FERMI TUTTI! - IL PRESIDENTE DI RCS PROVASOLI NON SI DIMETTE PIU' E TENTA DI MEDIARE PER TIRARE AVANTI CON L'ATTUALE CONSIGLIO FINO ALLA SCADENZA DEL 2015...

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Antonella Olivieri per ‘Il Sole 24 Ore'

Fiat non vende Rcs, ma nemmeno può salire oltre il 20% che ha già. Diego Della Valle non sta scalando il gruppo, nè ha intenzione di mettere le mani sui giornali. Urbano Cairo, se sale prima lo fa e poi lo dice, ma per il momento ha il 2,84% che ha rilevato nel corso dell'aumento di capitale. L'unico effetto delle "diplomazie" in campo sembra essere stato quello di stemperare i toni nell'azionariato frantumato dal dissolvimento del patto.
Avanza così l'ipotesi che sia lo stesso consiglio a proporre i nomi per il reintegro, arrivando alla scadenza naturale del mandato tra un anno. In questo quadro le dimissioni del presidente Angelo Provasoli, che si era reso disponibile se questo fosse servito a facilitare una soluzione, diventerebbero oltre che inutili anche controproducenti. Se si tiene fermo il numero di nove consiglieri, che era stato deciso lo scorso anno in assemblea, senz'altro ci sarà da sostituire Carlo Pesenti, che si è dimesso a febbraio e inoltre dovrà essere confermata la cooptazione di Attilio Guarneri, subentrato allo scomparso Giuseppe Rotelli.

Si vedrà venerdì, quando è stato convocato il consiglio Rcs per convocare l'assemblea che dovrebbe tenersi l'8 maggio. Nel frattempo sono scoppiate le polemiche sui bonus ai manager, ipotesi sulla quale pende la minaccia di sette giorni di sciopero. In realtà, una prima parte dei bonus - tra il 2016 e il 2018 in dipendenza dal raggiungimento degli obiettivi del piano - sarebbe già stata approvata dal cda un mese fa, ma all'ordine del giorno della riunione saltata lunedì scorso era prevista una diversa modulazione degli incentivi al management. Non è escluso che la proposta venga ritirata, anche perchè a sollevare perplessità a riguardo non sono stati solo i giornalisti e l'Rsu del gruppo, ma anche gli azionisti.

Intervenendo a Otto e mezzo, Della Valle ha risposto che l'ipotesi di corrispondere bonus non può far piacere nè ai dipendenti ai quali sono stati chiesti sacrifici nè agli azionisti che, come lui, hanno perso tanto con la gestione del gruppo, gestione non solo sotto l'attuale ad, ha precisato. Della Valle ha assicurato che da parte sua non c'è nessun tentativo di scalata nè di mettere le mani sui giornali: spera solo si possa trovare una «soluzione per far gestire in modo migliore» Rcs. Inoltre ha ribadito che, visto che è l'unico editore dell'azionariato, Urbano Cairo avrebbe tutto il suo «appoggio» se si volesse occupare di gestire il gruppo.

Cairo ha ringraziato, ma ha declinato l'invito: «Sono molto impegnato con Cairo Communications, che mi assorbe totalmente». E quanto all'ipotesi di aumentare la quota in Rcs, ha risposto sibillinamente: «Se lo fai, poi lo comunichi, ma finché non lo fai non dici quello che vorresti fare. Io sono fermo al 2,84% e non ho più aumentato la quota, sto seguendo semplicemente come vanno le cose».

Peraltro ha risposto di non avere intenzione di cedere la quota e che, a suo giudizio, non c'è bisogno di un altro aumento di capitale: ci sono costi da tagliare e non il personale. Sulla possibilità di un suo ingresso in consiglio, Cairo ha detto se glielo chiedono ci penserà. Comunque, ha precisato, precisando che «questo consiglio non scade, mi pare venga integrato» e che, per quanto lo riguarda, non ne chiederà la revoca. Quanto ai bonus dei manager, Cairo ha messo le mani avanti: «Non voglio entrare in polemica, ma nelle mie aziende non concedo bonus se non c'è almeno un piccolo utile».

 

 

Angelo ProvasoliANGELO PROVASOLI MARIO MONTI E IL CARDINALE TETTAMANZI Ferruccio de Bortoli Paolo Mieli Scott Jovane e Laura Donnini, amministratore delegato di RCS Libri.SCOTT JOVANE A BAGNAIA RCS