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ELLIOTT, IL FONDO SENZA FONDO – VINCE IN ITALIA CON TIM E TRIONFA PURE IN COREA DEL SUD: HYUNDAI CANCELLA IL PIANO DI RISTRUTTURAZIONE – DA APRILE, IL FONDO HA L’1,5% DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA
Sandra Riccio per la Stampa
Elliott l' ha spuntata anche questa volta. Il fondo attivista di Paul Elliott Singer, dopo aver conquistato la maggioranza dei consiglieri di Tim, ha segnato il punto anche nei confronti del costruttore di auto coreano. Hyundai Mobis ha concesso, almeno per ora, una vittoria all' investitore attivista. Il produttore di componentistica controllato dall' omonimo gruppo automobilistico sudcoreano ha cancellato il suo piano di ristrutturazione «nella sua forma attuale» , anche se ha detto che punterà a ottenere «l' approvazione dei soci su un piano di ristrutturazione aggiornato in una data futura».
Con queste parole il ceo di Hyundai Mobis, Lim Young-deuk, ha annunciato in una lettera la decisione agli azionisti del gruppo. Hyundai Mobis puntava a vendere una parte di sé stesso a Hyundai Glovis, una società affiliata specializzata nella logistica e nelle spedizioni, come «la scelta migliore... per rafforzare la competitività».
Gli investitori e gli analisti avevano tuttavia visto questa operazione come un piano per rafforzare il posizionamento dell' erede apparente di Hyundai Motor Group, il 47enne Chung Eui-sun. Quest' ultimo è vicepresidente di Hyundai Motor, il gioiello di Hyundai Motor Group. Glass Lewis e Institutional Shareholder Services, tra le più influenti società di consulenza per i grandi azionisti, avevano bocciato il piano annunciato per la prima volta a marzo.
La transazione tra Hyundai Mobis e Hyundai Glovis avrebbe richiesto il via libera di due terzi dei soci di Hyundai Mobis all' assemblea prevista il 29 maggio; ne sarebbe seguito uno swap in azioni che avrebbe dato a Chung un maggiore controllo sul più grande produttore di auto sudcoreano.
Lo scorso aprile Elliott - che nel 2015 perse una battaglia sulla fusione di due affiliate di Samsung, la più grande conglomerata sudcoreana - aveva annunciato di avere una quota dell' 1,5% in Hyundai Mobis, Hyundai Motor e la società affiliata Kia Motors. Elliott aveva sostenuto che il merger avrebbe leso i soci di Hyundai Mobis. Inoltre il fondo attivista aveva aggiunto di volere spingere per garantire maggiori guadagni per i soci e più trasparenza da parte della conglomerata. Alla fine Hyndai ha dovuto in qualche modo piegarsi.
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