DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Daniela Polizzi per il Corriere della Sera
Esselunga inizia a impostare la fase due del suo percorso, dopo l' accordo quadro di giugno 2017 che aveva permesso di chiudere il capitolo della successione del gruppo, garantendo stabilità all' assetto societario. Il primo gruppo nazionale della grande distribuzione fondato da Bernardo Caprotti ha infatti dato mandato alla boutique d' affari inglese Zaoui & co per esplorare tutte le opzioni per il futuro: dalla quotazione in Borsa - e non è detto che sia per forza a Piazza Affari -, anche attraverso un cammino in più tappe con l' apertura del capitale a un investitore di preferenza finanziario.
Ma al vaglio della dinastia l' advisor porterà anche le proposte di gruppi industriali internazionali. Quelli che da tempo ambiscono a un posto in prima fila nella compagine del campione dei supermercati, ormai vicino al traguardo di 8 miliardi di ricavi e quasi 24 mila dipendenti, che continua a investire e assumere in Italia (1,8 miliardi il piano complessivo).
Il mercato ha già iniziato a fare qualche calcolo. Considerando l' unicità del marchio, Esselunga in Borsa potrebbe valere tra i 4 e i 4,5 miliardi, sulla base di un multiplo sul margine operativo lordo nel 2017 pari ad almeno dieci volte. Una valutazione che riflette anche l' impegno nella crescita dell' ecommerce.
Ci sarà tempo circa un anno per vagliare le opportunità con l' obiettivo di disegnare un' operazione entro il 2020.
In casa Esselunga si inizierà a valutare le prospettive entro una decina di giorni, forse entro la prossima settimana, in occasione di un consiglio di amministrazione con il presidente Vincenzo Mariconda, giurista di fiducia della famiglia, la vicepresidente Marina Caprotti, la più giovane dei figli del fondatore e il marito Francesco Moncada. Ma il percorso sarà articolato.
Michel Zaoui e il fratello Yoël, francesi, base a Londra, potrebbero quindi illustrare al board anche le proposte di gruppi internazionali. Michel è stato d' altronde a capo della divisione di m&a di Morgan Stanley, Yoël ha avuto lo stesso ruolo in Goldman Sachs.
Negli anni '90 e 2000 hanno cavalcato l' ondata di fusioni e acquisizioni tra Europa e Stati Uniti. Poi si sono messi in proprio e hanno tenuto la regia di fusioni come quella tra Alcatel-Lucent e Nokia. Si vedrà. Ma è chiaro che la società, dopo l' emissione del bond da 900 milioni sottoscritto per il 70% da investitori esteri, è sempre più proiettata sui mercati finanziari internazionali. L' emissione aveva visto una domanda pari a nove volte l' offerta.
L' ingaggio di una banca «super partes» ora è figlia di quel riassetto nel capitale Esselunga (advisor Citi) che vede Marina, sempre impegnata in azienda, e la madre Giuliana Albera al 70%. Mentre i fratelli Violetta e Giuseppe, figli della prima moglie del fondatore, hanno il 30%. I patti tra gli eredi prevedevano 36 mesi per decidere del futuro della società. E includevano in prima istanza l' Ipo, cioè un' offerta pubblica iniziale che tra l' altro permetterebbe l' uscita dalla compagine di Violetta e Giuseppe.
Così l' azienda, sotto la guida di Carlo Salza e del nuovo direttore generale l' ex manager di Procter & Gamble, Sami Kahale, si fa trovare pronta. In Borsa terrebbe a battesimo uno dei più grandi gruppi in Europa della distribuzione alimentare. L' Ipo potrebbe quindi essere parte di un piano di medio periodo che non esclude appunto passaggi intermedi, come la cessione di quote a un investitore come operazione ponte.
Mercati e stabilità finanziaria in Italia e in Europa permettendo. Zaoui&c riattiverà tutti contatti che c' erano stati con fondi come Cvc e Blackstone che si erano fatti avanti oltre due anni fa direttamente con Bernardo Caprotti.
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