DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1- REGINA Ã "SUPERDELEGATO" ORA SI ASPETTANO IDEE NUOVE
Roberto Mania per "la Repubblica"
Aurelio Regina, presidente dell´Unione industriali di Roma, è entrato nella squadra di Giorgio Squinzi che guiderà per i prossimi quattro anni la Confindustria. E ci è entrato con un ruolo di primo piano. Il precedente risale a oltre vent´anni fa e - coincidenza - riguardava l´altro romano ai vertici confindustriali, Luigi Abete, allora vice di Sergio Pininfarina per i rapporti economici.
Infatti, è quasi una superdelega quella che è stata affidata all´imprenditore foggiano di nascita ma romano di adozione: sviluppo economico, politiche energetiche comprese. Questa sarà la partita chiave per il governo (senza accenni di crescita la crisi avrà effetti devastanti) e Regina è destinato a diventare l´interlocutore privilegiato del governo.
à in qualche modo il patto che lega Squinzi e Regina. La "corrente" di Alberto Bombassei ("Impresa al centro") aveva messo una sorta di veto sull´ipotesi che a Regina venisse attribuita la delega sulle relazioni industriali. Su quella poltrona la minoranza (per la prima volta si può davvero usare anche per Viale dell´Astronomia questa formula) voleva un suo esponente. Ha impedito che ci andasse Regina, ma ha anche subìto la scelta di Stefano Dolcetta, vicentino, ad della Fiamm, vicepresidente di Federmeccanica, ma non bombasseiano.
D´altra parte c´è poco da attendersi nei prossimi quattro anni dal fronte dei rapporti imprese-sindacati. Perché tutto si può dire ma non che il sistema di relazioni industriali italiano sia stato incapace di gestire le crisi di ristrutturazioni aziendali. Continuerà a farlo, mentre è improbabile che arrivino altre regole contrattuali dopo quelle del 28 giugno scorso. à sullo sviluppo che mancano le idee. Il ministro Corrado Passera ha sostanzialmente ammesso di non averne di nuove. Qualcuna dovrà tirarla fuori anche Regina.
2- CONFINDUSTRIA, PER ORA CRESCE SOLO IL VERTICE...
da "Panorama Economy" in edicola domani
Un obiettivo il presidente designato di Confindustria Giorgio Squinzi l'ha già mancato: quello di sfoltire il vertice. I vicepresidenti erano 10 con Emma Marcegaglia e sono diventati 11. Lo stesso è accaduto con i responsabili dei comitati, prima 4 e ora 8.
Da un lato la volontà di avere il massimo di rappresentanza in una congiuntura difficile, dall'altro la necessità di andare incontro allo scalpitante rivale sconfitto (per una manciata di voti) Alberto Bombassei, hanno fatto proliferare gli incarichi, come sempre avviene nei governi nati da una gestazione difficile. Il risultato è una squadra forte, con un discreto tasso di rinnovamento (sui 17 del comitato di presidenza sono 5 le conferme: Diana Bracco, Aldo Bonomi, Salomone Gattegno, Paolo Zegna ed Edoardo Garrone) e un mix equilibrato fra i vari settori.
Fra i nuovi vicepresidenti, da segnalare Stefano Dolcetta, cui va la fondamentale delega alle relazioni industriali, Antonella Mansi (38 anni e un curriculum di tutto rispetto), Aurelio Regina (prima di lui solo Luigi Abete aveva avuto un ruolo paragonabile in rappresentanza dell'industria della Capitale).
Ma anche gli altri sono di rilievo, ciascuno a suo modo: da Gaetano Maccaferri a Ivan Lo Bello, da Fulvio Conti ad Alessandro Laterza. Un'attenzione speciale merita la commissione per la riforma di Confindustria, oggetto di una complicata trattativa fra Squinzi e Bombassei nei giorni scorsi, affidata a Carlo Pesenti. Se c'è un luogo dove il confronto potrà farsi acceso è proprio quello. (s.cav.)
AURELIO REGINA E MOGLIE GIORGIO SQUINZI ALBERTO BOMBASSEIJacopo Morelli con Antonella MansiSTEFANO DOLCETTA
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