DAGOREPORT - CON UN MINISTRO DEGLI ESTERI (E UN GOVERNO) ALL'ALTEZZA, CECILIA SALA NON SAREBBE…
Gianluca Baldini per “la Verità”
Ferrero continua la sua campagna acquisti e ieri ha completato l' acquisizione da parte della Kellog della Keebler, marchio di biscotti e snack, e di altri prodotti della società statunitense ceduti al gruppo italiano per 1,3 miliardi di dollari. Il presidente e amministratore delegato del gruppo americano famoso per i suoi cereali per la prima colazione, Steve Cahillane, ha commentato in una nota che «la vendita rafforza la nostra capacità di concentrarci su aree di business con le maggiori opportunità di crescita».
Dal canto suo, in una nota separata, Giovanni Ferrero, il presidente esecutivo del gruppo fondato ad Alba, ha definito «iconico» il portafoglio di marchi acquisiti dall' azienda americana, «un ingresso eccellente per Ferrero in nuove categorie strategiche di prodotto». Lapo Civiletti, ceo del gruppo Ferrero, ha aggiunto che «con questa acquisizione, rafforziamo ulteriormente il nostro posizionamento nel mercato nordamericano chiave».
I marchi oggetto della transazione - che includono Keebler, Mother' s, Famous Amos, Murray' s e Murray' s sugar free, Little brownie bakers, Stretch island, Fruity snacks e i biscotti prodotti per le Girl scouts degli Stati Uniti d' America - verranno gestiti da Ferrara candy company, che fu acquisita da Ferrero nel 2017.
Todd Siwak, ad di Ferrara candy company, ha spiegato che «la transazione crea una piattaforma di punta degli snack. Siamo impazienti di fare crescere questo forte portafoglio di marchi». A Kellogg restano le altre attività nordamericane di snack inclusi i cracker.
Del resto non è un caso che la Ferrero abbia deciso si premere l' acceleratore in tema di fusioni e acquisizioni.
Tutto ebbe inizio nel 2015 quando Michele Ferrero passò il testimone al figlio Giovanni. Se il primo era un chiaro sostenitore della crescita interna, infatti, il secondo ha sempre sostenuto che l' azienda dovesse crescere attraverso operazioni di fusioni e acquisizioni.
Un cambio di rotta che ebbe inizio già nel 2015 quando la Ferrero comprò la Thorntons, antica impresa cioccolatiera britannica fondata da Joseph William Thornton nel 1911. Un marchio storico, ma in crisi. Il giovane Ferrero la comprò per 145 milioni di euro.
la fabbrica ferrero di villers ecalles, in francia
Nel 2017, poi, l' azienda di Alba controllata al 100% dalla famiglia piemontese che le ha dato il nome, decise di rilevare le aziende dolciarie americane Fannie May e Ferrara, la prima per 98 milioni di euro, la seconda per 1,1 miliardi. Poi, a gennaio 2018, è arrivata l' acquisizione che ha permesso il salto di qualità: quella della divisione dolciaria americana di Nestlé, per quasi 2,4 miliardi di euro in contanti. Da allora Ferrero è la terza più grande azienda dolciaria del mondo, secondo i dati di Euromonitor.
Prima ci sono solo Mars, produttrice di M&M' s e Snickers tra gli altri e Mondelez, produttrice di Oreo e Toblerone. Entrambe hanno fatturati sopra i 20 miliardi di euro, ben lontani dai 10,7 che la multinazionale piemontese ha messo a segno nel 2018. Ma il gruppo piemontese non si è fermato. Solo nel 2019 il gruppo ha completato a maggio l' acquisizione della quota di controllo di Ice cream factory comaker (Icfc), produttore spagnolo di gelati e, tramite la holding belga Cht (sempre legata a Ferrero), ha rilevato a luglio da Campbells le attività della Kelsen group, società danese che produce due note marche di biscotti danesi, Royal dansk e Kjeldsens.
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