DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1- A FARE LE SPESE DEL PROFONDO ROSSO MEDIASET RISCHIA DI ESSERE PIERSILVIO PER IL QUALE QUALCUNO A MILANO COMINCIA A IPOTIZZARE UN'USCITA DI SCENA ADDIRITTURA IMMINENTE
Il padre si muove come un topo impazzito dentro la gabbia, il figlio dicono che sia sull'orlo di una crisi di nervi, la figlia guarda allibita i conti dell'azienda e il vecchio zio non ha più consigli da dare.
à questo il ritratto di famiglia che può rappresentare la situazione di casa Berlusconi, ma ci vorrebbe la penna di uno scrittore come Thomas Mann per descrivere meglio lo stato d'animo che stanno vivendo i Buddenbrook milanesi e padroni di Mediaset, la corazzata televisiva che insieme alla Mondadori ha rappresentato fino a ieri il gioiello più prezioso.
A rendere sempre più precario l'assetto del Gruppo sono innanzitutto le incertezze politiche del Cavaliere che ancora ieri a Bruxelles ha dichiarato: "non so se resterò in campo". Nessuno dentro il suo partito in crisi e nelle aziende che si sono sempre avvantaggiate del suo potere, riesce a capire dove andrà a parare quest'uomo per il quale sembrano inaridite la linfa politica e la creatività imprenditoriale. E non l'ha capito nemmeno lui che sembra navigare a vista tra l'idea di un partito "leggero" dove si potrebbero ritrovare i duri e puri del Pdl, e il progetto assolutamente vago e indefinito di una lista civica che alle prossime elezioni potrebbe apparentarsi con chi sogna un grande Centro moderato.
Le armi in mano al Cavaliere peccaminoso sembrano spuntate a partire da quell'alleanza con Pierfurby Casini che pensava di raccogliere le truppe dopo l'uscita di scena di Monti.
Il genero di Caltariccone ha sbagliato i tempi e i modi. Sperava di arrivare presto a raccogliere l'eredità di Monti, che per il momento non crolla sotto i colpi dello spread e le rivolte per le tasse anche se i sondaggi lo danno in calo di popolarità . A questo punto Casini, che frettolosamente e soprattutto verbalmente, ha liquidato partito e Terzo Polo, sembra aver perso la bussola come dimostra il crollo elettorale in Sicilia privo dei voti che un tempo sapeva raccattare il panzer Totò Cuffaro.
Nonostante il cerone, gli occhi del Cavaliere sono comunque ancora abbastanza aperti per capire che la carta Casini rischia di essere una riproposizione stanca di una classe politica dietro la quale scalpitano personaggi da corteggiare e ingaggiare come Corradino Passera e Luchino di Montezemolo.
L'unica cosa assolutamente chiara è il legame stretto che ancora una volta affiora tra le sorti del Berlusconi politico e quelle di Mediaset. L'alternativa rischia di essere drammatica perché se scioglie il suo partito o lo riduce a un'icona di puri e duri (peraltro difficili da trovare) rischia di compromettere le sorti del Gruppo televisivo ed editoriale al quale ha dedicato cinquant'anni della sua vita.
Il contraccolpo di questa incertezza appare evidente nei numeri. Nell'ultimo anno il titolo Mediaset è passato da 4,3 euro a 1,3 toccando il minimo storico, ma ciò che più conta è il crollo della raccolta pubblicitaria (-8% nel primo trimestre) che aveva il suo punto di forza nel pressing esercitato sugli inserzionisti quando Berlusconi era a Palazzo Chigi. Dietro questi numeri è facile immaginare le difficoltà che sta attraversando in questo momento il figlio Piersilvio (classe 1969) e la figlia Marina di due anni più grande che deve vedersela con le difficoltà della Mondadori.
Per quanto riguarda Piersilvio, nominato vicepresidente del Gruppo nell'aprile 2000, alla crisi della pubblicità si aggiunge il flop dei programmi costruiti su palinsesti che danno risultati deludenti (ad eccezione di quelli gestiti dalla macchina umana Maria De Filippi). All'insieme di queste ragioni va aggiunto il silenzio del vecchio zio di famiglia Fedele Confalonieri, il 78enne amico di Berlusconi che sembra sconcertato dalle piroette improvvisate e poco costruttive del partner con cui suonava nei pianobar delle crociere.
C'è poi da aggiungere come tassello finale l'agitazione che arriva dagli azionisti stranieri di Mediaset, che tutti i insieme detengono oltre il 7% della società .
Dagli uffici di New York sembra che i fondi Blackrock, International Value Advisers e MacKenzie abbiano inviato segnali di insoddisfazione perché vedono compromessa la redditività di un investimento che sembrava luminoso fino a quando il Cavaliere non è uscito di scena.
A fare le spese del profondo rosso rischia di essere Piersilvio per il quale qualcuno a Milano comincia a ipotizzare un'uscita di scena addirittura imminente. à un'ipotesi francamente difficile da immaginare perché se per Bossi i figli sono "piezz âe core" anche quando comprano la laurea a Tirana, il secondogenito del Cavaliere è un manager che fin dal 1992 (quando ha iniziato la sua esperienza nel marketing di Publitalia) ha dimostrato di avere talento e grande volontà .
Resta il fatto che l'ipotesi di un suo passo indietro ha preso a circolare con insistenza fino al punto da indicare un'alternativa in Flavio Cattaneo, l'architetto lombardo che dopo varie cariche nel 2003 è diventato direttore generale della Rai. Due anni dopo, esattamente nel novembre del 2005, Cattaneo è sbarcato a Terna, la società delle reti che ha gestito con risultati brillanti e che avrebbe voluto fondere con la Snam di Eni per creare la superTerna. Il Governo si è opposto a questo progetto per il quale il compagno di Sabrina Ferilli era pronto a mettere sul piatto i 3,8 miliardi necessari al matrimonio tra la rete elettrica e quella dei tubi del gas.
Adesso dicono che dopo la decisione di Corradino Passera e di Monti di far entrare in pista la Cassa Depositi e Prestiti per l'acquisto della quota di Snam dismessa dall'Eni, Cattaneo sia particolarmente incazzato nei confronti del Governo.
Ma al di là del suo furore c'è da chiedersi se davvero Berlusconi vorrà calarsi nella parte di Abramo per sacrificare il figlio Piersilvio con una mossa da topo impazzito.
2- E TERZI DI SANT'AGATA HA DOVUTO INCHINARSI DIPLOMATICAMENTE ALLA SCELTA DI MARIO MONTI IN FAVORE DI VALENSISE
Sembrano ormai fatti i giochi per la sostituzione di Giampiero Massolo alla Farnesina.
Dopo la nomina del baffuto diplomatico al Dis dei servizi segreti si dà per scontato l'arrivo di Michele Valensise, il 60enne calabrese che dopo la laurea alla Sapienza è entrato nella carriera diplomatica nel 1975. Alle sue spalle ha un curriculum che lo vede fin dall'81 trasferito all'Ambasciata d'Italia a Bonn ed è la conoscenza della Germania a portarlo nel luglio 2009 sulla poltrona di ambasciatore d'Italia in quel Paese.
A quanto si dice nei corridoi della Farnesina il ministro Terzi di Sant'Agata si è battuto fino all'ultimo per un altro candidato, Antonio Zanardi Landi, il diplomatico di origini friulane che prima di intraprendere la carriera ha lavorato presso la Fiat e oggi si trova a guidare l'Ambasciata d'Italia a Mosca.
Non c'è stato nulla da fare e Terzi di Sant'Agata, che si sta dimostrando uno dei più deboli ministri, ha dovuto inchinarsi diplomaticamente alla scelta di Mario Monti in favore di Valensise.
3- D'ORA IN AVANTI TOCCHERÃ A MARIA CUFFARO, TG3 ED EX-COLLABORATRICE DI MICHELE SANTORO, COORDINARE LA RIVISTA "EAST" PER LA QUALE UNICREDIT SPENDE QUALCOSA COME 300MILA EURO ALL'ANNO
Ai piani alti di Unicredit ha destato una certa sorpresa l'arrivo della giornalista Maria Cuffaro nel settore delle attività che la banca realizza e sostiene in campo editoriale.
Non si tratta di un vero e proprio cambiamento di ruolo perché la Cuffaro che ha imboccato fin dall'89 la strada della Rai dopo aver fatto la pittrice e la maestra elementare di inglese, resterà in forza al Tg3.
Oltre a questa attività potrà dedicarsi d'ora in avanti a coordinare la rivista "East" che Alessandro Profumo volle nella primavera 2004 per creare una ribalta a intellettuali, economisti e giornalisti interessati a un confronto sui problemi dell'Est europeo.
Fino a poco tempo fa la testata era diretta dal giornalista Borrelli, che è stato estromesso dalla mattina alla sera dagli uomini di Ghizzoni tra i quali spicca il fantomatico dirigente che dentro la banca si fa chiamare "ministro".
Sulla falsariga dell'esperienza condotta da Lucia Annunziata per la rivista "Oil" edita dall'Eni, d'ora in avanti toccherà alla Cuffaro, ex-collaboratrice di Michele Santoro, coordinare la pubblicazione per la quale Unicredit spende qualcosa come 300mila euro all'anno.
4- GRANDE AGITAZIONE HA DESTATO L'ARRIVO DI GIULIETTO TREMONTI ALL'ASSEMBLEA DI CONFINDUSTRIA
Avviso ai naviganti N.1: "Si avvisano i signori naviganti che stamane si è svolta con grande spolvero l'Assemblea di Confindustria.
Nel parterre era presente il gotha dell'economia e della finanza. Per le banche erano presenti Bazoli, Cucchiani, Profumo, Ghizzoni oltre al presidente dell'Abi Peppiniello Mussari che si è presentato con un taglio di capelli perfetto.
Tra i primi ad arrivare all'Auditorium c'erano gli economisti Stefano Micossi e Quadrio Curzio, ma i giornalisti li hanno snobbati per fotografare l'amministratore delegato dell'Enel, Fulvio Conti, e Giuseppe Orsi accompagnato dal solito Carlo Maria Fenu.
Grande agitazione ha destato l'arrivo di Giulietto Tremonti e di Tonino CatricaLetta, mentre il povero Alemanno che è arrivato 10 minuti dopo l'inizio dei lavori è stato letteralmente ignorato".
5- DRAGHI Ã A ROMA RICORDARE FEDERICO CAFFÃ, IL GRANDE ECONOMISTA CELEBRE PER GLI ATTACCHI AGLI "INCAPPUCCIATI DELLA SPECULAZIONE, OPERATORI IGNOTI CHE INFLUENZANO I MERCATI E LA BORSA"
Avviso ai naviganti N.2: "Si avvisano i signori naviganti che oggi Mario Draghi è a Roma.
Il Presidente della BCE partecipa alla giornata dei lavori dedicati a ricordare Federico Caffè, il grande economista misteriosamente scomparso nel 1987.
Dopo la "lezione" di Draghi preceduta da un'introduzione di Ignazio Visco si terrà una tavola rotonda e sarà proiettato un documentario di Ermanno Olmi.
Di Federico Caffè il mondo degli studiosi conserva un'enorme considerazione per i suoi studi e per gli attacchi agli "incappucciati della speculazione, operatori ignoti che influenzano i mercati e la Borsa".
Protagonisti ancora attuali e sempre incappucciati.
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