurezza le compagnie aeree del Vecchio Continente. Per questo, per trovare una soluzione di fonte all'emergenza virus che rischia di cambiare per sempre lo scenario dei trasporti, la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli ha avviato un confronto con i suoi omologhi di Francia, Spagna e Germania.
Ad essere in pericolo ci sono, come evidente, migliaia di posti di lavoro con conseguenze devastanti sotto il profilo sociale, e la sopravvivenza stessa di un comparto vitale per l'economia. Il documento che sta elaborando la De Micheli, d'intesa con gli altri Paesi più investiti dalla crisi, riguarda per la verità tutto il sistema dei trasporti, ma una attenzione particolare è dedicata proprio ai vettori aerei.
L'obiettivo è quello di sollecitare la Commissione Ue a prendere iniziative concrete e soprattutto rapide per sostenere il comparto, evitandone il collasso. Le compagnie hanno bisogno di liquidità e sostegni immediati per evitare di mandare a casa centinaia di dipendenti. Da qui la richiesta, nel documento che sta prendendo forma, di misure specifiche per attutire l'impatto del blocco. La regia Ue sugli aiuti, almeno nelle intenzioni della De Micheli, promotrice dell'iniziativa, avrebbe poi il merito di coordinare gli interventi in maniera organica, superando la semplice logica degli aiuti di Stato. La ministra si aspetta dalla Commissione un intervento massiccio finalizzato a tutelare le fasce più deboli.
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Non è poi un mistero che i colloqui in corso a livello governativo tra i vari Paesi potrebbero portare anche ad un rimescolamento di carte tra i principali colossi europei, con la possibilità concreta di fusioni e accorpamenti tra vettori. Da tempo si parla in Europa della necessità di aggregazioni per reggere le sfide di mercato e la concorrenza mondiale.
LA SITUAZIONE
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Del resto la crisi legata alla pandemia e la conseguente drastica riduzione delle attività delle compagnie aeree ha portato a un calo del 75,9% dei voli nei cieli europei. Nella giornata di lunedì, tanto per fare un esempio, sono decollati o atterrati appena 6.837 aerei, meno di un quarto rispetto allo scorso anno. I dati comunicati da Eamonn Brennan, direttore generale di Eurocontrol, l'organizzazione intergovernativa che coordina il controllo del traffico aereo a livello europeo, fanno tremare i polsi.
Fino al 14 marzo il crollo del traffico era stato del 20%, ma il dato ha continuato a peggiorare negli ultimi giorni. Brennan ha pubblicato anche le statistiche aggiornate al 21 marzo sugli aerei cargo per il trasporto merci. Il traffico è praticamente invariato rispetto allo scorso anno, «ma questo dato non tiene conto della perdita di spazio per il trasporto merci nelle stive dei velivoli passeggeri». I prossimi mesi, sperando che l'uscita dal tunnel sia più vicina, potrebbero essere anche peggiori, visto che meno di una settimana fa Lufthansa ha annunciato di aver messo a terra 700 aerei su 763.
MICHAEL O LEARY RYANAIR OLEARY
«Al momento - ha detto il sempre ieri il fondatore di Ryanair Michael OLeary - non prevediamo di operare voli né ad aprile né a maggio». Da oggi è chiuso l'aeroporto di Bruxelles-Charleroi, uno dei principali hub continentali per la compagnia low cost irlandese. Anche Air France e Iberia hanno ridotto fortemente la flotta, mentre anche le altre low cost, EasyJet in testa, hanno sostanzialmente chiuso i collegamenti.
giuseppe conte paola de micheli
Secondo l'ultimo studio della Iata, le compagnie aeree potrebbero perdere 252 miliardi di dollari di vendite nel 2020 a causa del coronavirus, con un calo del 38% del traffico complessivo.
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