DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E…
Marco Valsecchi - (AWE/LaPresse) - Al termine di una giornata complicata per l'economia italiana, spazzata dai venti della crisi di governo con Piazza Affari in pesante calo e lo spread tra Btp e Bund che torna ad affacciarsi a quota 240 punti base, da Fitch arriva una buona notizia: l'agenzia di rating ha confermato il giudizio sull'Italia a livello 'BBB' con outlook negativo.
Il temuto downgrade non c'è stato e il livello "spazzatura", che creerebbe non pochi problemi in termini di possibilità di intervento in caso di difficoltà da parte della Banca centrale europea - per altro nell'imminenza di una possibile ripresa del quantitative easing - rimane a due gradini di distanza. Non che il quadro dipinto nella nota che accompagna la decisione sia lusinghiero: l'agenzia di rating parla infatti di "un livello estremamente alto di indebitamento pubblico, un trend di crescita del Pil molto basso, rischi politici e incertezza derivanti dall'attuale dinamica politica e rischi associato al ribasso per le nostre proiezioni sul debito".
Ma intanto anche questo scoglio è superato, dopo che già in luglio a lasciare invariata la pagella tricolore era stata la canadese Dbrs. La nuova sessione di esami non è comunque conclusa. A esprimersi toccherà nei prossimi mesi ad altre due big: il 6 settembre sarà la volta di Moody's, mentre a ottobre toccherà a Standard & Poor's. Nel primo caso partiamo da 'baar3', a un solo passo dal "junk", nel secondo da un altro 'BBB' con outlook negativo.
Tornando infine a Fitch, un dato positivo è l'abbassamento della stima sul deficit per il 2019, portata al 2,1% del Pil dal 2,3% prospettato in precedenza grazie a entrate fiscali superiori alle attese. Per quanto riguarda il debito, però, l'agenzia anticipa per il 2021 il raggiungimento di una quota pari al 134,7% del Pil, anche se nuove elezioni - si legge nella nota - potrebbero portare a un "moderato potenziale di rialzo" per quanto riguarda la sua sostenibilità nel medio termine, qualora dalle urne emergesse un esecutivo più stabile. Il prodotto interno lordo in quanto tale, infine, è dato in crescita dello 0,1% quest'anno e dello 0,5% nel prossimo.
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