DIVIDENDO SENZA INTESA - AIRONE PASSERA FA INCAZZARE LE FONDAZIONI AZIONISTE DI INTESA SANPAOLO - QUANDO ERA IL NUMERO UNO DELLA BANCA AVEVA PROMESSO I DIVIDENDI, MA ADESSO TUTTO È IN DISCUSSIONE - DOPO AVER FATTO I SALTI MORTALI PER PAGARE IL CONTO DELL'AUMENTO DI CAPITALE DI INTESA, GLI AZIONISTI CONTAVANO SUL DIVIDENDO PER RIMETTERE IN SESTO I BILANCI - SE INTESA CHIUDE I RUBINETTI, LE FONDAZIONI DOVRANNO DIRE DI NO A DECINE DI QUESTUANTI CHE FANNO LA FILA PER AVERE CONTRIBUTI...

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di Vittorio Malagutti per Il Fatto

Corrado Passera aveva ribadito il concetto l'8 novembre scorso, giusto una settimana prima di volare al governo. "Confermiamo la politica dei dividendi prevista", disse l'allora numero uno di Intesa a una platea di analisti subito dopo l'approvazione dei risultati del terzo trimestre del 2011. Tutti tranquilli, allora. Soci grandi e piccoli della prima banca italiana non dovevano fare altro che aspettare fiduciosi lo stacco della cedola in primavera.
E invece no. Le Fondazioni azioniste di Intesa, da Torino a Padova e Bologna, si agitano.

Ecco Angelo Benessia, presidente della Torinese Compagnia di San Paolo, primo socio del gruppo bancario: "La speranza c'è, ma le difficoltà sono evidenti a tutti", ha dichiarato ieri Benessia in merito all'eventuale distribuzione del dividendo. Preoccupato anche Antonio Finotti, che guida la Fondazione Cariparo (Padova e Rovigo). "Io esprimo l'auspicio che il dividendo ci sia", ha tagliato corto il numero dell'ente veneto.

Insomma, il dividendo ormai è un auspicio e non una certezza, come invece aveva assicurato Passera solo pochi mesi fa. Il nervosismo delle Fondazioni è comprensibile. Dopo aver fatto i salti mortali per pagare il conto dell'ultimo aumento di capitale di Intesa, quello varato la primavera scorsa, i grandi azionisti del colosso bancario contavano sul dividendo per rimettere in sesto bilanci non esattamente brillanti. E, soprattutto, per finanziare quelle che nel gergo tecnico si chiamano erogazioni. E cioè i contributi che ogni anno questi enti elargiscono sul loro territorio d'origine a centinaia di associazioni, imprese senza fini di lucro e iniziative varie.

Per farla breve, se Intesa chiude i rubinetti, le fondazioni dovranno dire di no a decine di questuanti che ogni anno fanno la fila per ottenere contributi. Una scelta decisamente impopolare. A maggior ragione se queste elargizioni sono state sacrificate sull'altare delle ambizioni dei gran capi delle stesse fondazioni, desiderosi di conservare il potere, le poltrone e la visibilità assicurate dalla partecipazione al capitale di una banca.

Se poi la banca in questione si chiama Intesa, la più grande d'Italia, è ovvio che gli appetiti si moltiplicano. Solo che adesso ai vertici delle fondazioni è diventato molto difficile conciliare le ambizioni con i bilanci. E la recente dichiarazione del presidente del consiglio di gestione di Intesa, Andrea Beltratti, che invita i soci a "guardare al medio-lungo termine" la dice lunga in proposito.

Resta un interrogativo, che cosa è cambiato dal novembre scorso, quando Passera garantiva dividendi a tutti? L'ipotesi più quotata negli ambienti finanziari è che nelle ultime settimane Intesa abbia deciso di rivedere in senso più prudenziale la sua politica di bilancio. Sarebbero quindi aumentati gli accantonamenti a fronte dei rischi e non è da escludere che l'istituto abbia considerato se ed in quale misura procedere alla svalutazione di alcune poste dell'attivo. Un precedente clamoroso è quello di Unicredit che a novembre ha annunciato tagli per oltre 10 miliardi.

La correzione di rotta decisa da Intesa ha coinciso con l'arrivo al vertice del nuovo consigliere delegato Enrico Cucchiani. Quest'ultimo, secondo indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, avrebbe avuto un incontro con i rappresentanti delle fondazioni proprio per metterli al corrente dei nuovi orientamenti. Un peso rilevante hanno poi avuto anche gli inviti di Banca d'Italia rivolti a tutti gli istituti perché adottino politiche dei dividendi prudenziali. Come dire, pensate prima a rafforzare il patrimonio e poi a premiare gli azionisti. Intesa si adeguerà? Per scoprirlo si tratta di attendere solo pochi giorni. Fino al 15 marzo, quando Intesa annuncerà i risultati di bilancio. E i dividendi.

 

PASSERA Enrico Cucchiani Angelo BenessiaBazoli e Passera