DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Isabella Bufacchi per Il Sole 24 Ore
La Germania vanta la più alta montagna di oro in Europa, la seconda nel mondo. Le riserve auree della Bundesbank, la banca centrale tedesca, ammontano infatti a 3.374 tonnellate e questo stock è secondo solo a quello degli Stati Uniti, pari a 8.133 tonnellate.
Ma la rapidità e l'entità dell'accumulo di oro da parte della Germania non ha eguali: le sue riserve auree furono sequestrate e azzerate dopo la seconda guerra mondiale, a causa dei saccheggi che i nazisti fecero a danno delle banche centrali degli alleati. Nel 1950 l'oro nei caveau della Buba erano ancora pari a “zero”. Ma la ricostruzione delle riserve auree è stata fatta alla luce del sole: tanto oro è stato accumulato in Germania in circa 70 anni grazie al surplus delle partite correnti dagli anni ‘50 e successivamente anche per tenere basso il marco troppo forte.
La storia delle riserve auree della Germania viene raccontata per la prima volta in un libro della Bundesbank pubblicato ieri intitolato “Das Gold der Deutschen”, che vuol dire l'oro dei tedeschi. E infatti il titolo racchiude la chiave di questa iniziativa che non ha precedenti: il motivo principale di questa pubblicazione, che sarà seguita nei prossimi giorni da un'esposizione dedicata alle riserve auree presso il Museo della Bundesbank, è stata proprio quella di fare trasparenza per la prima volta e raccontare, in risposta alle innumerevoli domande che i cittadini tedeschi rivolgono alla Bundesbank sull'oro del Paese.
Il libro è stato presentato nella sede della Banca centrale tedesca e ha una prefazione a firma del presidente della Buba Jens Weidmann che commenta: «le nostre riserve auree sono anche un segno del miracolo economico tedesco dopo la seconda guerra mondiale, come lo sono stati il marco tedesco e il Maggiolino della Volkswagen». Dagli anni ‘50, la Germania ha iniziato ad accumulare oro perché gli accordi commerciali e dei pagamenti all'epoca richiedevano che vi fosse un flusso di oro in corrispondenza con il surplus delle partite correnti.
Successivamente, le riserve auree lievitarono in Germania ai tempi del marco tedesco forte: la Bundesbank, per evitare un apprezzamento eccessivo della valuta, vendeva marchi e acquistava oro. Ora la Bundesbank è parte dell'Eurosistema e le sue riserve auree contribuiscono, pro quota in base alla chiave capitale, a quelle della Bce. Inoltre, non tutto “l'oro dei tedeschi” è custodito fisicamente nella sede della Bundesbank: il 50% si trova in Francoforte, il 37% presso la Federal Reserve americana e il rimanente 13% presso la Bank of England.
Il librone, un tomo di 160 pagine con fotografie mozzafiato, ricostruisce la storia dell'oro della Germania, non soltanto attraverso i lingotti ma anche le monete in oro che non fanno parte delle riserve auree. La Bundesbank ne colleziona 90mila: alcune datano attorno al 600 avanti Cristo e sono considerate tra le più antiche al mondo. Una in particolar modo risale all'85 avanti Cristo: raffigura il senatore Marco Giunio Bruto della Repubblica romana ed è l'unico esempio in circolazione.
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