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Vittorio Feltri per “il Giornale”
L'affare pare avviato a conclusione e si presume che con le sigle sotto il contratto finiranno anche le polemiche: i libri Rizzoli sono in procinto di passare alla Mondadori, la quale con l'annessione diventerà un colosso dell'editoria, ammesso che già non lo sia. Il prezzo dell'operazione si aggira sui 130-150 milioni. Tanto o poco? Secondo alcuni, addirittura troppo. Secondo altri, va bene così. È un dato che la Rcs, grazie alla vendita, incasserà una somma tale da poter tamponare i conti aziendali, notoriamente in crisi a causa di una cattiva acquisizione in terra spagnola nel 2007, rivelatasi un autentico bidone. Acqua passata che, però, macina ancora.
A parte le questioni tecniche, di palanche, ricordiamo: l'annuncio delle trattative fra le due case editrici aveva scandalizzato il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, nonché una schiera di intellettuali, veri o presunti, che ravvisavano il pericolo di una concentrazione del mercato librario italiano. Come sempre in queste situazioni, gli intelligentoni di sinistra avevano suonato l'allarme e protestato con accenti stentorei, dicendo che il matrimonio cartaceo andava evitato per il bene della patria. Stupidaggini sesquipedali e pertanto assai applaudite dai progressisti.
I più autorevoli contestatori del business, secondo tradizione, hanno avuto l'ardire di stendere un appello ostile alla fusione, sottoscritto da varie firme illustri e da alcune sconosciute, assurte a fama rionale grazie alla nobile compagine.
Ovviamente, sia Mondadori sia Rizzoli non hanno dato importanza alla presa di posizione degli egregi autori capitanati da Umberto Eco, il quale, nonostante l'età matura e i successi ottenuti, non è ancora stanco di diffondere comunicati parasindacali destinati a rimanere lettera morta. Contento lui, contenti tutti, anche i dirigenti mondadoriani e rizzoliani che, in barba alle citate lagnanze, sono sul punto di concludere felicemente l'accordo. Dopodiché immagino che dedicheranno un sonoro pernacchio a chi si opponeva alla realizzazione del piano.
Rimane in sospeso un interrogativo: se la proposta di sposalizio fosse partita da Rizzoli anziché da Mondadori, il drappello degli intellettuali si sarebbe comportato allo stesso modo? Ne dubitiamo. Se Silvio Berlusconi compra e si allarga, è un monopolista privo di scrupoli; se invece altri fanno la stessa cosa, sono illuminati imprenditori. In effetti, quando fu Rcs a inglobare Bompiani (e molte altre case editrici zoppicanti), gli scrittori non proferirono verbo e semmai applaudirono. Nella presente circostanza, viceversa, hanno cercato di seminare zizzania. Col risultato di avere fatto un buco nell'acqua. Però un bel buco.
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