1- ABRAMO BAZOLI SCONGELA OBELIX SALZA E LO ARRUOLA IN CORRIERE-RCS COME PANZER PER DEBELLARE LE TRAME DEL TRIO MERAVIGLIAO DELLA VALLE-MIELI-MONTEPREZZEMOLO 2- L’UCCELLATO LUCHINO ERA INTENZIONATO A SOSTITUIRE IL NOTAIO MARCHETTI DALLA PRESIDENZA DEL PATTO RCS E A RIPORTARE PER LA TERZA VOLTA ALLA GUIDA DEL “CORRIERE” IL COMPAGNO DI MERENDA PAOLO MIELI, CHE SI VEDE SBARRATA LA PORTA DELLA RAI 3- STATE LONTANO DA RENATINO BRUNETTA CHE IN QUESTE ORE È TERRIBILMENTE INCAZZATO 4- UNIPOL CIMBRI CHIAMA GUIDO ROSSI E VA ALL’ATTACCO DEI LIGRESTI: LE STRIZZATINE D’OCCHIO DELL’AD PELUSO AL SUO AMICO MATTEUCCIO ARPE, GLI PUZZANO TERRIBILMENTE 4- IL RISCATTO DI PIZZETTI DAVANTI AD ATTILIO BEFERA: “È DA SUDDITI E NON DA CITTADINI ESSERE CONSIDERATI DEI POTENZIALI MARIUOLI” (BEFERA È RIMASTO IMPASSIBILE)

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1- ABRAMO BAZOLI ARRUOLA OBELIX SALZA PER DEBELLARE IL TRIO DELLA VALLE-MIELI-MONTEZEMOLO
Le signore milanesi che fanno shopping in via Montenapoleone sono molto curiose si sapere che cosa avverrà nei prossimi giorni dentro Rcs, il Gruppo editoriale del "Corriere della Sera".

Si aspettavano che questa settimana si svolgesse la riunione del Patto di sindacato, l'organismo dei 13 maggiori azionisti che governa il Gruppo ed è presieduto dal notaio dalla cravatta rossa Piergaetano Marchetti. A sorpresa la riunione è slittata al 2 aprile, l'ultimo giorno utile per depositare le liste in vista dell'Assemblea che ricomporrà gli organi sociali e dovrà approvare il bilancio.

Di questo si parlerà venerdì prossimo nel consiglio di amministrazione che è stato convocato per analizzare i numeri dell'esercizio 2011 e per discutere su alcuni temi fondamentali come la vendita della controllata francese Flammarion e il buco di 300-400 milioni di Unidad Editorial, la società spagnola che pubblica tra l'altro il quotidiano "El Mundo".

Le signore che sbirciano le vetrine di via Montenapoleone pensano che al vertice del Gruppo sia in arrivo un temporale per Antonello Perricone, il manager perennemente abbronzato che rischia la poltrona di amministratore delegato. Più che i numeri dei bilancio interessa capire che cosa succederà nella riunione del Patto di sindacato dove i 22 componenti rappresentano un autentico caleidoscopio dei poteri forti e di quelli che negli ultimi tempi si sono indeboliti.

Per quanto riguarda la prima linea (poteri forti) l'attenzione è rivolta soprattutto ai movimenti di Abramo-Bazoli, l'arzillo vecchietto presidente di IntesaSanPaolo che nelle ultime settimane ha dimostrato di avere una presa sempre più salda sul quotidiano diretto da Flebuccio De Bortoli.

Dopo l'uscita di Cesarone Geronzi, il banchiere bresciano rappresenta sicuramente l'uomo con il quale gli azionisti (forti e deboli) devono fare i conti, ma sarebbe sbagliato pensare che lo faccia in prima persona perché nella sua esperienza di mezzo secolo ha sempre gestito con sapienza ecclesiale e furbizia democristiana gli strappi clamorosi e le battaglie frontali.

Questo schema porta a dire (come fa oggi Rosario Dimito su "Il Messaggero") che Bazoli nella riunione del 2 aprile con i pattisti si presenterà con il ramoscello pasquale, un simbolo di pace e di stabilità. L'immagine è bella ma non è veritiera perché invece di esporre il petto nei confronti di chi scalpita per cambiare rotta e governance nel Gruppo, c'è un personaggio ben conosciuto nel mondo della finanza che si è fatto carico di spuntare le lance al trio composto da Luchino di Montezemolo, Dieguito Della Valle e Paolino Mieli, i tre piccoli cavalieri dell'Apocalisse che vogliono cambiare la rotta dell'ammiraglia editoriale.

Il personaggio in questione è Enrico Salza, il 74enne geometra piemontese che da decenni è sulla scena della finanza e non sembra aver alcuna voglia di ritirarsi.

I torinesi conoscono bene quest'uomo corpulento e dalla faccia quadrata che oltre alla passione per i vini di qualità ha coltivato fin da giovane l'hobby del giornalismo. Per chi passeggia nella piazza San Carlo di Torino dove si trovano gli uffici del SanPaolo, Salza è l'equivalente del monumento a Emanuele Filiberto, e molti ricordano i suoi contrasti con la Fiat, le allusioni ad un'appartenenza massonica e la battaglia furibonda che fece quando i longobardi di Intesa uscirono vincitori contro i sabaudi di SanPaolo Imi nella fusione che ha spostato il baricentro della finanza da Torino a Milano.

Con i longobardi e con Bazoli il dente di Salza ha continuato ad avvelenarsi nel giugno 2008 quando fu sconfitto dal notaio Angelo Benessia per la presidenza della Compagnia SanPaolo. La vicenda lo ferì profondamente, e fu gestita da Abramo-Bazoli, Giuseppe Guzzetti, presidente di Cariplo, e il sindaco Chiamparino.

A distanza di quattro anni la cicatrice si è ricomposta e Salza ha riannodato le fila di un rapporto molto intenso con il mistico Bazoli che lo sta utilizzando come un ariete e un centravanti di sfondamento nei confronti di chi vorrebbe ribaltare gli assetti di Rcs e del "Corriere".

Sembra di rivedere le immagini del fumetto francese in cui Obelix, dotato di forza sovrumana grazie a una magica pozione, diventa amico di Asterix e si mette alla caccia dei cinghiali. In questo caso la magica pozione di Salza-Obelix è il potere, un ingrediente che gli piace moltissimo come gli piace il denaro sul quale è rimasta celebre la sua frase: "per me il denaro non puzza, chiunque me lo dia".

Nel gioco delle parti opera a stretto contatto di gomito con Asterix-Bazoli, Guzzetti e il povero Flebuccio De Bortoli che cerca di barcamenarsi alla guida del primo quotidiano italiano. Il loro compito è di contenere l'offensiva che venti giorni fa è venuta alla luce dal trio Luchino-Dieguito-Paolino Mieli intenzionati a sostituire il notaio Marchetti dalla presidenza del patto con Montezemolo e riportare per la terza volta alla guida del "Corriere" l'amico Mieli, che si vede sbarrata la porta della Rai.

La loro impresa ha qualcosa di disperato perché hanno perso la battaglia in Confindustria, la guerra dentro la politica dove Luchino è stato affossato dal governo tecnico, e nel business che li vede privi della sponda preziosa di Corradino Passera lanciato verso sorti magnifiche e progressive.

A frantumare le loro strategie ci sta pensando il king maker nascosto di Bazoli, quel Salza che domani dovrebbe ricevere un premio per i suoi servizi. Sembra infatti che durante la riunione del Consiglio di gestione di IntesaSanPaolo sarà proposta la sua nomina a presidente di Banca Fideuram, l'Istituto del risparmio gestito controllato dalla banca di Abramo-Bazoli.


2- STATE LONTANO DA RENATINO BRUNETTA CHE IN QUESTE ORE È TERRIBILMENTE INCAZZATO.
Un piccolo suggerimento: state lontano da Renatino Brunetta che in queste ore è terribilmente incazzato.

Con una decisione del tutto imprevista Monti ha deciso di riorganizzare dentro Palazzo Chigi la cabina di regia per il programma della Pubblica Amministrazione digitale. Il napoleonico ex-ministro soffre perché con questa decisione è stato letteralmente smantellato il Dipartimento per l'Innovazione e le Tecnologie che Brunetta aveva affidato a Renzo Turatto, un tecnico di grande competenza nominato nel giugno 2009.

Tra i due personaggi c'è una familiarità che nasce fin dai banchi di scuola e dell'università di Pavia, un legame cementato negli anni pur avendo personalità diverse perché il figlio dell'ambulante veneto Brunetta ha un temperamento vulcanico mentre Turatto è un uomo pacato con un cervello pieno di idee.

La notizia ha preso in contropiede anche gli operatori e le grandi aziende di telecomunicazioni ed informatica che hanno avuto modo di apprezzare il suo operato e la voglia di lanciare grandi progetti-Paese sulla digitalizzazione.

Secondo quanto scrive il "Corriere delle Comunicazioni", Monti ha affidato la guida della PA digitale a Manlio Strano, il 68enne romano Segretario generale della Presidenza del Consiglio. Sarà lui, privo di qualsiasi esperienza in materia, a dirigere i cinque dipartimenti che dovranno rilanciare l'innovazione.


3- UNIPOL CIMBRI ALL'ATTACCO DI LIGRESTI
Nella telenovela sulla sorte dell'impero Ligresti e sulla fusione tra Premafin e la compagnia "rossa" Unipol, si è inserita ieri una lettera dai toni duri che cerca di rompere il velo di incertezza sull'operazione.

A firmarla è stato Carlo Cimbri, il 47enne manager di Cagliari con i lineamenti da attore di un poliziottesco hollywoodiano, che dal 2010 è alla guida del gruppo assicurativo bolognese. Nella missiva che sembra scritta con la penna del suo consulente legale Guido Rossi, Cimbri chiede perentoriamente a Totuccio Ligresti e ai suoi figli un po' spreconi di rompere gli indugi e di smetterla di trescare con Matteuccio Arpe e Meneguzzo, i due finanzieri che si sono inseriti nell'operazione Premafin-Unipol rompendo un accordo già consolidato.

Dal tono si capisce comunque che il destinatario vero della lettera non è la famiglia Ligresti, ma soprattutto Giorgio Peluso, il manager-banchiere che a giugno dell'anno scorso è stato nominato al vertice di Fondiaria-Sai, il pezzo forte dell'impero Ligresti.

La storia di Peluso è la storia di un professionista di 44 anni, che oltre ad essere figlio della ministra Cancellieri, prima di sbarcare in Premafin ha lavorato in Unicredit dove si interessava di corporate banking, e prima ancora ha fatto parte della squadra di Matteuccio Arpe dentro il Mediocredito Centrale e Capitalia. Pare che Ligresti lo abbia ingaggiato con uno stipendio milionario e un bonus di oltre mezzo milione di euro l'anno indipendentemente dai risultati della Compagnia.

Il cagliaritano Cimbri vuole rompere gli indugi perché le strizzatine d'occhio a Matteuccio Arpe, che si è inserito come un ariete dentro l'operazione Premafin-Unipol, gli puzzano terribilmente.


4- IL RISCATTO DI PIZZETTI: "È DA SUDDITI E NON DA CITTADINI ESSERE CONSIDERATI DEI POTENZIALI MARIUOLI".
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che ieri Francesco Pizzetti, l'alessandrino che dal 18 aprile 2005 ha guidato l'Autorità della Privacy, si è riscattato dopo anni di gestione opaca.

Con un discorso dai toni molto forti ha attaccato gli accertamenti nella lotta all'evasione che a suo avviso costituiscono in alcuni casi "strappi allo stato di diritto". Lo ha fatto nel corso della presentazione del Rapporto sui sette anni di gestione dell'Authority. All'evento, organizzato dalle abili mani della sua consulente e amica Maria Criscuolo, titotare dell'Agenzia Triumph, ha assistito impassibile Attilio Befera, che non ha mosso ciglio nemmeno quando Pizzetti ha esclamato: "è da sudditi e non da cittadini essere considerati dei potenziali mariuoli".

 

Enrico Salza Giovanni Bazoli Corrado PasseraMieli Della Valle e Montezemolo all'anema e core di capriPIERGAETANO MARCHETTI Antonello Perricone de bortoliCesare Geronzi Enrico Salza ENRICO SALZA ENRICO SALZA - copyright PizziRENATO BRUNETTA MARIO MONTI CARLO CIMBRI Salvatore Ligresti