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Angelo Mincuzzi per "Il Sole 24 Ore"
I riflettori della procura di Milano e della Consob si intrecciano ancora una volta nell'intricata inchiesta sulla famiglia Ligresti. Era stata l'Authority presieduta da Giuseppe Vegas a dare l'avvio all'indagine del sostituto procuratore Luigi Orsi - esattamente un anno fa - sulle presunte manipolazioni di mercato dei titoli Premafin effettuati dai trust esteri riconducibili al costruttore siciliano. Ed è ora la lettera sul presunto accordo tra Salvatore Ligresti e l'amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, sul quale Orsi sta indagando, a riaccendere l'interesse della Consob.
La collaborazione tra procura e Authority ha funzionato finora senza intoppi e ha permesso alla procura di avviare e proseguire le indagini su alcuni dei punti più oscuri della gestione delle società dei Ligresti. Il giallo della lettera che Ligresti sostiene sia stata firmata da lui stesso e da Nagel, ma di cui al momento non è spuntata una copia autenticata dai due, chiarisce bene i contorni di una vicenda ricca di colpi bassi.
Come, ad esempio, la registrazione che Jonella Ligresti ha consegnato a Orsi e nella quale si sentirebbe la voce di Cristina Rossello, segretario del patto di sindacato di Mediobanca e "custode" dell'accordo Ligresti-Nagel (peraltro mai realizzato), che ammetterebbe l'esistenza del patto e soprattutto confermerebbe la presenza delle firme in calce.
Un altro aspetto da chiarire in questo giallo riguarda i nomi degli amministratori delegati di Unicredit e Unipol, Federico Ghizzoni e Carlo Cimbri, che comparirebbero nella lettera. Al pm Orsi, che lo ha interrogato giovedì scorso, Salvatore Ligresti ha detto di non sapere se i due manager fossero stati messi al corrente dell'accordo.
Due retroscena - il presunto accordo e la registrazione - che spostano l'attenzione della procura sempre più verso l'operazione di integrazione tra Unipol e Fonsai. à l'ultimo fronte di un'inchiesta che ormai spazia a 360 gradi sulla gestione dell'ex gruppo Ligresti. Il primo fronte aperto, quello sulla manipolazione del mercato, per il quale Ligresti è stato iscritto nel registro degli indagati insieme al gestore dei trust The Heritage e Ever Green, Giancarlo De Filippo, è a buon punto e si avvia verso la parte finale del suo iter.
C'è poi il secondo fronte, quello sul fallimento di Imco e Sinergia, le due holding non quotate della famiglia detentrici dei pacchetti azionari di Premafin. Un filone complesso, sul quale si indaga per reati di bancarotta e che vede il pm Orsi procedere parallelamente ai commissari nominati dal tribunale fallimentare di Milano. E ora, quello Premafin-Unipol-Fonsai. Probabilmente il più delicato.
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