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PICCOLI MES DE' NOANTRI - IL FONDO INTERBANCARIO SI È BLOCCATO DAVANTI AL BORDELLO DELLA POPOLARE DI BARI: NESSUN SALVATAGGIO SENZA UNA SVOLTA RADICALE. LE ALTRE BANCHE, PRIMA DI SGANCIARE, VOGLIONO UN PIANO TIPO CARIGE: PROCEDURA STRAORDINARIA E COMMISSARIAMENTO. LA BOZZA DI PIANO INDUSTRIALE HA DELLE CIFRE ALLARMANTI…

 

Rosario Dimito per ''il Messaggero''

 

Il Fitd frena sulla Popolare di Bari. Difronte all'indeterminatezza della bozza di piano industriale presentato e di una governance caotica, ieri il comitato di gestione presieduto da Salvatore Maccarone, riunitosi a Milano, secondo quanto risulta al Messaggero, ha preso tempo, auspicando una soluzione sul modello Carige, con l'avvento di una procedura straordinaria e la nomina di un commissario. In realtà le grandi banche sottoscrittrici avrebbero deciso nelle ultime ore di subordinare l'intervento del Fondo-banche a una svolta radicale.

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Come anticipato dal Messaggero, il cda dell'istituto pugliese avrebbe presentato un'istanza al veicolo consortile, non ben definita, dove si ipotizzano due interventi straordinari: il primo cosiddetto tattico entro fine anno, di circa 70 milioni per coprire lo shortfall di capitale ormai sotto al livello di guardia; l'altro, strategico, di importo più ampio.

 

Per procedere, il Fitd avrebbe però bisogno di un piano concreto attestato da un soggetto indipendente e di un partner come Mcc, che allo stato non può intervenire. La richiesta viene così respinta al mittente: il Fondo agisce sotto la supervisione della Vigilanza che suggerisce un'iniezione straordinaria di 150 milioni nel giro di poche settimane. E' evidente, a questo punto, che il destino della popolare pugliese è segnato e a breve dovrebbe esserci una decisione drastica sulla governance, peraltro necessaria per le evoluzioni dell'inchiesta giudiziaria che colpisce una figura apicale e perché almeno tre dei sei nuovi consiglieri eletti qualche mese fa vogliono lasciare.

 

BOZZA CON CIFRE ALLARMANTI

Una gestione straordinaria consentirebbe, come a Genova, di predisporre un piano di emergenza costruito sull'asse Fitd-Mcc, come in Liguria c'è la coppia Fitd-Ccb. Peraltro, Mcc è in attesa di essere ricapitalizzato dal Tesoro ma contrariamente alle aspettative, nella finanziaria, allo stato, non sarebbe prevista una norma ad hoc.

 

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Si diceva della fragilità delle linee guida di strategia industriale e patrimoniale 2020-2024 presentate dalla Bari: sono costruite su misure di difficile attuazione nel giro di poco tempo. Tre indicatori preoccupano in particolare: il cost/income è al 100% (cioè per ogni euro di ricavi c'è un euro di costi), l'indice patrimoniale Cet1 al 5,24% e l'Npl ratio lordo del 28,7%.

 

La bozza prevede la trasformazione in spa, un aumento di capitale nel primo semestre 2020 quantificato in 700 milioni (la Vigilanza ritiene insufficiente la somma), per accompagnare la riduzione di Npl sotto il 10%, «l'evoluzione verso un modello di banca resiliente tramite un rinnovato business model, un'attenzione strategica sui soci individuando soluzioni organizzative e di business che possano consentire ritorni economici». Nel piano si legge che «sarà necessario mettere in sicurezza i ratio patrimoniali a fine 2019 in primis ottimizzando gli rwa (attivi ponderati, ndr)» mentre slitta a marzo 2020 la cessione della maggioranza della Cassa di Orvieto a Sri Group.

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Tra le misure ricostituenti, nel piano si delinea la riduzione di 810 dipendenti, la chiusura di 100 filiali, operazioni di trasferimento del rischio di credito (capital relief) non meglio definite e per importi consistenti, riduzione del portafoglio titoli (circa 3 miliardi), taglio dei tassi sugli impieghi, riduzione del costo del credito. In più si ipotizzano tre leve: boost dei ricavi non meglio identificati, copertura assicurativa, asset sale. Gli obiettivi al 2024 sono: roe in positivo dal 2023, cost/income al 76%, 191 filiali. Ma sembra un libro dei sogni, perciò va riscritto.

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