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Hanno addosso le impronte di Gianni De Gennaro tutte le ultime scelte in casa Leonardo. Prima di tutto l’ingaggio di Paolo Messa, editore del sito Formiche e della rivista di aeronautica Air Press, come nuovo direttore delle relazioni istituzionali. Funzione tolta – non senza una certa brutalità – a Raffaella Luglini, che fin dal suo arrivo in piazza Montegrappa Alessandro Profumo ha valorizzato come suo braccio destro.
gianni letta e gianni de gennaro
La scelta di Messa, già consigliere di amministrazione della Rai in quota Udc (Casini in particolare), ha destato stupore. Sia perché il quarantenne barese non ha mai ricoperto ruoli manageriali, sia soprattutto perché nella stagione del pentaleghismo andare a prendere un uomo del vecchio centro-destra (oltre a Casini gli altri riferimenti di Messa sono Berlusconi, Gianni Letta e Cesa) è sembrato ai più una stravaganza se non addirittura un azzardo.
luigi di maio con profumo e de gennaro alla leonardo di pomigliano
Tant’è vero che qualcuno ha già notato gli attacchi che come editore Messa ha lanciato al governo Conte-Di Maio-Salvini sul tema della riduzione degli investimenti nel settore della difesa. Così l’unica spiegazione è che c’entri il rapporto che il presidente di Leonardo e il neo assunto hanno stretto nell’ambito del Centro Studi Americani, piccola lobby di cui De Gennaro è presidente e Messa direttore (a proposito, si dimetterà?).
Ma sono da ricondurre all’ex capo della Polizia anche i nomi di Luciano Violante e Peppino Caldarola, il primo scelto per presiedere la neo costituita Fondazione Leonardo (ma non c’è già la Fondazione Ansaldo, di cui proprio la Luglini è presidente?), il secondo per dirigere la storica rivista dell’Iri “Civiltà delle Macchine”, che Leonardo ha comprato da Fintecna.
PAOLO MESSA E SIGNORA PIERFERDINANDO CASINI
Entrambi di sinistra, uno nel Pd in quota propria, l’altro da sempre vicino a D’Alema e ultimamente al presidente della Regione Toscana Rossi, anche Violante e Caldarola sembrano fare a pugni con il nuovo regime politico. Allora perché queste scelte, tanto più in una fase in cui dal governo non vengono propriamente degli apprezzamenti nei confronti di quella che una volta si chiamava Finmeccanica e dei suoi vertici?
Bastava dare un’occhiata l’altra sera alla festa per i 70 anni di Leonardo a chi c’era e chi non c’era a Villa Miani: del governo solo il viceministro dell’Economia Garavaglia. Persino la ministra della Difesa Trenta brillava per la sua assenza. Qualcuno sussurra che a piazza Montegrappa i rapporti tra De Gennaro e Profumo non siano più quelli di una volta…
garavagliaElisabetta Trentapaolo savona elisabetta trenta alessandro profumoPEPPINO CALDAROLA FOTO ANDREA ARRIGA
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