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DAGOREPORT - GIORGIA MELONI SOGNA IL FILOTTO ELETTORALE PORTANDO IL PAESE A ELEZIONI ANTICIPATE?…
1. FACEBOOK NO TAX: TRASFERISCE ALLE CAYMAN MEZZO MILIARDO
di Marta Serafini per Corriere della Sera
Anche Facebook elude le tasse? Secondo il Daily Mail, il social network eviterebbe il fisco usando una scappatoia della legge britannica per mandare il denaro nel paradiso fiscale delle Isole Cayman. A rilanciare le accuse contro Menlo Park, è appunto il Daily Mail, riferendo come il colosso dei social media avrebbe usato il suo quartier generale internazionale in Irlanda per inviare oltre mezzo miliardo di euro in una sussidiaria nelle Isole Cayman.
Da tempo si parla di evasione fiscale a proposito delle big star del web. In questo momento in tutta Europa società come Google e Amazon sono al centro di verifiche fiscali. A dare il la fu Apple. Ma ora quasi tutte le strutture societarie di queste multinazionali, con sedi sparse all'estero, in paesi come l'Irlanda piuttosto che in Stati americani, quali il Delaware, noti per le loro legislazioni fiscali morbide, hanno reso possibile ai big della rete di pagare poche tasse, nonostante i fatturati con cifre da capogiro. Facebook Italy compresa, cui all'inizio del mese la Guardia di Finanza ha fatto visita.
2. CARLO DE BENEDETTI ALLARGA IL PERIMETRO
Sole 24 Ore - Carlo De Benedetti ha modificato lo statuto delle sue casseforti, la Per che detiene una partecipazione del 53,28% nella quotata M&C e la Romed, che l'Ingegnere controlla attraverso la Romed International, che detiene attivi per oltre 211 milioni ed è il cuore delle operazioni di trading finanziario.
Gli statuti di Per e Romed modificati sono quelli risalenti rispettivamente al 2010 e al 2004 e i cambiamenti vedono eliminate in entrambi i casi dal perimetro dell'attività tipica, quella della «locazione finanziaria per beni mobili e immobili» ma anche «l'acquisto, vendita, permuta e in genere la gestione e la conduzione di immobili» ivi compresa la possibilità di «stipulare o assumere mutui fondiari e ipotecari».
Sia nella Per sia nella Romed, ferma restando la funzione di holding, viene invece introdotto un altro business: in generale «l'acquisto, la vendita o la sottoscrizione di azioni, obbligazioni, quote di organismi collettivi di investimento, ivi compresi gli strumenti finanziari derivati, quotati e non quotati». De Benedetti è amministratore unico delle due società . (An.Giac.)
3. L'OFFERTA NATALIZIA DI CASA PROTO
Sole 24 Ore - Ennesima offerta di forte impatto mediatico da parte di Alessandro Proto. Ieri l'imprenditore, già finito sotto inchiesta da parte della Consob, nonché sotto indagine della Procura di Milano, che ipotizza i reati di aggiotaggio e truffa, ha fatto sapere di avere presentato una proposta d'acquisto sull'8,7% di Rcs Mediagroup a un prezzo molto distante dal valore di mercato.
«In data odierna - ha comunicato l'imprenditore - è stata comunicata alla Consob dalla Proto Organization Ltd l'offerta inviata a Diego Della Valle per l'acquisto dell'intero pacchetto Rcs in suo possesso». Secondo quanto riportato dalle agenzie, Proto ha formulato un'offerta di acquisto di 3 euro per ogni azione, con la validità di un mese. Della Valle, che possiede l'8,7% del capitale di Rcs Mediagroup, non ha per ora replicato alla presunta proposta. Il precedente annuncio di Proto su Rcs riguardava un patto di sindacato sul 2,77% del capitale di cui la Consob non è mai «riuscita ad attestare la veridicità ». (R.Fi.)
4. DOPO I PROBLEMI NEGLI USA, SAMSUNG SOTTO INCHIESTA UE PER POSIZIONE DOMINANTE
Stefania Spatti per Il Sole-24 Ore
Dopo i rimbrotti americani anche la Commissione Europea ha aperto un dossier contro la Samsung Electronics: secondo Bruxelles, il gruppo sud-coreano potrebbe avere abusato della sua posizione dominante creando ostacoli legali alla Apple per l'accesso a un brevetto di sua proprietà considerato essenziale per applicazioni chiave nelle nuove generazioni di telefonini.
Secondo la Commissione, la Samsung si era impegnata a concedere in licenza ai rivali brevetti legati agli standard di terza generazione 3G in Europa. Ma nel 2011 la società iniziò a richiedere in vari Paesi membri dell'Unione Europea l'adozione di ingiunzioni in tribunale per bloccare l'utilizzo di quei brevetti da parte del produttore di iPhone e iPad.
La pratica di denunce continue in tribunale è considerata al limite della legalità , soprattutto se si conclude che le ingiunzioni vengono depositate non per reali violazioni degli accordi ma per mettere in una posizione di svantaggio i concorrenti. Per questo, nel gennaio scorso Bruxelles ha deciso di aprire un'inchiesta.
Il commissario europeo per la concorrenza Joaquin Almunia ha spiegato in una nota che «i diritti di proprietà intellettuale non dovrebbero essere utilizzati in modo sbagliato quando risultano fondamentali all'implementazione di standard industriali, fattore che garantisce enormi benefici ad aziende e consumatori». E ancora: «quando le aziende si sono impegnate a concedere in licenza brevetti in cambio di una retribuzione equa, l'uso di ingiunzioni potrebbe risultare anticompetitivo».
La Commissione ha così inviato a Samsung un documento in cui viene denunciata la violazione di norme anticoncorrenziali europee, segnando così l'ultimo passo delle indagini in corso nel Vecchio Continente sui due principali produttori di smartphone al mondo. Il gruppo asiatico ha la possibilità di rispondere e di chiedere di essere ascoltato dai regolatori europei. Se Samsung risulterà colpevole, la Commissione potrebbe imporre una multa pari fino al 10% del fatturato annuale del gruppo. Nel 2011 il dato si era di 165 miliardi di dollari.
Bruxelles ha inoltre fatto sapere di essere in contatto con il dipartimento della Giustizia Usa e la Federal Trade Commission, l'autorità statunitense che si occupa della protezione dei consumatori e della lotta contro la concorrenza sleale. L'oggetto delle comunicazioni tra le due sponde dell'Atlantico riguarda sempre brevetti considerati essenziali per un funzionamento corretto del mercato lucrativo della telefonia mobile.
L'annuncio della Commissione è arrivato a pochi giorni da due decisioni che hanno dato il senso della complessità del braccio di ferro tra i due colossi tecnologici. La prima è stata presa da Samsung, che lo scorso 18 dicembre aveva comunicato l'intenzione di volere abbandonare le dispute legali sui brevetti avviate proprio in Europa contro Apple.
Ma Almunia, accogliendo positivamente la notizia, aveva avvertito: possibili abusi restano sempre sotto il radar della Commissione. La seconda invece era arrivata da un tribunale americano, che aveva rifiutato la richiesta del colosso di Cupertino volta a ritirare la vendita negli Stati Uniti di 26 dispositivi dell'azienda sudcoreana per violazione di brevetti Apple. Il giudice federale Lucy Koh avevano spiegato che le prove fornite da Apple erano insufficienti a dimostrare l'influenza negativa dei prodotti Samsung su quelli di Cupertino.
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