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"SEI UNO STRONZO", "TU, UN PAPPONE" - ELON MUSK HA UN NUOVO NEMICO: XAVIER NIEL – IL FUNAMBOLICO IMPRENDITORE FRANCESE, PATRON DI ILIAD E PROPRIETARIO DI “LE MONDE”, SCAZZA A DISTANZA CON L’UOMO PIÙ RICCO DEL MONDO – HA COMINCIATO NIEL DANDO DELLO “STRONZO” A MUSK. CHE NON HA GRADITO E HA REPLICATO BOLLANDO NIEL COME UN "PAPPONE": “È STATO ARRESTATO PER ESSERE STATO UN VERO MAGNACCIA, CON UN GRUPPO DI PROSTITUTE! FATEMI FARE UNA RISATA" (IL RIFERIMENTO È A UN’ACCUSA, POI CADUTA, DI SFRUTTAMENTO DELLA PROSTITUZIONE NEL 2005…)
?? FLASH - Xavier Niel qualifie Elon Musk de "connard". pic.twitter.com/YzKn7a5q7O
— AlertesInfos (@AlertesInfos) February 10, 2025
SCAMBIO DI INSULTI FRA XAVIER NIEL ED ELON MUSK
ELON MUSKOLINI - MEME BY EMILIANO CARLI
(ANSA) - Scambio di insulti da una parte all'altra dell'oceano fra gli imprenditori Xavier Niel e ed Elon Musk sullo sfondo del vertice sull'intelligenza artificiale in corso a Parigi. Il francese, fondatore di Iliad, ha detto che l'americano "può talvolta essere uno stronzo", mentre l'americano considerato l'uomo più ricco del mondo ha risposto definendo Niel "un magnaccia" attraverso il suo social, X.
"Penso che Musk sia il più grande imprenditore del mondo - ha detto Niel questa mattina, intervistato dalla trasmissione Télématin - e accanto a questo sia un tipo che si può definire almeno complessato. E, utilizzo ora una parola difficile, forse talvolta uno stronzo, ecco".
Il sunto delle dichiarazioni è finito su X, dove è arrivata subito la risposta di Musk: "Questo personaggio è stato arrestato per essere stato un vero magnaccia, con un gruppo di prostitute! Fatemi fare una risata", ha scritto il capo di Tesla e Space X, alleato di Donald Trump. Niel fu scagionato dall'accusa di sfruttamento della prostituzione nel 2005. I due controllano diverse aziende del settore tech e dell'IA.
Proprietario del gruppo Iliad, fondatore dell'operatore Free e di Station F, il più grande incubatore di start-up del mondo, Niel ebbe noie giudiziarie all'inizio di questa sua carriera, quando i suoi investimenti nei sex-shop gli costarono accuse di sfruttamento della prostituzione. Indagato, trascorse un mese in carcere, ma poi fu scagionato dall'accusa, anche se condannato a due anni di carcere con la condizionale per complicità in appropriazione indebita.
ELON MUSK DAVANTI A UN FORZIERE - IMMAGINE CREATA CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE DI GROK
XAVIER NIEL: “INTELLIGENZA ARTIFICIALE, L’EUROPA PUÒ COMPETERE CON STATI UNITI E CINA”
Estratto dell’articolo di Anais Ginori per “la Repubblica”
«La Francia e l’Europa possono offrire una terza via sull’intelligenza artificiale. Abbiamo numerosi punti di forza». Xavier Niel, patron di Iliad, vuole portare un messaggio di ottimismo nella sfida che gli europei tentano di raccogliere sull’IA davanti a Usa e Cina. Il miliardario francese, 57 anni, azionista anche di Le Monde , è convinto che i benefici di questa rivoluzione supereranno i rischi.
«Non saremo sostituiti dall’intelligenza artificiale, ma potremmo essere forse sostituiti da chi saprà utilizzarla» commenta Niel in occasione dell’ AI Action Summit . […] Non crede neppure a una deriva democratica con i big della Tech che prendono il potere e a proposito di Musk chiosa: «È il più grande imprenditore del mondo ma dice anche molte sciocchezze».
Con la corsa all’IA lanciata da Stati Uniti e Cina, non è troppo tardi?
«No, penso esattamente il contrario. Siamo solo all’inizio. Gli Stati Uniti e la Cina hanno fatto molti progressi, ma rappresentano due blocchi inconciliabili. I modelli americani non saranno mai utilizzati in Cina, e viceversa. La Francia e l’Europa possono offrire una terza via.
ELON MUSK DA DEL MAGNACCIA A XAVIER NIEL
Abbiamo numerosi punti di forza, tra cui il talento formato nelle migliori scuole europee. Se non siamo ottimisti, non abbiamo alcuna possibilità di avanzare. È per questo che il gruppo Iliad investe 3 miliardi di euro, di cui 2,5 miliardi nei data center».
È convinto che i benefici superano i rischi?
«Non saremo sostituiti dall’intelligenza artificiale, ma potremmo essere sostituiti da chi saprà utilizzarla. Per questo è fondamentale comprenderne gli strumenti. L’IA non è magia: si limita a organizzare i dati che le forniamo per rispondere alle nostre domande.
Non è capace di inventare. L’IA semplificherà le nostre vite, eliminando compiti amministrativi. I progressi nella medicina e nella scienza saranno enormi, ma non sostituiranno mai il nostro cervello».
Ci sono molti timori sull’impatto dell’IA sul mondo della cultura.
«Un’IA può scrivere un episodio della serie Colombo, basandosi su trame già esistenti, ma non sarà mai in grado di inventare il concetto stesso di Colombo. L’IA non ha senso dell’umorismo, non è in grado di fare battute divertenti».
L’Europa ha già adottato misure di regolamentazione come l’AI Act. Dal suo punto di vista ci sono troppe regole?
«È meglio innovare prima e regolamentare dopo. In Europa, invece, abbiamo regolato prima di aver innovato, offrendo poca protezione agli innovatori. Detto questo, la regolamentazione è ormai un dato di fatto e alla fine arriverà anche negli Stati Uniti. È un ciclo naturale».
È necessario un certo protezionismo per l’IA europea?
«Una preferenza nazionale deve basarsi su prodotti competitivi. In Francia, aziende come Mistral sviluppano modelli di altissimo livello mondiale, quindi è possibile.
L’aspetto essenziale è avere imprenditori nel settore dell’IA qui, per non dipendere unicamente da soluzioni provenienti dagli Stati Uniti o dalla Cina».
Elon Musk aveva detto una volta che preferiva il suo ruolo di imprenditore nella Tech perché era più potente di quello del presidente degli Stati Uniti. Ha cambiato idea?
«Le grandi aziende sono più ricche e potenti degli Stati, quindi è logico che i loro leader siano più influenti dei politici. Musk è il più grande imprenditore del mondo. Ma umanamente, non è una brava persona. Dice molte sciocchezze, ma questo non toglie nulla al suo genio imprenditoriale. Nessuno è perfetto, e lui incarna bene questa dualità».
[…]
Joe Biden ha denunciato l’arrivo al potere di “nuovi oligarchi” della Tech.
«Gli americani hanno eletto Trump sapendo chi era: non ha mai nascosto il fatto che Musk avrebbe avuto un ruolo nella sua amministrazione. È stata una scelta democratica. Musk gioca con i limiti della democrazia? Sicuramente, ma non li ha ancora superati. Ci sono ancora giudici e contropoteri che bilanciano la situazione».
Era presente all’Inauguration Day di Trump?
«No».
Sua moglie, Delphine Arnault, era lì...
«Non siamo sposati».
xavier niel 3
I CONTRATTI FEDERALI DI ELON MUSK - - MAPPA LIMES
bernard arnault
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