DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”
I dati biometrici del volto di oltre un miliardo di utenti accumulati da Facebook nel corso degli ultimi dieci anni verranno cancellati nelle prossime settimane dagli archivi di Facebook, ora ribattezzata Meta: la decisione del gruppo fondato e guidato da Mark Zuckerberg di rinunciare (per ora) all'uso delle tecnologie del riconoscimento facciale ha varie motivazioni.
In primo luogo dovrebbe togliere l'azienda dal mirino delle authority federali e dei singoli Stati dell'Unione che l'accusano di violare la privacy: a febbraio, ad esempio, Facebook ha chiuso una vertenza con l'Illinois per violazione della privacy biometrica versando indennizzi per 650 milioni di dollari.
Ma c'è anche altro: intanto lo stop alla raccolta di questi dati personali contribuisce a ricostruire un rapporto di fiducia con gli utenti scosso dagli abusi di Facebook che sono stati denunciati da cinque anni a questa parte e lo fa puntando sul nuovo brand, Meta, una fiducia indispensabile per il gruppo lanciato verso lo sviluppo della nuova frontiera del Metaverso.
Per gestire l'immersione della società in un mondo sempre più digitale le aziende del settore dovranno usare una quantità sempre maggiore di dati degli utenti, entrare sempre più nelle loro vite: indispensabile recuperare credibilità. Nella mossa del gruppo californiano c'è, però, anche un atto d'accusa esplicito - e stavolta giustificato - nei confronti della politica che non ha saputo regolamentare nemmeno un aspetto così specifico e delicato dell'uso della tecnologia.
Jerome Pesenti, vicepresidente di Meta per l'intelligenza artificiale, spiega che la società continua a considerare il riconoscimento facciale uno strumento potente e molto utile, soprattutto per le verifiche d'identità, e non esclude affatto di poterlo tornare a utilizzare in futuro.
Ma al tempo stesso riconosce che le preoccupazioni per le violazioni della privacy sono fondate e lamenta il fatto che le autorità di sorveglianza non hanno definito una regolamentazione chiara del riconoscimento facciale per tutelare la privacy dei cittadini: «Riteniamo quindi appropriato limitare l'uso di questa tecnologia a una gamma molto contenuta di casi».
Fin qui Facebook (che dal 2019 chiede agli utenti l'autorizzazione a usare i loro dati biometrici) ha usato il riconoscimento facciale soprattutto per il software che identifica i volti di chi compare nelle foto archiviate dagli utenti.
In futuro questa funzione verrà disattivata mentre il gruppo, che sostiene di non aver mai venduto dati biometrici individuali a privati o a organismi governativi, continuerà a consentire che società indipendenti come Clearview AI, che fornisce tecnologie di riconoscimento facciale alle polizie e ad altri enti federali, continui ad addestrare i suoi algoritmi utilizzando l'enorme database accumulato.
Ultimi Dagoreport
DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI…
DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA…
FLASH – IL GOVERNO VUOLE IMPUGNARE LA LEGGE REGIONALE DELLA CAMPANIA CHE PERMETTE IL TERZO MANDATO…
FLASH – IERI A FORTE BRASCHI, SEDE DELL’AISE, LA TRADIZIONALE BICCHIERATA PRE-NATALIZIA È SERVITA…
DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA…