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1 - L'INDIA SOSPENDE I PAGAMENTI A RISCHIO IL CONTRATTO DA 556 MILIONI
Luigi Grassia per "la Stampa"
India ha sospeso il pagamento dei dodici elicotteri Aw-101 ordinati a Finmeccanica e finiti al centro del presunto scandalo di corruzione internazionale. E in attesa della fine dell'inchiesta non ne ritirerà altri dopo i tre già consegnati. Si tratta di una misura cautelare, che può essere revocata o fare da preludio ad azioni più decise; New Delhi ha avviato una sua indagine e se le mazzette risultassero confermate il governo indiano cancellerebbe del tutto l'ordine. à solo un'eventualità . Ma ha senso chiedersi fin d'ora quali sarebbero i riflessi economici dell'eventuale cancellazione.
Bisogna valutare le conseguenze su due scale di misura distinte: 1) a breve raggio l'impatto immediato sulla produzione, il fatturato e l'occupazione nelle fabbriche in Italia e 2) a lungo raggio il riverbero dello scandalo su tutti gli affari e i contratti delle società del gruppo Finmeccanica, qualora nel mondo si diffondesse l'idea (giusta o sbagliata) che noi italiani siamo più inclini degli altri a pagare tangenti, o anche solo che la nostra magistratura sia più brava delle altre a scoprire gli altarini inguaiando pure i corrotti stranieri. Perversamente un'attività d'indagine virtuosa può trasformarsi in un handicap competitivo di Finmeccanica rispetto ad altri gruppi industriali internazionali.
Cominciamo dai riflessi immediati. Se l'India non volesse più gli Aw-101, le conseguenze in Italia sarebbero spiacevoli ma non irreparabili. Questi elicotteri vengono assemblati non nel nostro Paese ma nella fabbrica britannica di Yeovil. Certo alcune componenti importanti sono prodotte in Italia (la trasmissione, parti dell'avionica e altro) ma non sarebbero da attendersi conseguenze sull'occupazione né in Italia né in Gran Bretagna.
Dagli stabilimenti di AgustaWestland a Vergiate, a Yeovil e a Filadelfia escono circa 200 elicotteri all'anno (dato 2011), ci sono ordini per far lavorare le fabbriche ne i prossimi tre anni, e un taglio di 12 macchine distribuito su due anni sarebbe assorbibile. Non indolore, ma sopportabile.
Fra l'altro non tutti i 556 milioni di euro (750 milioni di dollari) del contratto verrebbero a mancare. Intanto perché tre dei dodici elicotteri sono già stati consegnati all'India, e poi perché cancellare un ordine non è facilissimo, ci sono penali da pagare e altri impedimenti. Dalla AgustaWestland fanno sapere che «il programma degli Aw-101 per l'India va avanti come previsto».
Ma se si considerano i riflessi a lungo raggio Finmeccanica rischia di diventare un fornitore meno appetibile nel mondo? Si dice che possa finire in una specie di lista nera. Un analista del settore, Pietro Batacchi (direttore della rivista Rid) minimizza il pericolo: «Intanto mi pare improbabile che l'ordine indiano venga cancellato. Non è facile trovare in giro per il mondo aziende con le macchine di AgustaWestland.
E quanto alla black list, anche se le mazzette fossero dimostrate, il che è tutto da vedere, non mettiamoci in testa che l'Italia sia un caso speciale. Anni fa la britannica Bae System è stata coinvolta in un grosso scandalo in Arabia saudita per i Tornado ma poi è tornata a vendere allo stesso cliente i Typhoon». E udite udite, c'è del marcio persino in Scandinavia: «Che cosa c'è di più pulito, onesto e trasparente della Finlandia? Eppure la finlandese Patria, un grande produttore di blindati, tempo fa è finita nei guai per una storiaccia dello stesso genere».
2 - L'ANALISTA LOREN THOMPSON: "ORA SONO IN BILICO LE COMMESSE NEGLI STATI UNITI"
Maurizio Molinari per "la Stampa"
Dopo l'arresto del ceo Giuseppe Orsi, Finmeccanica a Washington ha un serio problema di reputazione pubblica che rischia di fargli perdere importanti commesse». Parola di Loren Thompson, analista di spicco del Lexington Institute e fra i più accreditati consulenti dell'industria militare, nei cui portafoglio clienti c'è la stessa Finmeccanica.
In cosa consiste il problema inerente alla reputazione?
«Nel fatto che Washington è una città fondata sulla politica dove, di conseguenza, l'etica è più importante delle competenze tecniche specifiche. Ciò implica che nessuno vuole fare affari con chi viola la legge. L'arresto del ceo fa apparire Finmeccanica come un'azienda da cui è meglio stare a distanza perché non si può escludere che gli episodi di corruzione siano più estesi. Stiamo parlando di un danno di immagine molto significativo perché Finmeccanica per operare ha bisogno di buoni accessi nell'amministrazione Obama e al Congresso».
Come sta gestendo Finmeccanica questo momento di difficoltà negli Stati Uniti?
«La scelta di Orsi di nominare l'anno scorso Bill Lynn presidente del board di Drs Technologies, e dunque guida delle operazioni di Finmeccanica in America, aiuta ad arginare i danni di immagine perché si tratta dell'ex vicecapo del Pentagono, sotto Robert Gates e Leon Panetta, con buoni legami tanto alla Casa Bianca che con i leader democratici del Congresso. Ma se le dimensioni dello scandalo dovessero crescere, e le accuse nei confronti di Orsi dovessero essere provate, anche per un veterano di Washington come Lynn tutto diventerebbe assai più difficile».
Quali possono essere le conseguenze sul fronte delle commesse militari in palio?
«Il programma più importante che vede in corsa Finmeccanica in questo momento riguarda il jet di addestramento per tutti i piloti delle forze armate americane. à il primo velivolo sul quale un pilota sale per apprendere a volare. Finmeccanica è in gara contro Lockheed Martin e Bae System, due aziende americane. Questo significa che già in partenza è più debole. Lo scandalo delle tangenti rischia di diminuire ancor più la possibilità di prevalere».
Ci spieghi il perché si una simile dinamica...
«E' una dinamica che conosco bene perché queste tre aziende mi hanno chiesto tutte delle consulenze. Il fatto è che Finmeccanica è più forte sui prodotti ma più debole sulla politica a Washington e in questo momento tale elemento di debolezza si è accentuato».
Cosa dovrebbero fare i nuovi vertici di Finmeccanica per scongiurare il peggio?
«La credibilità di Finmeccanica in questo momento è legata all'innocenza o alla colpevolezza di Orsi. Se l'azienda ammette che il suo ceo ha violato la legge la conseguenza sarà un crollo dell'immagine, aprendo la strada al sospetto di coinvolgimenti più ampi in atti illegali.
Se invece l'azienda difende Orsi la credibilità resiste a patto, ovviamente, che il ceo sia davvero non colpevole di reati penali. Sotto tale aspetto Washington funziona diversamente dall'Europa: scaricare un top manager in difficoltà a Londra, Parigi o Berlino può aiutare a rilanciare la sua azienda, qui invece ciò che conta è la responsabilità personale. Se Finmeccanica abbandona in fretta Orsi, ne esce come un'azienda che è stata guidata da un corrotto. Il migliore scenario per Finmeccanica è l'innocenza del ceo, come il peggiore è la sua colpevolezza».
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