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FISCO INFERNO PER LA CLASSE MEDIA - IL RAPPORTO "OXFAM" CERTIFICA CHE IL SISTEMA FISCALE ITALIANO CONTRIBUISCE A RENDERE I POVERI PIÙ POVERI E I RICCHI PIÙ RICCHI - IL 63% DEI MILIARDARI NOSTRANI HA EREDITATO IL PROPRIO PATRIMONIO (IL DOPPIO RISPETTO ALLA DI MEDIA MONDIALE, 36%) E IL FISCO SOTTRAE LORO BEN POCO - 71 MILIARDARI ITALIANI HANNO UNA QUANTITA' DI SOLDI (272,5 MILIARDI) CHE PERMETTEREBBE DI COPRIRE L’INTERA SUPERFICIE DI MILANO CON BANCONOTE DA 10 EURO - DITE ALLA MELONI CHE IL SALARIO MINIMO È NECESSARIO, VISTO CHE 1,25 MILIONI DI LAVORATORI GUADAGNANO MENO DI 9 EURO L’ORA...

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1 - L’ITALIA È PIÙ DISEGUALE “FISCO AMICO DEI RICCHI PESA L’ADDIO AL REDDITO”

Estratto dell’articolo di Rosaria Amato per “La Repubblica”

 

DISUGUAGLIANZA ECONOMICA

La ricchezza dei miliardari in forte crescita, le condizioni dei poveri in deciso peggioramento. La quota del 10% più abbiente degli italiani in 14 anni è passata dal 52,5% della ricchezza nazionale al 59,7%, mentre la quota del 50% più povero si è ridotta di quasi un punto percentuale, passando dall’8,3% di fine 2010 al 7,4% di metà 2024. L’incremento è stato più veloce per chi già stava in cima alla piramide: lo 0,1% più ricco degli italiani ha registrato un balzo di oltre il 70% tra il 1995 e il 2016.

 

La ricchezza, secondo “Disuguaglianza – Povertà ingiusta e ricchezza immeritata”, il rapporto che Oxfam ha presentato in apertura del meeting annuale del World Economic Forum a Davos, non è frutto di grandi abilità, ma di situazioni ampiamente favorevoli. I più ricchi beneficiano di un rendimento medio annuo dei patrimoni (5%) quasi doppio rispetto a chi ha poche risorse da investire, che al massimo ottiene tra il 2 e il 3%.

DISUGUAGLIANZA ECONOMICA

 

Se poi si arriva ai miliardari, il 63% ha ereditato il proprio patrimonio, una percentuale quasi doppia rispetto al 36% di media mondiale: il fisco sottrae ben poco nel passaggio. La ricchezza dei 71 miliardari italiani nel 2024 è aumentata di 61,1 miliardi di euro, raggiungendo i 272,5 miliardi. Un ammontare che «permetterebbe di coprire l’intera superficie della città di Milano con banconote da 10 euro», osserva Oxfam.

 

I poveri continuano ad essere i 5,7 milioni stimati dall’Istat: per loro si fa sempre meno. Il rapporto passa in rassegna le nuove misure a sostegno della povertà, bocciandole senza appello: «Rispetto al reddito di cittadinanza, l’Assegno di Inclusione (Adi) ha comportato una contrazione del 37,6% del numero dei nuclei beneficiari e uno scostamento maggiore - eccezion fatta per i nuclei con i minori - tra le famiglie che beneficiano del sussidio e quelle in povertà assoluta nel nostro Paese», afferma Mikhail Maslennikov, policy advisor sulla giustizia economica di Oxfam Italia.

DISUGUAGLIANZA ECONOMICA

 

Peggio ancora per i disoccupati: «L’esperienza del Supporto per la Formazione ed il Lavoro va prefigurando, per i suoi percettori, una lenta transizione dall’occupabilità alla disperazione». Ma è l’intero sistema che contribuisce a rendere i poveri più poveri, sottraendo risorse a una classe sempre meno media: un fisco iniquo, che da un lato offre flat tax e concordato fiscale, e dall’altro non fa nulla per impedire il drenaggio delle retribuzioni dei dipendenti pubblici e privati, cresciute in media del 6-7% nel periodo 2019-2023, a fronte di un’inflazione superiore di almeno dieci punti.

 

L’indice di Gini, che misura la disuguaglianza, in Italia è passato da 0,33 nel 1991 a 0,38 nel 2021, ma nel resto del mondo non va meglio. Tre miliardi e mezzo di persone, il 44% dell’umanità, vivono con meno di 6,85 dollari al giorno, mentre l’1%, in quella che Oxfam definisce una “simmetria perversa”, possiede il 45% della ricchezza del pianeta. […]

diseguaglianze

 

Mentre il numero dei poverissimi, coloro che vivono con meno di 2,15 dollari al giorno, si riduce a un ritmo lentissimo: l’obiettivo dell’azzeramento della povertà estrema dell’Agenda 2030 dell’Onu appare ormai un miraggio. Anche in questo caso, come per l’Italia, non si tratta di una fatalità, ma del risultato di scelte precise che, rileva Oxfam, il Nord del mondo impone al Sud.

 

[…] Un sistema che favorisce anche enormi disparità salariali: nel Sud del mondo sono inferiori in media tra l’87% e il 95% rispetto a quelle del Nord.

 

2 - LAVORATORI POVERI: 1,25 MILIONI SOTTO I 9 EURO ALL’ORA

Estratto dell’articolo di Valentina Conte per “La Repubblica”

 

lavoratori

I lavoratori poveri in Italia sono almeno 1 milione e 255 mila, di cui 618 mila donne e 637 mila uomini. Ovvero il 10,7% dei dipendenti pubblici e privati nelle imprese dai 10 dipendenti in su che operano nei settori dell’industria e dei servizi. Istat aggiorna il dato, nel suo rapporto quadriennale sulle retribuzioni. Ma certo è un dato parziale che può solo salire, se si include l’agricoltura, gli autonomi e le micro imprese.

 

Rispetto all’ultimo report, quello relativo al 2018, la percentuale del lavoro povero cresce di quasi un punto: dal 9,8 al 10,7%. Come pure sale il livello di retribuzione oraria, pari a due terzi del valore mediano nazionale, al di sotto del quale il lavoro è considerato povero: da 8,5 a 8,9 euro all’ora. Sfiorando quei 9 euro di cui si discuteva nella proposta dell’opposizione per un salario minimo legale in Italia, affossata dal Cnel e dal governo Meloni.

 

lavoratori precari proteste

Istat va anche oltre. E rivela che la percentuale di dipendenti a bassa retribuzione è più alta tra le donne: 12,2% (618 mila lavoratrici) dall’11,6% del 2018. Contro il 9,6% degli uomini dall’8,5% di quattro anni prima (637 mila lavoratori).

 

Tra i giovani under 29 i low-wage earners, i dipendenti poveri sono ora il 23,6%, quasi uno su quattro, quasi stabili (erano il 23,9% nel 2018): circa 371 mila. Va peggio tra quanti hanno titoli di studio inferiore al diploma: i poveri sono il 18% (dal 17,4% del 2018), circa 480 mila. Nelle attività commerciali e nei servizi, settori cruciali che negli ultimi anni hanno spinto l’occupazione post-Covid, i dipendenti poveri sono il 17,5%, circa 251 mila (dal 16,4% del 2018). Mentre oltre un terzo (33,3%) dei lavoratori non qualificati è povero, dal 31,3% di quattro anni prima. […]

 

lavoratori precari proteste

Quando si lavora meno ore oppure con un contratto precario scende la retribuzione oraria. Chi ha un part-time viene pagato per la stessa ora di lavoro il 30,6% in meno di chi ha un full-time. Chi ha un contratto a tempo determinato riceve il 25% in meno: 12,9 euro contro 17,1 euro del contratto a tempo indeterminato. Una discriminazione odiosa. Precari e sottopagati. […] La retribuzione media annua lorda in Italia nel 2022 era 37.302 euro. Quella oraria a 16,4 euro.