ENI SCENDE DAL 52,5 AL 20% DI SNAM, IL TIMONE PASSA ALLA CDP - ADDIO AL MONOPOLIO SULLA RETE DEL GAS? MA QUANDO MAI! IL CAPO DELLA SNAM “NUOVA VERSIONE” SARA’ LORENZO BINI SMAGHI, UOMO DELLA VECCHIA GESTIONE - STESSE FACCE STESSO GAS: SNAM STRONCA I PICCOLI CONCORRENTI NELLA FORNITURA APPLICANDO LA TAGLIOLA DELLA CLAUSOLA ANTI-BLACK OUT CON “SOSPETTA” RAPIDITA’ - BUCO DA 300 MILIONI, STANGATA SULLE BOLLETTE…

Stefano Feltri per il "Fatto quotidiano"

Domani, dopo oltre un decennio di tentativi, la separazione della rete di distribuzione del gas dal principale operatore, cioè l'Eni, sarà completata. La quota di Eni in Snam scenderà dal 52,5 al 20, il primo azionista sarà la Cassa depositi e prestiti, il fondo sovrano controllato dal Tesoro, con il 30 per cento. Il nome del presidente della società nella nuova versione, secondo quanto risulta al Fatto, è Lorenzo Bini Smaghi.

Nessuna sorpresa, perché già oggi l'ex banchiere centrale della Bce che voleva la Banca d'Italia è presidente di una controllata di Snam Trasporto (che, per creare un po' di confusione, ha appena cambiato nome in Snam Rete Gas). Bini Smaghi, quindi, passa dalla controllata alla capogruppo, una promozione che però crea un piccolo problema di immagine all'intera operazione di scorporo della rete dall'Eni.

L'idea di fondo è sottrarre l'infrastruttura, di cui dovrebbero poter beneficiare più concorrenti, al quasi-monopolista pubblico del settore, cioè l'Eni. La Cassa depositi è anche azionista dell'Eni (con il 29 per cento) ma il ragionamento economico è che mettendo Snam direttamente sotto la Cassa, ci saranno meno conflitti di interessi e il potenziale di Snam si potrà sviluppare appieno, magari un domani in una società delle reti.

Peccato che l'uomo che incarnerà la nuova era della società passi, senza soluzione di continuità, dalla gestione Eni a quella Cdp. E anche gli uomini hanno un peso, oltre alle regole di governance: ai vertici della Snam capogruppo, ad oggi, ci sono ancora alti dirigenti dell'Eni, dal presidente Salvatore Sardo (che in Eni è Chief Corporate Operations Officer), ai consiglieri Massimo Mantovani (in Eni è senior-vicepresident per gli Affari legali) e Alessandro Bernini (in Eni responsabile della Finanza). Vedremo domani quanti ne resteranno, le regole fissate dal governo prevedono l'incompatibilità delle cariche tra gruppo Eni e gruppi Cdp e Snam.

L'antitrust di Giovanni Pitruzzella ha esaminato il caso Snam l'8 agosto, per "valutare se la partecipazione acquisita da Cdp in Snam a valle dell'operazione sia tale da consentire a Cdp di esercitare un'influenza determinante su Snam".

L'Autorità della concorrenza ha dato parere positivo. Tutto a posto. Qualche mese dopo, alla vigilia dello scorporo, nel settore si registra già un po' di scetticismo sul reale esito di questa operazione decisa dal governo e a cui Cassa depositi si è adeguata (pur non essendo la sua missione primaria quella di fare da custode di partecipazioni pubbliche).

Il punto non è solo la nomina di Bini Smaghi. C'è anche una complessa vicenda commerciale che, secondo alcuni piccoli operatori, dimostrerebbe come Snam non si muova in proprio, ma sempre nell'interesse di Eni. Nel mercato del gas Snam, in quanto rete, agisce da mediatore tra domanda e offerta. Compra dagli operatori e vende ai clienti.

Se le richieste sono superiori all'offerta del momento, Snam ci deve mettere la differenza e poi può rifarsi sull'operatore che non è stato in grado di fornire il gas promesso. Alcuni piccoli operatori non hanno pagato le fatture che ha presentato Snam come conto del "bilanciamento" e si è creato un buco da 300 milioni di euro. Chi lo pagherà? I cittadini, con la bolletta elettrica, ma non se ne accorgeranno perché la somma verrà spalmata su 36 mesi.

I piccoli operatori non hanno rispettato le regole, ma la rapidità con cui Snam ha disdetto i contratti con loro, condannandoli al fallimento, rinunciando anche a provare a recuperare i crediti, ha sollevato qualche perplessità. Soprattutto perché i vantaggi vanno a Eni, che opera nel bilanciamento gas con la divisione Gas&Power e vede svanire concorrenti, mentre i costi sono scaricati sui consumatori.

Nel caso dell'opaca Gas&Oil Trader (azionisti misteriosi nei paradisi fiscali), secondo la lettera di disdetta che il Fatto ha letto, Snam ha stracciato il contratto di distribuzione meno di una settimana dopo la scadenza dell'ultima fornitura non pagata. Nessun tentativo di recuperare i crediti. Tanto si scarica tutto in bolletta. Ma con il passaggio di Snam alla Cdp, fuori dall'orbita Eni, molto dovrebbe cambiare. Almeno in teoria.

 

Lorenzo Bini Smaghi Bini Smaghi SNAM PAOLO SCARONI E SIGNORA FRANCO BASSANINI GORNO TEMPINI