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Federico De Rosa per il “Corriere della Sera”
PIERSILVIO BERLUSCONI BOLLORE'
La linea di Mediaset su Premium non cambia. Semmai dopo il consiglio di ieri è diventata ancora più netta la presa di distanza da Vivendi e la chiusura nei confronti del gruppo francese, citato in tribunale sia dal Biscione sia dalla holding Fininvest per il mancato adempimento del contratto firmato ad aprile per l' acquisto della pay-tv.
Ieri il board di Mediaset si è riunito a Cologno per fare un punto della situazione e nel corso della riunione è stata ribadita la volontà di andare avanti con le carte bollate e cercare, se è il caso, di accelerare l' esito del confronto attraverso una richiesta di un provvedimento urgenza (ex articolo 700, ndr), per il quale è stato conferito mandato al management.
La porta quindi resta chiusa, sebbene da Parigi le diplomazie continuino a lavorare per cercare di superare l' ostilità di Cologno, recuperare la fiducia, e portare a termine l' acquisizione di Premium con delle modalità che consentano a entrambe le parti di raggiungere gli obiettivi, di bilancio e industriali, previsti dall' operazione sulla pay-tv.
In base agli accordi siglati ad aprile, Vivendi ha tempo fino al 30 settembre per perfezionare il contratto, anche se il termine non è perentorio, nel senso che se dovesse arrivare una nuova offerta da Vivendi, a Cologno si prenderebbero il tempo necessario per esaminarla, senza comunque rinunciare alle cause civili.
Ieri, per quanto si è saputo, non è stata portata all' attenzione dei consiglieri una nuova proposta, che pure sembrava possibile. Serve ancora tempo per mettere a posto tutti i tasselli. Un paio di settimane, o forse anche meno. Rispetto all' impianto originario, che prevedeva l' acquisizione del 100% di Premium da parte di Vivendi con l' aggiunta di uno scambio azionario con Mediaset, ora il ragionamento ruoterebbe attorno al coinvolgimento di un terzo, un fondo o un operatore, che prenderebbe una quota di Premium consentendo così a Mediaset di deconsolidare la pay-tv senza obbligare Vivendi a consolidarla nei propri conti.
Problema che è stato alla base della rottura di luglio, dovuta a una differente valutazione delle prospettive di Premium, che avrebbero costretto Vivendi a svalutare subito la partecipazione appesantendo un bilancio che presenta già alcune complessità.
Durante l' estate si era parlato di un possibile coinvolgimento di Telefonica, che ha una quota del 10% di Premium, a fianco di Vivendi, poi di Telecom, di cui il gruppo francese è primo socio, che però ieri ha di nuovo preso le distanze ribadendo, per bocca del presidente Giuseppe Recchi, che «non abbiamo niente in corso su Mediaset Premium».
Sullo sfondo c' è sempre l' interesse di Sky. Dopo la rottura con Vivendi, le diplomazie di Rupert Murdoch si sono rimesse in movimento, riallacciando i rapporti con gli advisor di Mediaset, con i quali avevano già dialogato a lungo due anni fa. Si tratta di contatti preliminari, non certo di colloqui, anche perché comunque fino al 30 settembre Mediaset ha le mani legate.
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