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Carlo Bonini per "la Repubblica"
Guarguaglini e Grossi. Il Presidente e la Signora. Simul stabunt simul cadent. à stato così per un lustro. Sarà così anche all´ultima curva. Asserragliata nel suo ufficio di amministratore delegato di "Selex Sistemi Integrati" e indagata da un anno per frode fiscale e corruzione, Marina Grossi ha rinunciato non più tardi di tre giorni fa al gesto di responsabilità cui l´aveva invitata Giuseppe Orsi, ad di Finmeccanica. Ancora sabato scorso, mentre portavano via in manette Manlio Fiore, il dirigente di "Selex" a lei più vicino, ha ostinatamente ribadito che la sua è un´azienda «pulita». Un "mantra" di cui le confessioni di Lorenzo Cola e Tommaso Di Lernia fanno carne di porco. Ecco come.
"LA SIGNORA SAPEVA CHE SI PAGAVA"
Racconta Lorenzo Cola: «Il Sistema delle sovrafatturazioni ha origine almeno dal periodo di Paolo Prudente (quando "Selex" si chiamava Alenia, ndr). à continuato successivamente e certamente la Grossi ne era al corrente. Dico questo perché la Grossi ne parlava con Manlio Fiore e con l´avvocato Letizia Colucci. A riferirmelo erano loro due, soprattutto quando c´erano problemi. Me ne parlavano perché ero consulente del Gruppo e mi occupavo di Enav».
Insomma, prosegue Cola, «la Grossi sapeva che con le disponibilità extracontabili venivano pagati i vertici di Enav per l´assegnazione dei lavori a "Selex". Me l´hanno detto Fiore e la Colucci». Certo, concede, «non vi furono mai discussioni formali sul punto. Ma con la Grossi si parlava del fatto che per lavorare in Enav occorreva pagare tangenti. à un Sistema che lei ha ereditato e che ha continuato a realizzare. Con me, in particolare, ne ha parlato in un´occasione. Mi disse: "Con questi di Enav è molto difficile lavorare. Per ogni cosa bisogna pagare". Io le risposi: "Occorre fare come faceva Prudente". Per altro, negli ultimi tre anni, la Grossi non poteva certo lamentarsi, perché ha ricevuto un sacco di lavori».
"LA TANGENTE A CHI NON VOLEVA SAPERNE"
Non bastassero le parole di Cola per confermare la piena consapevolezza della Grossi delle pratiche di "sovrafatturazione" per la creazione di fondi neri e del ricorso sistematico alla tangente, ecco i ricordi di Di Lernia. «I contratti su cui effettuare le sovrafatturazioni li individuavo con Fiore. Mentre le tecnicalità le discutevo con Picotti e talvolta con Colucci». Insomma, in "Selex", il dirigente (Fiore) trucca le carte e l´avvocato (Colucci) le rende plausibili.
Del resto, il ricorso alla tangente per ottenere da Enav "gare pennellate" appare la routine. E Di Lernia ne offre un esempio: «Ricordo che in una circostanza, Selex mi mandò nell´ufficio di un dirigente di Enav (Fausto Simoni) che era impermeabile alle richieste e ad ogni tipo di offerta di tangenti, per cercare di disincagliare la situazione. Ci andai, ma mi resi conto che non avrebbe accettato nessuna "retribuzione"».
LA CENA CON PUGLIESI
Enav e il suo Sistema di appalti sono insieme il granaio e la leva per la costituzione di fondi neri di Finmeccanica, attraverso la controllata "Selex". E il meccanismo è a tal punto cruciale negli equilibri della holding che - ricorda Di Lernia - «prima del rinnovo del cda di Enav, nel 2009, Cola, per garantire a Guido Pugliesi l´appoggio di Finmeccanica nel rinnovo del suo incarico di ad, pretendeva la sottoscrizione da parte di Pugliesi di un documento di fedeltà a Finmeccanica. Cosa che non avvenne».
Mentre ciò che avviene, nel 2010, è una cena in casa Cola al cui tavolo siedono Pugliesi e Guarguaglini. Cola così la ricorda: «La cena mi fu sollecitata da Pugliesi, che aveva da tempo desiderio di incontrare Guarguaglini. Si parlò, tra l´altro, dei buoni risultati reciproci e della convergenza degli interessi aziendali, con ringraziamenti a Pugliesi per quanto aveva fatto per Selex. E si parlò anche dell´interesse di Pugliesi di acquistare la "Optimatica" (società indicata come vicina al ministro Matteoli).
IL COMMERCIALISTA DI ANEMONE
Già , il Sistema aveva i suoi reciproci vantaggi, i suoi beneficiari e anche qualche professionista ricorrente. Come il commercialista Stefano Gazzani da Grottaferrata. Nel 2010, l´inchiesta di Firenze e Perugia sui Grandi Appalti della Protezione Civile lo scopre spregiudicato spicciafaccende e aggiusta bilanci del costruttore Diego Anemone e del suo socio occulto e grand commis Angelo Balducci.
Ma quella stessa inchiesta fiorentina lo scopre anche (gli atti sono stati trasmessi a Roma per competenza) commercialista di Tommaso Di Lernia e della sua "Print Sistem", individuando contestualmente in una società controllata di Finmeccanica un uomo imposto da Denis Verdini. Della serie, da anni, tutte le strade portavano in piazza Montegrappa.
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