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AL DEBITO NON C’È MAI FINE – IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO HA SUPERATO LA SOGLIA DEI TREMILA MILIARDI DI EURO. MA IL DATO DAVVERO PREOCCUPANTE È CHE DAL 2012 AL 2024, IN SOLI 12 ANNI, È CRESCIUTO DI MILLE MILIARDI – BANKITALIA: “IN RAPPORTO AL PIL IL DATO È IN CALO” – GIORGETTI PROVA A RASSICURARE: “C'È UN PIANO PER LA SUA RIDUZIONE, SIAMO SULLA STRADA GIUSTA”. MA PREOCCUPA LA SEMPRE PIÙ PESANTE DOMANDA DI RISORSE DA PARTE DELLO STATO…

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Estratto dell’articolo di Fabrizio Goria per “la Stampa”

 

giancarlo giorgetti voto di fiducia sulla manovra 2024 foto lapresse

Tremila miliardi di euro. Il debito pubblico italiano diventa sempre più pesante e supera quella che in molti analisti considerano come una cosiddetta "soglia psicologica". Mai dall'Unità d'Italia a oggi l'ammontare complessivo del fardello sulle spalle dei cittadini era stato così evidente e marcato.

 

A novembre, il cambio di passo. Un aumento di 23,9 miliardi rispetto al mese precedente, per una quota totale di 3.005,2 miliardi di euro. A incidere l'aumento delle disponibilità liquide del Tesoro, su di 20,9 miliardi a quota 63,9, e il fabbisogno statale, in aumento di 3,2 miliardi.

 

Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, non si dice preoccupato. «Quello che ci conforta è che l'Italia è uno dei pochi Paesi che ha fatto tempestivamente un piano strutturale di rientro del debito che è stato accettato e condiviso dall'Ue, ci conforta che siamo sulla strada giusta».

 

debito pubblico

[…]  Ma preoccupa la sempre più significativa domanda di risorse da parte dello Stato.

 Mai così elevato in valori assoluti. Ed è vero che la direttrice intrapresa dal rapporto fra debito e Prodotto interno lordo (Pil) è positiva, un fattore che sarà fondamentale per la futura sostenibilità del Paese.

 

Ma è altrettanto vero che quota 2.000 miliardi sono stati superati nel 2012. E il livello di mille miliardi di euro di fardello è stato passato nel tardo inverno del 1994, per la prima volta dall'Unità d'Italia. Ne deriva che, negli ultimi tredici anni, l'incremento è stato 76,9 miliardi ogni dodici mesi.

 

ANDAMENTO DEL DEBITO PUBBLICO ITALIANO DAL 2005 AL 2024

Un record che riflette non tanto l'andamento sui mercati finanziari dell'Italia, che sta traendo giovamento della relativa stabilità politica interna. Quanto delle spese, dal momento che per il 2024 il Mef ha stimato che il fabbisogno del settore statale si sia attestato a circa 124,9 miliardi di euro contro una richiesta del 2023 pari a 108,573 miliardi.

 

debito pubblico

Certo, come viene sottolineato dalla Banca d'Italia, senza l'incremento delle disponibilità liquide il debito sarebbe diminuito. Tuttavia, allo stesso tempo, nello scorso novembre sono state contabilizzate nel bilancio statale entrate fiscali pari a 51,7 miliardi, in diminuzione dello 0,1% (0,1 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2023.

 

E va notato che nei primi undici mesi dell'anno scorso le entrate tributarie sono state pari a 504,3 miliardi di euro, in aumento del 5,0% (poco più di 24 miliardi) su base tendenziale.

 

[…]

 

Una contestualizzazione di ciò che è avvenuto ieri arriva anche, per la prima volta, dalla Banca d'Italia. «Dal punto di vista economico, ciò che rileva per valutare lo stato di salute delle finanze pubbliche di un Paese non è tanto il debito pubblico in termini nominali, quanto il suo andamento in relazione alla capacità del Paese di fare fronte ad esso», si spiega.

 

giorgia meloni e giancarlo giorgetti foto lapresse 1

In particolare, «il debito pubblico in termini nominali presenta variazioni del suo valore da un mese all'altro solitamente al rialzo nel corso dell'anno; le riduzioni sono più rare, di solito in mesi dove si concentrano le principali scadenze tributarie». Per tale ragione, si specifica, «solitamente il debito pubblico è espresso in rapporto al prodotto nominale.

 

Solo per fare un esempio di una possibile discrepanza tra dinamica del debito in termini nominali e in rapporto al prodotto, in Italia nel triennio post-pandemico 2021-23 il debito nominale è aumentato di quasi 292 miliardi; in rapporto al Pil è sceso di oltre 19 punti percentuali». In valori assoluti, però, resta il record storico.