1. TRA UN TIRO ALLA FUNE E UNA CACCIA AL TESORO, IL FURBO IGNAZIO MARINO SI STA INCHIAPPETTANDO UNO AD UNO I MANAGER DELLE DIVERSE MUNICIPALIZZATE, DALL’EUR SPA ALL’ATAC MA NON L’ACEA (CHI VA A GUIDARE LA HOLDING DEL COMUNE: MONDELLO O ABETE?) 2. NESSUNO LO DICE, MA SONO IN MOLTI A TEMERE CHE IN AUTUNNO ALL’AEROPORTO DI FIUMICINO SBARCHINO GLI UOMINI DEL FONDO MONETARIO CON LE VALIGETTE CHE CONTERRANNO I DIKTAT PER RISANARE L’ENORME DEBITO PUBBLICO. IL NODO DEI NOSTRI PROBLEMI È RAPPRESENTATO DAL TAGLIO DELLA SPESA PUBBLICA (GIARDA O PATRONI GRIFFI?) 3. IL MISTERO SULLA MANINA CHE HA SPINTO LA BELLA IMMACOLATA CHAOUQUI DENTRO UN ORGANISMO CHE DOVREBBE SVELARE A FRANCESCO LE TORBIDE VICENDE DELLO IOR 4. TENER D’OCCHIO LA DATA DI GIOVEDÌ 1° AGOSTO. PER QUEL GIORNO CDA DI TELECOM?

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1- IL FURBO MARINO SI STA INCHIAPPETTANDO UNO AD UNO I MANAGER DELLE MUNICIPALIZZATE (CHI VA A GUIDARE LA HOLDING: MONDELLO O ABETE?)
Il weekend più bello l'hanno trascorso sicuramente gli assessori e gli altri membri della Giunta di Roma che per ordine del sindaco Marino si sono divertiti come pazzi al Grand Hotel di Tivoli.

Nessuno di loro pensava di giocare alla caccia al tesoro con le tecniche del team building che si applicano nelle aziende per creare lo spirito di squadra. Queste tecniche di origine anglosassone vanno di moda sopratutto tra i manager che non sanno scrivere un'email in italiano ma vedono nel marketing lo strumento per apparire credibili e affermare la leadership.

C'era un tempo in cui gli amministratori locali frequentavano le scuole di partito come le Frattocchie dove invece dei business game si leggevano le lettere dal carcere di Gramsci, e alla Camilluccia dove personaggi come i filosofi Sergio Cotta, Augusto Del Noce e lo storico Gabriele De Rosa invece di parlare di "debriefing" e "problem solving", spiegavano la sociologia di Toniolo e le encicliche dei papi.

Per il chirurgo Marino questi ricordi appartengono all'archeologia politica ed è questo il motivo per cui ha affidato la regia delle due giornate a Mario Gianandrea, il 66enne che dal '96 è amministratore delegato di Impact Italia, la filiale del Gruppo internazionale specializzato nelle tecniche di comportamento che creano empatia. Il furbo chirurgo capitolino, amante della bicicletta e della cultura inglese, ha lasciato che i suoi ragazzi si sfogassero come giovani marmotte nei prati dell'albergo e ha fatto credere a queste povere creature che questa sia la strada per costruire un gruppo in grado di guidare le politiche del Campidoglio.

In realtà non bisogna farsi ingannare perché tra un tiro alla fune e un quiz rompicapo, a Tivoli si è parlato anche dello spoil system nelle aziende municipalizzate, una tecnica di occupazione del potere che il chirurgo genovese vorrebbe applicare usando l'acqua ossigenata piuttosto che il bisturi.

Un esempio è arrivato venerdì scorso con la nomina del manager Gianluca Lo Presti al vertice di Eur spa, la società gestita con disinvoltura da Riccardo Mancini, un fedelissimo di Alemanno. La scelta di Lo Presti non ha destato clamore perché si tratta di un manager efficiente che ha già dimostrato le sue capacità a Sviluppo Lazio, una delle società controllate dalla Regione.

Per domani è previsto un altro ribaltone in una delle 19 società che dipendono dal Campidoglio. Si tratta dell'Atac, l'azienda dei trasporti che ha una voragine spaventosa di debiti (oltre 1,5 miliardi) e per la quale sono circolati i nomi di vari candidati. Tra questi, Rocco Sabelli, il manager molisano che dopo l'Eni ha lavorato per otto anni a Telecom, in Immsi e Piaggio, e nel 2008 è stato scelto da Corradino Passera e Colaninno per guidare la cordata dei patrioti italiani in Alitalia.

In realtà il primo a smentire la sua nomina al vertice della società dei trasporti capitolina è stato proprio lui, memore delle critiche che lo hanno costretto a lasciare la Compagnia di bandiera.

Caduto Sabelli ecco spuntare per l'Atac il nome di Danilo Broggi, un milanese che dopo varie esperienze alla Regione Lombardia e in alcune banche, nel novembre 2005 è arrivato sulla poltrona di Consip, la società del Tesoro che provvede agli acquisti delle Pubbliche Amministrazioni.

Sempre usando il cotone e l'acqua ossigenata il furbo Marino si sta inchiappettando uno ad uno i manager delle diverse municipalizzate e dopo Eur spa e Atac si dedicherà all'Ama, la società dei rifiuti con un miliardo di debiti, e all'Auditorium dove l'irrequieto Aurelio Regina dovrà probabilmente lasciare il posto al "riconvertito" Umberto Croppi. L'unica municipalizzata che resterà fuori dalla sala chirurgica di Marino è Acea, l'utility quotata in Borsa dove il Comune ha la maggioranza ma deve vedersela con azionisti del peso di Caltariccone e dei francesi di Gaz de France.

Durante l'ultima assemblea della società Marino si è presentato con pugnetto di azioni e ha sparato cannonate nei confronti di questa azienda dove peraltro c'è un manager come Gallo che sta dando prova di ottimi risultati. Toccare l'Acea vuole dire mettere le mani nell'acqua degli interessi più forti, quindi al sindaco ecologo conviene togliersi il camice verde e aspettare tempi migliori.

Tra una caccia al tesoro e un tiro alla fune i ragazzi della Giunta hanno parlato anche di un problema che per sua natura è di gran lunga superiore alle poltrone delle varie municipalizzate. In ballo c'è infatti la vecchia questione della holding che dovrebbe controllare le 19 società, uno strumento di potere che il sindaco dalle scarpe ortopediche Gianni Alemanno aveva già proposto nell'aprile scorso dietro suggerimento dell'assessore al bilancio Carmine Lamanda. E qui i giochetti del "team building" assumono il profilo (per dirla con le parole del coaching Mario Gianandrea), "di una case history" perché si tratta di fare una scelta fondamentale.

Nei prati di Tivoli anche le damazze romane che frequentano le terme hanno sentito circolare i nomi dei due candidati che potrebbero guidare la holding. Il primo è Andrea Mondello, il barbuto 63enne che oltre alla Birra Peroni si è sempre occupato delle vicende romane come presidente per quattro anni dell'Unione industriali e fino al 2008 della Camera di Commercio.

L'altro nome che frusciava tra le cazzate anglosassoni del team building è quello di Luigino Abete, il banchiere romano, perennemente sudato per l'ansia di potere, che si è tenuto alla larga dai partiti ma non ha mai nascosto la voglia di affondare le mani nella politica del Campidoglio.

2- IN AUTUNNO ARRIVA IL FONDO MONETARIO PER RISANARE L'ENORME DEBITO PUBBLICO?
Non ce ne era proprio bisogno ,ma di fronte alla povertà delle notizie anche le profezie strampalate e terrorizzanti del guru Casaleggio hanno riempito i telegiornali.
Per come stanno le cose nessun economista si sente di fare profezie sullo stato di salute del Paese. Le uniche parole forti continuano a pronunciarle i vari Fitoussi e Roubini che come jukebox rispondono al "Messaggero" e a "Repubblica" per cantare qualche tragica canzoncina.

Anche gli studiosi più attenti si guardano bene dal formulare previsioni. Una conferma è arrivata sabato dal quotidiano "La Stampa" dove personaggi come Tito Boeri, Luigi Zingales, Francesco Daveri e Giacomo Vaciago hanno dato risposte caute e timide sul fatto che alla fine dell'anno l'economia tornerà in positivo.

Nessuno lo dice, ma sono in molti a temere che in autunno all'aeroporto di Fiumicino sbarchino gli uomini in grigio del Fondo Monetario con le valigette che conterranno i diktat per risanare l'enorme debito pubblico. Il nodo dei nostri problemi è rappresentato dal taglio della spesa pubblica. Da parte sua il governicchio di Enrico letta sembra consapevole della gravita' del problema anche se dopo l'esperienza deludente del supercommissario Bondi e le timide proposte di Francesco Giavazzi, diventa difficile capire chi potrà prendere le forbici per tagliare le province, i 5mila enti inutili e qualche decina di migliaia di dipendenti della Pubblica Amministrazione.

Nei giorni scorsi l'identikit dello "sterminatore" ha ripreso le sembianze di Piero Giarda, l'economista dell'Università Cattolica al quale Monti aveva affidato la delega per l'attuazione del programma di governo. Di questo milanese, classe 1936, tutti dicono un gran bene per la serietà e il rigore. I maligni invece ricordano la pessima figura che il povero economista ha fatto a metà dicembre 2011 quando al suo esordio alla Camera è andato nel pallone tra gli insulti e le ironie dei deputati ai quali ha chiesto una pausa di cinque minuti per orientarsi tra le carte che aveva in mano.

C'è però un personaggio che non ha alcuna voglia di lasciare alle orecchie generose di Giarda il compito di ascoltare i lamenti dei caduti per colpa dei tagli alla spesa pubblica. E' Filippo Patroni Griffi, il magistrato napoletano che ha preso il posto di Catricalà alla Presidenza del Consiglio. Mentre Giarda veste come un profugo di Pantelleria, Patroni Griffi sfoggia un'indiscutibile eleganza di modi e di forme che deriva dalla tradizione aristocratica della sua famiglia. Sotto l'aria mite nasconde però unghie lunghe e taglienti. Lo ha dimostrato nell'ottobre 2012 quando menò uno schiaffo formidabile sulla faccia di Tonino Catricalà che in un'intervista al "Messaggero" aveva preannunciato l'arrivo di un supercommissario contro la corruzione.

In quell'occasione Patroni Griffi, che apprese la notizia mentre faceva la toilette e infilava una cravatta di Marinella, si scagliò senza troppi riguardi nei confronti del collega magistrato CatricaLetta che fu costretto a fare una clamorosa marcia indietro. E per dimostrare che qualsiasi decisione sui tagli e su un supercommissario dovrà passare dal suo tavolo, ieri ha concesso un'intervista al quotidiano di casa sua, "Il Mattino", facendo capire a tutti che prima di tagliare province, enti inutili, comunità montane, consorzi e altri enti dovranno fare i conti con lui.

3- CHI HA SPINTO LA BELLA IMMACOLATA CHAOUQUI?
C'è una Roma mondana che parla di Sharon Stone e si apposta davanti all'hotel Hassler per vedere la vegliarda di Hollywood scendere a piazza del Popolo per le riprese del film con Pupi Avati.
C'è però un'altra Roma, mistica e manageriale al tempo stesso, che cerca di capire per quale ragione Papa Francesco abbia scelto una donna nella Commissione su tutte le amministrazioni economiche del Vaticano. Dalle foto che si sono viste sui giornali Francesca Immacolata Chaouqui, la 30enne inserita tra gli 8 membri della Commissione, ha un'aria da attrice con i capelli al vento, ma è un'illusione ottica perche' a quanto sembra la sua vocazione e' di dare un contributo ala causa della Chiesa e del Vaticano.
La Roma dei cafonal peccaminosi non l'ha mai sedotta e immortalata. Immacolata di nome e di fatto, la giovane manager ha lavorato in alcuni studi legale ed e' finita alla societa' di consulenza Ernst&Young.

La domanda che circola in queste ore e' se queste referenze piuttosto modeste siano state sufficienti per metterla accanto agli altri membri della Commissione di gran lunga piu' importanti. Per lei e' tutto merito dello Spirito Santo e nelle migliaia di tweet analizzati dai curiosi si leggono elogi per l'ex-presidente dello IOR, GottiTedeschi e qualche battuta acida nei confronti di Pellegrino Capaldo.

Resta il fatto che lavorare in Ernst & Young, una delle società peraltro meno prestigiose nella consulenza aziendale, non sembra essere ragione sufficiente per affidare a Francesca Immacolata un compito così importante. Forse hanno ragione quelli che spulciando nella sua vita hanno pescato la sua devozione per il fondatore dell'Opus Dei, Escriva' de Balaguer. Resta il mistero sulla manina che ha spinto la bella Immacolata dentro un organismo che dovrebbe svelare a Papa Francesco le torbide vicende delle finanze vaticane.

4- TELECOM: TENER D'OCCHIO LA DATA DI GIOVEDÌ 1° AGOSTO
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti di tener d'occhio la data di giovedì 1° agosto. Per quel giorno sembra infatti che sarà convocato il consiglio di amministrazione di Telecom con l'esame di una semestrale sanguinolenta".

 

MARINO CADE IN BICICLETTA DAVANTI AL COLLEGIO ROMANO IGNAZIO MARINO IN BICICLETTA FOTO LAPRESSE ROCCO SABELLI ROCCO SABELLI Danilo BroggiUmberto Croppi AURELIO REGINA Andrea Mondello Luigi Abete GIANROBERTO CASALEGGIO FOTO WIRED Piero Giarda Filippo Patroni Griffi