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A.O. per il "Fatto quotidiano"
Il "capo" è più vivo che mai. à tornato, sorridente come sempre nella classica foto trasformata ormai in icona, attraverso un album di figurine che da venti giorni fa impazzire i bambini di MedellÃn. La "sua" MedellÃn. La città sui cui abitanti Pablo Escobar aveva diritto di vita o di morte. La metropoli dalla quale per anni diresse il più criminale tra i cartelli del narcotraffico mondiale. Fino a quando, un giorno di dicembre di 19 anni fa, venne abbattuto durante un rocambolesco tentativo di fuga sui tetti, in perfetto stile spy-story.
Ovviamente, come per ogni personaggio leggendario, c'è chi sostiene (sono tanti in Colombia a esserne convinti) che non sia mai morto. Di sicuro, ci sono le migliaia - forse 5000 - vittime della sua guerra per il controllo del traffico di cocaina, compresi tre candidati alla presidenza della Repubblica. Ma per gli abitanti dei quartieri poveri a nord-est di MedellÃn, Escobar è rimasto il grande, mitico "benefattore" (era un boss miliardario e generoso, che aiutava i più bisognosi, per assicurarsi protezione e incolumità ).
à proprio in questi "barrios" popolari, Santo Domingo Savio, La Esperanza, Popular 1 e 2, Aranjuez, che la sorprendente iniziativa editoriale sta raccogliendo entusiastici consensi. L'hanno chiamata "Pablo Escobar, el patrón del mal", prendendo ispirazione da una recente serie tv di enorme successo, un po' realtà e un po' fiction, dedicata alla vita del narcoboss che molti, troppi colombiani rimpiangono.
Il fatto curioso, semmai, è che le figurine del "capo" (e quelle delle sue lussuose proprietà , automobili, personaggi del suo mondo criminale) entusiasmano soprattutto i giovanissimi, che all'epoca del cártel de MedellÃn non erano neppure nati. A un giornalista del quotidiano El Espectador (23 anni fa Escobar ne distrusse la redazione con un'autobomba e uccise il direttore), Adriana Patricia Franco racconta come tutta la sua famiglia sia impegnata in una spasmodica caccia alle figurine.
Non c'è nessuno, in casa, che sia rimasto senza album: dalla figlia ventenne GeraldÃn, al nipotino di 5 anni. Estiven, tredicenne, si è fatto anche un'idea su questo personaggio leggendario: "L'errore di Pablo è stato quello di mettersi in politica. Altrimenti forse sarebbe ancora vivo e potrebbe trafficare tranquillo".
Ma ciò che più preoccupa Estiven, in questo momento, è riuscire a riempire le 20 pagine dell'album. In palio, ricchi premi: un mp3, un pallone da basket, un orologio da polso, una memoria Usb, un iPod. E allora, vale proprio la pena continuare a fare incetta di caramelos (le figurine, a MedellÃn, si chiamano così: caramelle), al modico prezzo di 300 pesos al pacchetto. In fondo, che male c'è? Come dice la signora Adriana, "Escobar era una persona buona, che aiutava i poveri e gli mandava camion pieni di regali".
Resta, comunque, il dubbio su chi siano i veri artefici di questa iniziativa editoriale. Il quotidiano El Tiempo ha provato a indagare sulla impresa di distribuzione, Producciones CosmoVisión, che dovrebbe avere sede a Bogotà , ma all'indirizzo indicato risulta inesistente. Ancora un alone di mistero che si aggiunge alla vicenda del narcoboss più famoso della storia. L'unica nota positiva, che rompe con un torbido passato, è la trasformazione de La Catedral, il lussuosissimo carcere costruito apposta per Escobar quando decise di consegnarsi alle autorità (prima dell'ultima fuga) in un'attrezzata residenza per anziani poveri.
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